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Vecchio 12-02-2019, 12:40   #1
Principiante
 

Ciao a tutti.

Leggo molto questo forum perché mi aiuta a sentirmi meno solo con i miei problemi, ma sono molto restio a scrivere, mi limito a qualche risposta molto sintetica ogni tanto. Mi piacerebbe raccontare qualcosa, ma la fobia è anche questo, comincio ad abbozzare un post poi ci ripenso.

Per lavoro vivo, solo come un cane, lontano qualche centinaio di km dalla mia famiglia d'origine, che assieme all'ufficio è l'unico legame che ho con il mondo esterno. Grazie alla mia fobia (se no che ci facevo in questo forum?) mi sono fatto terra bruciata intorno. Faccio un lavoro d'ufficio che odio, ma che di questi tempi è considerato oro.

Dopo un 2018 stressante (periodaccio a lavoro, un lutto e problemi di salute vari) è arrivato il periodo dell'anno che per me è sempre stato il più difficile: gennaio. La fine delle festività natalizie quest'anno mi ha trovato più fragile del solito. C'è da aggiungere che da settembre avevo interrotto - dopo averli scalati gradualmente - tutti i farmaci e ho smesso di vedere lo psichiatra (non ne potevo più degli effetti collaterali).

A questo punto è bastato un niente (cambiamenti sul lavoro, più una delle mie solite paure ipocondriache scatenate da una tendinite) per farmi peggiorare. Ma era solo l'inizio.

Due settimane fa il tracollo. Ero in ufficio, una giornata più stressante del solito, quando mi assale il panico.
Cerco uno stanzino isolato, chiamo mia madre per sfogarmi e chiederle se posso passare da loro un po' di tempo per staccare dal lavoro e lei scoppia a piangere (in famiglia abbiamo altri problemi e poi mica è la prima volta che entro in crisi), se la prende con me perché mi rivolgo sempre solo a lei e mi passa mio padre, che si incazza e basta. Dicono che devo farmi aiutare da uno psicologo e che non ne vogliono sapere.

Porte chiuse in faccia. Con un attacco di panico in corso.

Parte il rimuginio. I miei sono anziani, la loro reazione mi ha spinto a "visualizzare" la mia vita quando loro non ci saranno più. Ho anche immaginato di ricevere diagnosi di malattie mortali solo di fronte ai medici senza qualcuno a fianco ad abbracciarmi.

Fino a poco tempo fa la mia solitudine era come un rifugio caldo, la mia comfort zone. All'improvviso è diventata un abisso colmo di angoscia.

Da giorni ormai dormo fino alle 3 al massimo, poi mi sveglio, ripartono il rimuginio, le angosce, i pensieri ipocondriaci, la tachicardia e mi tocca andare in ufficio agitatissimo dopo 3 ore di sonno.

Ho passato con la mia famiglia l'ultimo fine settimana, come faccio circa una volta al mese. Altro che beneficio... crisi di pianto a ripetizione (in loro presenza sono riuscito a trattenermi). Domenica mattina sono andato ai giardini pubblici dove mi sono appartato in un angolo e giù a singhiozzare.

Nel frattempo il medico di base mi ha prescritto una blanda dose dell'ansiolitico che prendevo prima di interrompere i farmaci. L'unico risultato è che il primo ciclo di sonno è più robusto e che quando mi risveglio il cuore non mi batte all'impazzata. Ma l'angoscia resta, è pesante, in ufficio sono uno zombie, a breve si accorgeranno della mia presenza-assenza.

Non so che fare. Vorrei chiudere gli occhi ed evaporare.

