SugarPhobic

Ovvero: provare piacere per la sfortuna altrui.

Questa forma di compiacimento malevolo scaturito dall'assistere al dolore di una certa persona, o più persone, in un arco indeterminato di tempo, diciamo, ha chiare aderenze con il sadismo, benché clinicamente e moralmente non siano la stessa cosa.

Semantica a parte, come siete messi? L'avete sperimentata? Volete raccontare qualche evento?
Come vi ha fatto sentire poi?

cuginosmorfio

La Schadenfreude (così mi piace chiamarla), si impossessò di me sempre più verso durante l'adolescenza. Ha fatto parte della mia vita per decadi e decadi.

Ricordo uno stronzetto che fece una gran bella rovinosa caduta col suo scooter: lui -ahimè- illeso ma lo scooter distrutto. Godimento. Tipo per Ramy.

Poi un altro sbruffoncello pestato dagli zingari, un paio di vicini di casa còlti da malori (gli accidenti ai vicini di casa ogni tanto funzionano ), una prof di matematica rovinosamente caduta durante una gita ed altri episodi (pure nella cerchia parentale).
Certamente -fossi vissuto all'epoca- avrei provato piacere, per dire, nel vedere Ali Ağca che sparava a Giovanni Paolo 2°.

Come ci si sente? Abbastanza bene e con una ghigna stampata in faccia tipo Tim Curry/Grinch


Ma è purtroppo anche un piacere effimero, poiché spesso la morte non sopraggiunge.
Ad oggi, mi è calata parecchio: l'ho sostituita con un (quasi) totale menefreghismo.

claire

Non capisco se si intende sadismo generale verso persone a caso "senza motivo", o quando si è contenti che gli altri stiano male perché si ha rancore verso persona specifica o categorie.

SugarPhobic

Sì, nell'impostare il 3D avevo pensato più a questo:
motivata, insomma.

Miky

io soffro si sticazzifilia

claire

Mah penso che anche i più buonisti abbiano augurato accidenti e cagotti a chi gli ha fatto un torto.

Poi sul vedere realmente la sofferenza del proprio carnefice non so. Bisogna anche vedere quanto male ti ha fatto la persona in questione e quanto è brutto il male che lo colpisce.
A me non è mai capitato di vedere soffrire malamente qualcuno con cui ce l'ho su. Non penso sarei gioiosa, così per ipotesi. Ma se a qualcuno di questi viene una diarrea a spruzzo o si prende i pidocchi, non mi dispiace, ecco.

Alle superiori non potevo vedere i professori mi stavano proprio sui coglioni. Poi diversi di essi sono morti abbastanza presto e di brutto male, ma non sono stata per niente contenta al pensiero, mi è dispiaciuto anzi.


Poi, se questa cosa riguarda l'infliggere direttamente sofferenza a chi si odia, lí siamo sul patologico e criminale.
É vero che spesso diciamo cose tipo "mamma mia quanti calci nel culo darei a ....".
Poi però non lo facciamo. Almeno io.
Il pensiero "serio" di provocare male fisico ( nemmeno psicologico, non mi sono mai vendicata) non l'ho mai avuto.

euridice_

Io ho notato che alcune persone lo hanno/hanno avuto nei miei confronti, ad esempio c'era una persone che quasi era contenta non avessi amici, oppure gente della mia famiglia che quando mi sono trasferita ha iniziato ossessivamente a chiedere di me per il timore facessi qualcosa migliore delle loro figlie quindi magari se sapevano che qualcosa mi andava male erano contente

gaucho

A me piacciono tanto i forni dovevo fare il panettiere

Darby Crash

Ho piacere se altre persone si trovano in una situazione simile alla mia. Quindi, visto che la mia situazione non è per nulla buona, ne discende che provo piacere venendo a conoscere che le vite di alcune persone sono peggiorate sotto certi aspetti che mi toccano in modo particolare (es. relazioni, amicizie, lavoro, soldi).

Se invece capitano cose come incidenti, malattie, problemi fisici, non ne ricavo alcun piacere.

Possiamo insomma dire che un chiaro vantaggio dato dal fatto che una persona peggiori la propria condizione avvicinandola così alla mia, è che si attenua o si annulla del tutto l'invidia. Inoltre, questa persona può trovarsi nella posizione di essere bisognosa di aiuto, ed io posso intervenire aiutandola assumendo così un ruolo significativo nel rapporto con essa.

Sottolineiamo che questa forma di piacere si verifica quasi soltanto per quanto riguarda casi di persone con cui tendo a confrontarmi, quindi in sostanza persone giovani. Se un 50enne è disoccupato e non ha vita sociale mi dispiace e provo pena. Se questo invece vale per un 25enne provo anche un po' di piacere, perché almeno sento che c'è qualcuno che si avvicina alla mia condizione.

Questo si collega al thread sul sentirsi diversi in senso negativo. Per sentirmi diverso basta confrontarmi con un mio coetaneo, si nota un abisso di differenze in termini di esperienze, socialità e risultati raggiunti. Se capita una volta invece una persona con cui questa diversità non emerge, mi fa piacere. Ma affinché non si noti, vuol dire che questa persona deve vivere una vista spiacevole per quei motivi che la rendono spiacevole anche a me

SugarPhobic

Ah, però io a quest'ora mi aspettavo già la comparizione recidiva dell'Abatantuono. Questa sai bene che è materia sua.

Sai che l'ho trovato un collegamento approfondito. Trovo sempre interessante, come funzioni.

SugarPhobic

Diciamo una sofferenza evergreen, allora. Ho capito, non male.

sagoma

posso provare piacere per la sfortuna altrui solo nel caso in cui l'evento in qualche modo lo vedo razionalmente o irrazionalmente (diciamo in modo inconscio al momento) conveniente per me, ma in questo caso non è godimento per la sfortuna altrui in sè. Non provo piacere nel vedere soffrire la gente, qualsiasi persona si consideri, anche la più malvagia, e neanche mi capita di augurare il dolore a nessuno, al massimo dolori non eccessivi o piccoli incidenti magari. Una cosa in particolare che non mi piace vedere negli altri è la vergogna, perchè per esperienza personale so che è una sensazione molto distruttiva.