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Vecchio 15-06-2011, 21:31   #1
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Salve a tutti,

Da qualche anno a questa parte ho un problema abbastanza strano. Non so bene da dove cominciare, quindi inizierò dicendo che è iniziato l'estate dopo il mio primo anno di superiori, quando ho passato due settimane in un campo estivo per adolescenti. Premetto una cosa, in quel campo estivo io NON ci volevo andare. Sono sempre stata una persona abbastanza timida, introversa, diciamo. Avevo (ed ho) una buona cerchia di amici, uscivo (ed esco) etc etc ma... L'idea di staccarmi dal "mio" mondo per tre settimane ed affrontare l'ignoto non mi piaceva, anzi, mi spaventava. Perché ci sono andato? Perché non sono mai stato bravo a parlare di me stesso (che immagino sia anche la ragione per cui non mi registro al forum ma scrivo da anonimo, spero capiate..), perché i miei genitori ci tenevano, perché non volevo ammettere con me stesso di non volerci andare e perché, in fondo, tutti lo avevano fatto ed erano sopravvissuti.

Quelle due settimane sono state un trauma. I ragazzi che frequentavano il centro insieme a me erano il mio esatto opposto. A prima vista, mi erano apparsi unicamente interessati a "prenderla" a "scopare" (scusate il termine, non appartiene al mio solito vocabolario ma penso che citarli sia il modo di trasmettervi il più possibile della loro personalità) e a "farla agli animatori". Molti di loro erano di uno o più anni più grandi di me. Certo, pochi anni non significano molto, ma fra i 10 ed i 19 anni anni cambia il mondo. Letteralmente. Inoltre, io non sono mai stato veloce ad integrarmi. Anche cambiando scuola per il liceo ci avevo messo circa cinque mesi per iniziare ad "entrare" nell'ambiente e riuscire a districarmi. In poche parole, furono due settimane d'inferno. Ripensandoci ora, quei ragazzi erano probabilmente messi ancora peggio di me. Però, in fondo, loro esternavano la loro solitudine, o il loro sbigottimento, "indurendosi", io, "chiudendomi". Capita.

Nel frattempo, in sfortunata (o non) contemporanea, avevo iniziato a sviluppare un certo attaccamento verso la mia scuola, ed ad affezionarmi a certi miei professori. (Non in termini amorosi/desiderio/eroticok, non prendetemi male, solo una certa stima e riconoscimento abbastanza profondi.) Anche quella "separazione" improvvisa non aiutò.

Da allora, ogni volta che ho più di qualche giorno di vacanza mi assale un'ansia incredibile. Ma perché? Di cosa? Sento la mancanza della routine, delle cose che faccio solitamente durante l'anno.

Eppure...

Eppure ho un numero "normale" (immagino) di amici, molti dei quali ottimi amici. Esco tutti i fine settimana, durante la settimana, ora che sono iniziate le vacanze non è passato un giorno senza che uscissi con loro, che andassi al mare, a feste, campeggi... I miei voti scolastici sono praticamente ottimi, nessuno ha niente da ridire. Praticamente tutti quelli che mi conoscono, almeno così percepisco, hanno una certa stima di me. Alcuni miei professori si sono proposti di offrirmi degli "stage" presso aziende dove lavorano, ricopro alcune buone posizioni in vari circoli o attività extrascolastici etc.

Inoltre, nonostante vada bene a scuola, non sia molto sportivo, mi piacciano i computer e abbia molte caratteristiche che, lo riconosco mi primo, mi classificherebbero come "nerd", non sono mai, e vorrei sottolineare mai, stato vittima di mobbing, bullismo o anche solo insulti verbali, neppure velati. Al contrario, molti miei compagni un po' più "maneschi" e "attivi" hanno spesso parlato in mia difesa ed espresso il proprio apprezzamento.

Un'altra cosa che vorrei far notare è un fatto insoltio del mio carattere, anche se forse sono solamente io ad immaginarmelo. Mi sembra che quando le persone sono con me in un certo senso "abbassino le armi". Persone che "in compagnia" sprofanano insulti, fanno i "fighi" e si adattano "al gruppo" improvvisamente diventano persone ragionevoli, con le quali faccio discorsi intelligenti e spesso anche abbastanza "profondi". Solitamente, dopo poco che ci sentiamo iniziano anche a confidarsi con me.

Ci sto provando, quest'estate sto provando di tutto per trovare "l'origine". Mi tengo impegnato tutti i giorni, cerco di non restare a casa a far niente o, al contrario, cerco di non far niente per capire a quali dei due aspetti sia legato. (Ci credete? A nessuno, a quanto pare!) Provo ad evitare determinati orari del giorno, andando a dormire tardi per svegliarmi tardi o, al contrario, svegliandomi prestissimo. Ho ascoltato ogni tipo di musica, anche quelle che meno mi piacciono, letto ogni genere di testi. (E già prima leggevo molto) insomma, anche quando riesco a "distrarmi" (e ci riesco) rimane una sorta di "peso sordo" che mi ricorda dei tre mesi che mi separano da Settembre.

Cosa mi consigliate? "Rivedendomi" dall'esterno non capisco davvero il perché di questa situazione. A parte, forse, il fatto che provi un "piacere naturale" ad imparare, qualsiasi cosa, giochi, poesie, teoremi matematici, teorie scientifiche, corsi di vela... Qualsiasi cosa, quando c'è qualcuno che insegna improvvisamente mi sento meglio e quel "peso" sparisce?

Scusate per avervi tediato.

Suggerimenti?
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