(Mi scuso se il post può sembrare uno sconclusionato minestrone. Ho cercato di aggiustarlo il più possibile).
Vecchio 12-02-2019, 17:09   #2
Esperto
L'avatar di Wonderlust76
 

Ciò che mi lascia più perplesso è il rifiuto della tua famiglia di farti passare qualche giorno da loro, comunque non entro nel merito non conoscendo i pregressi.
Che dire, soffri evidentemente di un disturbo d'ansia che impatta pesantemente sulla qualità di vita....un po' ti capisco, perché anche io sono un ansioso/ipocondriaco.. vivere nell'ansia è qualcosa che non si può capire se non lo si condivide. È l'inferno in terra... è immaginare sempre il peggio in ogni situazione... a volte sembra di impazzire.
Per come la vedo io potresti valutare di cercare un altro psichiatra, e vedere se con un diverso approccio le cose migliorano...
Vecchio 12-02-2019, 18:01   #3
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Abbiamo quasi la stessa età.. che dire, provo esattamente le stesse sensazioni di cui parli, ho un po' meno panico (ora) ma sono cmq depresso.
Non so quanti anni abbiano i tuoi genitori, ma i miei essendo over 70 non possono darmi più l'aiuto che mi davano prima.. nel senso, possono darmi un'aiuto pratico, quello si, ma non di qualità o profondo come potevano fare 20 anni fa. L'anzianità si sente, e perdono la forza mentale pur essendo lucidi. Quindi io non li sovraccaricherei di dispiacere, ma non perché è sbagliato.. semplicemente perché non serve.
Quote:
Originariamente inviata da Jean Visualizza il messaggio
Parte il rimuginio. I miei sono anziani, la loro reazione mi ha spinto a "visualizzare" la mia vita quando loro non ci saranno più. Ho anche immaginato di ricevere diagnosi di malattie mortali solo di fronte ai medici senza qualcuno a fianco ad abbracciarmi.
A questo ci penso anche io, affrontare tutto nella totale solitudine. Ma io (personalmente) non lo vedo come un male. Quando mi diranno che ho un tumore o malattia altrettanto grave sarà il momento che anticiperò io la morte. Non voglio morire straziato dalla sofferenza, con una malattia di merda che ti si mangia vivo e per giunta pure da solo. Prendo e mi sparo in testa.. se sarà.. quando sarà..

Per il resto ti direi innanzitutto di curare il sonno. Il mio psi diceva che non serve dormire 8-10 ore, ma 6 ore però bisogna farle. almeno 6 ore.

Purtroppo quando uno è solo, senza amici, senza donna è normale sentirsi così.. anche se io personalmente mi rendo conto che a stare con una donna non so quanto sarei in grado.. soffrirebbe lei per quello che non potrei darle, soffrirei io.. a sto punto si soffre da soli e buonanotte.

Intanto inizia a curare il sonno. Se serve qualche sonnifero in quantità basse è meglio prenderlo.. poi una volta stabilito un sonno normale si lavora sul resto.
Attività fisica pure fa bene. Ed inoltre anche un qualcosa di sfogo. Ho comprato un sacco da pugile e quando mi sento quel magone dentro inizio a colpirlo. Anche 5-10 minuti già fanno bene.
.

Ultima modifica di Keith; 12-02-2019 a 20:40.
Vecchio 12-02-2019, 19:32   #4
Esperto
L'avatar di Guybrush
 

Quote:
Originariamente inviata da Jean Visualizza il messaggio
Ciao a tutti.

Leggo molto questo forum perché mi aiuta a sentirmi meno solo con i miei problemi, ma sono molto restio a scrivere, mi limito a qualche risposta molto sintetica ogni tanto. Mi piacerebbe raccontare qualcosa, ma la fobia è anche questo, comincio ad abbozzare un post poi ci ripenso.

Per lavoro vivo, solo come un cane, lontano qualche centinaio di km dalla mia famiglia d'origine, che assieme all'ufficio è l'unico legame che ho con il mondo esterno. Grazie alla mia fobia (se no che ci facevo in questo forum?) mi sono fatto terra bruciata intorno. Faccio un lavoro d'ufficio che odio, ma che di questi tempi è considerato oro.

