Mi piacerebbe sapere il parere su uno stratagemma che ho provato ad adottare per cercare di ridurre al minimo la durata di un attacco di ansia.
Premetto che a me vengono a causa dell'ipocondria che mi porto dietro da sempre, pertanto il processo mentale che mi causa gli attacchi di ansia è strettamente legato alla paura di avere un imminente problema di salute.
Di fatto a me basta che il cuore acceleri leggermente senza motivo per iniziare ad attivare tutti quei meccanismi involontari che mi scatenano poi l'attacco di ansia: misurazione del battito, maggiore allerta su tutti i sintomi o su eventuali sensazioni ecc. ecc.
Questo è quanto mi è successo: l'altra sera mi stavo per coricare e ho avvertito una strana sensazione alla testa; ovviamente ho iniziato a macinare e a percepire tutti i vari tipici sintomi che precedono un attacco di ansia.
Invece di fare resistenza nel tentativo di ostacolare la comparsa dei sintomi ho subito chiuso il processo mentale al punto in cui il mio cervello mi voleva condurre e ho deciso di accettare il fatto (peraltro inesistente) che stavo per morire. Mi sono coricato con il fiato corto e ho pensato, pazienza tra 10 minuti al max. sono morto ed è tutto finito. in realtà 5 minuti dopo stavo già dormendo come un bambino e mi sono svegliato la mattina dopo sereno e senza alcun ricordo.
Di attacco di ansia non si muore......ma la lotta per ostacolarne i sintomi è dolorosissima........se devo soffrire facciamola finita subito............e il resto lo farà il cervello.
Non c'è nemico = non c'è lotta!! e il nemico di fatto non è l'ansia, ma è la nostra resistenza che opponiamo ai vari sintomi che di fatto sono solo fantasmi.
Certo, per ora mi è riuscito l'esperimento solo una volta ma se funzionasse?
Un saluto a tutti.