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Vecchio 23-09-2008, 23:50   #1
Intermedio
L'avatar di Fabiofilosofo
 

Quanto è difficile farlo? Io ora sono in una fase che non credevo di raggiungere: spiego e parlo a tutti del mio problema. E' come se l'etichetta di "socio-fobico" (ammesso che io lo sia *) mi avesse fatto scattare una molla interiore, ovvero mi avesse dato la forza di Aprirmi e di dichiararmi per quello che sono. Ma anche quando lo faccio, sono terrorizzato. Non so come potrei essere interpretato. Il giudizio degli altri incombe come la spada di Damocle. Cosa muterà adesso nel loro giudizio su di me? Come potrò io rapportarmi a "coloro che conoscono la mia condizione"? Mi comporto da mendicante. Mendico un pò di attenzione, ma coloro che la ricevono potrebbero essere i miei futuri "carnefici". Perchè mettendomi a nudo, ora sono totalmente in balìa di costoro. Ora conoscono la mia debolezza.
Vorrei tanto che il Mondo intero mi aiutasse,ma sono ritroso nel chiedere aiuto.
Questo silenzio mi uccide.
Cosa devo fare?
Cosa?

* (Ieri in facoltà ho preso un cartoncino legato con lo spago e l'ho appeso al collo: c'era scritto "studente fantasma". [ Nella mia Università è in corso una protesta studentesca] E ho passeggiato nel corridoio con quel cartello. C'erano docenti e ragazzi. Un sociofobico potrebbe farlo?)
Vecchio 23-09-2008, 23:58   #2
Esperto
L'avatar di vetro
 

Dovresti farlo con chi ritieni abbia il tatto e la sensibilita' di capirti.Non devi farlo con tutti,altrimenti potresti trovare potenziali carnefici.
Cerca di essere selettivo in questo.
Vecchio 24-09-2008, 00:43   #3
Intermedio
L'avatar di carla
 

magari invece è un grande atto di coraggio e responsabilà verso sè stessi,e il proprio modo di essere.
tutti i miei amici sanno cosa sono quei segni sulle braccia,e agli sconosciuti che me l'hanno chiesto non ho mentito,in fondo non mi vergogno,sono io,è il mio passato e sto cercando di far si che non sia nel mio futuro.
Vecchio 24-09-2008, 10:48   #4
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

--
Vecchio 24-09-2008, 14:30   #5
Principiante
L'avatar di Aleydis
 

Vedi non credo che dirlo a qualcuno aiuti.
A meno che non sia una persona della quale ti fidi ciecamente, una persona che sai che non potrà mai tradirti o abbandonarti. Il punto però è: quante persone come questa ci sono? Probabilmente nessuna...a volte neppure i genitori lo sono.
Forse la cosa migliore sarebbe parlarne con un medico, ma torniamo ai soliti discorsi. Ovviamente quello che cerchi tu non è un aiuto clinico ma morale, da tutti attorno a te...sogni che ti possano sostenere, comprendere...anch'io l'ho sognato, ma ho finito per convincermi che non ne vale la pena. Nessuno può capirti, non come vorresti tu. Potrebbero essere solidali, provare compassione...ma "entrare nella tua testa", capire le tue reazioni, evitarti sofferenze...questo non credo che possa succedere. Non potrebbero mai capirti in quel modo, e alla fine ti sentiresti solo peggio vedendo che dopo esserti esposto non ricevi quello che tu desideravi.
Non ho capito bene però se hai già detto a qualcuno come ti senti o se sei indeciso sul farlo...
Io, ripeto, ci ho pensato...ma ho sempre abbandonato l'idea. Starei peggio, lo so. Devo farcela da sola.
Adesso ad esempio, in questo momento che ho una grande e infinita paura per alcune cose nella mia vita, non posso dirlo a nessuno...perchè mi prenderebbero solo per pazza, o per stupida. Quindi preferisco soffrire da sola e trovare da sola una soluzione.
Vecchio 24-09-2008, 14:46   #6
Avanzato
 

Mi aggrego agli altri con un distinguo.

Dipende a chi lo dici e chi sono i tuoi conoscenti, da come prendono le tue parole, da come ti consideravano prima...anche se in linea di massima queste cose conviene tenersele per sé.

Conviene parlarne, a mio parere, con persone che possono capirti, quindi o ne parli qui o con uno psicologo, io nella mia esperienza non ho mai incontrato nessuno, nemmeno i miei genitori, che potessero capire queste cose. Se i tuoi conoscenti sono diversi, buon per te ;-)

E poi,pensaci un attimo: la fobia/timidezza nasce da un timore spropositato del giudizio degli altri: se te sai in partenza che gli altri hanno un giudizio "negativo", pensi veramente che possa calare la tua timidezza?