Dopo un 2018 stressante (periodaccio a lavoro, un lutto e problemi di salute vari) è arrivato il periodo dell'anno che per me è sempre stato il più difficile: gennaio. La fine delle festività natalizie quest'anno mi ha trovato più fragile del solito. C'è da aggiungere che da settembre avevo interrotto - dopo averli scalati gradualmente - tutti i farmaci e ho smesso di vedere lo psichiatra (non ne potevo più degli effetti collaterali).

A questo punto è bastato un niente (cambiamenti sul lavoro, più una delle mie solite paure ipocondriache scatenate da una tendinite) per farmi peggiorare. Ma era solo l'inizio.

Due settimane fa il tracollo. Ero in ufficio, una giornata più stressante del solito, quando mi assale il panico.
Cerco uno stanzino isolato, chiamo mia madre per sfogarmi e chiederle se posso passare da loro un po' di tempo per staccare dal lavoro e lei scoppia a piangere (in famiglia abbiamo altri problemi e poi mica è la prima volta che entro in crisi), se la prende con me perché mi rivolgo sempre solo a lei e mi passa mio padre, che si incazza e basta. Dicono che devo farmi aiutare da uno psicologo e che non ne vogliono sapere.

Porte chiuse in faccia. Con un attacco di panico in corso.

Parte il rimuginio. I miei sono anziani, la loro reazione mi ha spinto a "visualizzare" la mia vita quando loro non ci saranno più. Ho anche immaginato di ricevere diagnosi di malattie mortali solo di fronte ai medici senza qualcuno a fianco ad abbracciarmi.

Fino a poco tempo fa la mia solitudine era come un rifugio caldo, la mia comfort zone. All'improvviso è diventata un abisso colmo di angoscia.

Da giorni ormai dormo fino alle 3 al massimo, poi mi sveglio, ripartono il rimuginio, le angosce, i pensieri ipocondriaci, la tachicardia e mi tocca andare in ufficio agitatissimo dopo 3 ore di sonno.

Ho passato con la mia famiglia l'ultimo fine settimana, come faccio circa una volta al mese. Altro che beneficio... crisi di pianto a ripetizione (in loro presenza sono riuscito a trattenermi). Domenica mattina sono andato ai giardini pubblici dove mi sono appartato in un angolo e giù a singhiozzare.

Nel frattempo il medico di base mi ha prescritto una blanda dose dell'ansiolitico che prendevo prima di interrompere i farmaci. L'unico risultato è che il primo ciclo di sonno è più robusto e che quando mi risveglio il cuore non mi batte all'impazzata. Ma l'angoscia resta, è pesante, in ufficio sono uno zombie, a breve si accorgeranno della mia presenza-assenza.

Non so che fare. Vorrei chiudere gli occhi ed evaporare.

(Mi scuso se il post può sembrare uno sconclusionato minestrone. Ho cercato di aggiustarlo il più possibile).
Da qualche settimana vivo nella tua stessa situazione. I miei genitori sono un po più giovani ma comunque il rischio che si ammalino è molto alto e per me sarebbe finita. Immagino continuamente di ritrovarmi nelle peggiori situazioni che dovrei affrontare completamente solo. Dormo male, ho continuamente delle crisi di pianto, ho perso interesse per qualsiasi cosa.

Non so come uscirne ma ti capisco benissimo
Vecchio 12-02-2019, 21:31   #5
Principiante
 

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
.
Sì, quando sarà il momento penserò anch'io ad una exit strategy, non ha molto senso soffrire e assistere impotenti al proprio disfacimento.

Quanto al sonno, finora ho usato solo i soliti ansiolitici, chiederò al dottore se è il caso di passare a qualcosa di più specifico per il sonno. Il mio problema è il risveglio alle 3 di notte, è sempre stato così. Ma in tempi tranquilli mi riaddormentavo subito e mi facevo almeno altre 2 ore.

Devo tenere occupata la testa in qualcos'altro. Altrimenti non ne esco.

Per il resto, grazie per i consigli
Ringraziamenti da
Keith (12-02-2019)
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