@sulla cosa del cartellino: guarda spesso i timidi hanno una "timidezza selettiva", che si attiva solo in certi settori: nel tuo caso, come nel mio d'altronde, nasce quando si esce dal settore razionale.

I tagil all'università sono politica, quindi raziocinio e uso del cervello, non s'impiega il lato emotivo, quindi è più facile.

ti rimando ad un topic che troverai interessante penso, "timidezza selettiva":

http://www.fobiasociale.com/postp109...hlight=#109445
Vecchio 24-09-2008, 15:10   #7
Esperto
L'avatar di MarcheseDelGrillo
 

Secondo me pensare che gli altri siano tutti dei grandi stronzi pronti a sfruttare tutte le nostre debolezze è un pensiero ILLOGICO...

Aprirti o meno con gli altri circa i tuoi problemi è una TUA SCELTA: che poi questo scelta comporti comprensione da parte di essi o, al contrario, non accettazione e allontanamento NON LO SI PUO' STABILIRE TEORICAMENTE.

Perchè? Perchè grazie a dio il mondo è vario. Le persone sono diverse. Non c'è alcuna legge naturale che ti garantisca il rispetto o la comprensione degli altri, nemmeno quando tu stesso fai di tutto per ottenerlo. Ma allo stesso modo non c'è regola o legge che ti assicuri il contrario.

L'unico modo per scoprirlo è l'esperienza. Agire in un determinato modo e osservarne i risultati. E decidere cosa è meglio per te.
Vecchio 24-09-2008, 17:59   #8
Esperto
L'avatar di uahlim
 

Quote:
Originariamente inviata da Fabiofilosofo
Cosa muterà adesso nel loro giudizio su di me? Come potrò io rapportarmi a "coloro che conoscono la mia condizione"?
Papale, papale? Non cambierà un cazzo

E sai perchè? Perchè alla gente dei cazzi tuoi non frega niente. Alla gente di giudicare frega poco perchè è già intenta a pensare di non farsi giudicare.
La gente poi è curiosa, alla gente piace il PETTEGOLEZZO, il SARA' VERO, NON SARA' VERO, ma alla gente di un fatto che tu stesso ammetti, che NON nascondi, non frega niente.
Ti dice: embé.

Perchè una certa dose di fobia sociale ce l'hanno tutti. E tutti hanno qualche difetto, qualche cosa che non vogliono che si sappia.
Guarda, quando non dici che hai un problema credi che nessuno ce l'abbia, perchè nessuno ammette, perchè nessuno vuol essere giudicato, ma appena dici che ce l'hai, allora tutti ti dicono che l'hanno avuto anche loro e sono prodighi di consigli.

Guarda: io ti dico che ho avuto in vita mia episodi di follia: tu mi giudichi in qualche modo? E credi che gli altri siano diversi da te?

Eppoi anche per un altro motivo: tu quando racconti dei tuoi problemi, del fatto che sei sociofobico, non ti comporti più da sociofobico, quindi la gente pensa anche che scherzi.
Vecchio 24-09-2008, 20:08   #9
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

Guarda, io prima avevo paura che gli altri scoprissero della mia situazione e cercavo di tenerla segreta, al fine di difendere quel poco di buona reputazione che avevo.

Da un po' di tenpo a questa parte invece non me ne frega nulla di quello che gli altri pensano di me (riguardo alla sociofobia) e anzi, se qualcuno mi chiede se ho una vita sociale gli rispondo sinceramente, dicendogli la verità. Tanto ormai non me ne frega più nulla: ho toccato il fondo e mi sono lasciato andare. E poi anche se gli altri sapessero apertamente che sono solamento uno sfigato che non esce mai, senza amici, che non ha ancora dato il primo bacio (a 19 anni !!), che ha speracto tutta la sua vita, che non ha fatto nulla di nulla... tanto cosa mi cambierebbe??

Questo non deve essere visto come una richiesta d'aiuto, ma forse più come un'auto-accettazione della propria infelice condizione.
Vecchio 24-09-2008, 20:26   #10
Esperto
L'avatar di vetro
 

alfonso,non puoi parlare cosi'.Non devi arrenderti.Devi fare qualcosa!
Vecchio 24-09-2008, 20:36   #11
Avanzato
L'avatar di emilio-uahlim
 

Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
Da un po' di tenpo a questa parte invece non me ne frega nulla di quello che gli altri pensano di me (riguardo alla sociofobia)
Mentre ti importa ancora di quello che pensano di te riguardo al resto... per me sei giunto quasi alla soluzione... ti occorre ancora un poco di disperazione e ci siamo.
Vecchio 24-09-2008, 21:07   #12
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
alfonso,non puoi parlare cosi'.Non devi arrenderti.Devi fare qualcosa!

Sì, una cosa potrei farla: suicidarmi. Metterei finalmente termine alla mia sofferenza.


Quote:
Originariamente inviata da emilio-uahlim
Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
Da un po' di tenpo a questa parte invece non me ne frega nulla di quello che gli altri pensano di me (riguardo alla sociofobia)
Mentre ti importa ancora di quello che pensano di te riguardo al resto... per me sei giunto quasi alla soluzione... ti occorre ancora un poco di disperazione e ci siamo.
Vero. Forse.
Vecchio 24-09-2008, 21:58   #13
Esperto
L'avatar di SiVieneESiVa
 

Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
[...]Da un po' di tenpo a questa parte invece non me ne frega nulla di quello che gli altri pensano di me (riguardo alla sociofobia) e anzi, se qualcuno mi chiede se ho una vita sociale gli rispondo sinceramente, dicendogli la verità. Tanto ormai non me ne frega più nulla: ho toccato il fondo e mi sono lasciato andare. E poi anche se gli altri sapessero apertamente che sono solamento uno sfigato che non esce mai, senza amici, che non ha ancora dato il primo bacio (a 19 anni !!), che ha speracto tutta la sua vita, che non ha fatto nulla di nulla... tanto cosa mi cambierebbe?? [...]
Io ho accettato questa condizione da anni ormai
e non ho ancora voglia di suicidarmi
anzi, vivo ogni giorno per me stesso
al meglio che posso e facendo quello che posso

sono un tipo strano...
mi sorprendo per il saluto di un bambino
ma sono indifferente all'idea che migliaia di bambini stanno rischiando la vita
(riferimenti a fatti odierni sono puramente casuali)
Vecchio 25-09-2008, 03:41   #14
Esperto
L'avatar di MarcheseDelGrillo
 

Io in questo ultimo periodo ho iniziato ad ammettere di essere timido: lo dico agli altri, apertamente, anche alle persone sconosciute.

E ho notato che in qualche modo esorcizzo il problema e non mi pongo più tutti quei problemi derivanti dall'ansia di apparire spigliato e caciarone...

Dico così: "GUARDA CHE IO SONO UN TIMIDO!"

Non vi nascondo la mia sorpresa nel constatare che spesso il mio interlocutore, al termine della conversazione, mi dice "menomale che sei timido!"

Credo che ammettere spassionatamente le proprie debolezze sia un passo importante verso il superamento di esse (perchè è la piena maturazione dell'auto-consapevolezza) e verso la loro "esorcizzazione" (non hai più l'ansia di dover dimostrare il contrario, sei meno ansioso e di conseguenza ti apri di più!)
Vecchio 25-09-2008, 14:09   #15
Esperto
L'avatar di paccello
 

Quote:
Originariamente inviata da MarcheseDelGrillo
Io in questo ultimo periodo ho iniziato ad ammettere di essere timido: lo dico agli altri, apertamente, anche alle persone sconosciute.

E ho notato che in qualche modo esorcizzo il problema e non mi pongo più tutti quei problemi derivanti dall'ansia di apparire spigliato e caciarone...

Dico così: "GUARDA CHE IO SONO UN TIMIDO!"

Non vi nascondo la mia sorpresa nel constatare che spesso il mio interlocutore, al termine della conversazione, mi dice "menomale che sei timido!"

Credo che ammettere spassionatamente le proprie debolezze sia un passo importante verso il superamento di esse (perchè è la piena maturazione dell'auto-consapevolezza) e verso la loro "esorcizzazione" (non hai più l'ansia di dover dimostrare il contrario, sei meno ansioso e di conseguenza ti apri di più!)
Forse dire una frase del genere con ironia, e poi comportarsi cercando di forzarla questa timidezza, è già qualcosa.
Vecchio 26-09-2008, 02:43   #16
Esperto
L'avatar di MarcheseDelGrillo
 

Certo, provare per credere. Le persone sconosciute, quasi si sorprendono quando ammetti spassionatamente davanti a loro tuoi difetti, ma in positivo... la cosa è vista molto bene in genere.

Più che di forzare a quel punto si tratta di lasciar fluire tutto come viene, cosa che riesce molto più facile. Ci si apre maggiormente di quanto non lo si sarebbe fatto nascondendo agli occhi dell'altro il problema e cercando di recitare una parte.
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