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21-09-2021, 05:36
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Ubicazione: R'lyeh.
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Il dungeon synth è nato dal black metal, dalla costola ambient.
Il dungeon synth è difficile da definire, ha una sua identità cioè un immaginario dark fantasy, medievale.
Tuttavia, non ha uno stile definito. Le tracce hanno come obiettivo evocare sensazioni, ambientazioni, con sintetizzatori in prima linea.
Il genere sarà familiare a chi ha giocato RPG fantasy vecchia scuola.
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Ultima modifica di Laurence; 21-09-2021 a 05:38.
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21-09-2021, 11:01
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
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Messaggi: 5,151
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È divertente che nella musica si cerchi di dare un etichetta ad ogni sfumatura possibile di un genere musicale... a volte escono fuori delle definizioni che suonano strane e fanno pure ridere (non è questo il caso).
Finita la riflessione, in effetti questo brano mi ricorda proprio le colonne sonore dei giochi anni 80/90 come castlevania, adoro pure i sinth e le musiche chiptune 8 bit e 16 bit ( stile super nes).
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21-09-2021, 12:02
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,651
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Seguo con interesse
Anche il disco bistrattato di Burzum si potrebbe definire così?
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21-09-2021, 22:03
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Ubicazione: R'lyeh.
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Sì i due album realizzati in prigione di Burzum sono dungeon synth.
Mortiis è uno dei primi e forse il più importante progenitore del dungeon synth, Burzum, però, ha aperto la strada a questo genere.
Gli fu consentito solo l'utilizzo di sintetizzatori in prigione.
La scena black metal aveva deriso Burzum per il sound MIDI da videogioco Nintendo di Dauði Baldrs, non reggeva il paragone con Filosofem.
L'intenzione non era superare Filosofem né era così sorprendente la decisione di dedicarsi a qualcosa di ambient e più astratto, viste le tracce inserite in suoi precedenti lavori metal.
Burzum voleva un microfono che gli fu negato dalle autorità norvegesi.
La musica doveva solo fare da sottofondo a una voce che narrava le vicende della morte di Baldr, Burzum sentiva il bisogno di divulgare le proprie teorie.
Il re vichingo, con il mantello azzurro ricoperto di svastiche che si inchina di fronte a un prete, lascia poco spazio all'immaginazione di quali teorie si tratta.
Considerato che Varg non poteva far uso di vari strumenti in prigione, Dauði Baldrs è un lavoro primitivo: gli strumenti non hanno un suono autentico poiché imitati, il sassofono nella prima traccia, il violino, le conseguenze di registrazioni MIDI.
Il miglior modo per descrivere questo album è "OST di Final Fantasy ma in stile dark fantasy con un po' di Zelda qua e là".
Dauði Baldrs è composto di melodie ripetitive, ma la musica di Burzum in generale è fatta così.
La sua musica ha come obiettivo portarti in un altro mondo, uno di fantasia, che deriva dalla sua insoddisfazione per il mondo reale.
Questo album esprime solitudine, voglia di scappare e ritrovarsi in mezzo a una foresta, non la realtà in cui si trovava, una fredda cella.
In Dauði Baldrs, Burzum muore per far spazio a Varg, con l'ideologia che prende il sopravvento sul lato musicale.
Musicalmente non regge il confronto nemmeno con il resto del dungeon synth a cui ha aperto la strada o a tracce ambient.
Ma la solitudine che esprime resta qualcosa di magico.
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21-09-2021, 22:31
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
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Quote:
Originariamente inviata da Teach83
È divertente che nella musica si cerchi di dare un etichetta ad ogni sfumatura possibile di un genere musicale... a volte escono fuori delle definizioni che suonano strane e fanno pure ridere (non è questo il caso).
Finita la riflessione, in effetti questo brano mi ricorda proprio le colonne sonore dei giochi anni 80/90 come castlevania, adoro pure i sinth e le musiche chiptune 8 bit e 16 bit ( stile super nes).
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Questo genere a dire la verità non aveva un vero e proprio nome.
Mortiis, uno dei pionieri del genere, definiva i suoi lavori come "dark dungeon music", altri dicevano "medieval" o semplicemente dark ambient, tutto era nebuloso.
Solo nel 2011 è nato il termine dungeon synth, dopo che un fan aprì un blog chiamato "The Dungeon Synth Blog" dove condivideva lavori di Mortiis, Wongraven, Depressive Silence etc. Su quel blog condivideva album e tracce che dal suo punto di vista erano "dungeon synth", creando un grande archivio.
Questo genere ha troppa creatività, sfumature e variazioni per essere etichettato in un solo modo o collegato a specifici suoni.
Riguardo i synth e i chiptune, questa traccia di Burzum ricorda quei videogiochi con la sua atmosfera.
Fredda, ma rassicurante.
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Ultima modifica di Laurence; 21-09-2021 a 22:42.
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21-10-2021, 07:05
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#6
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Esperto
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Where Shadows Lie di Jim Kirkwood è un album "dungeon synth", definito come tale, così come tanti altri album di Kirkwood (80 album) solo anni dopo.
La musica di Kirkwood ha un che di rock sinfonico fuso con elettronica di stampo scuola berlinese, il tutto condito da suoni fantasy che ricordano lo spirito del dungeon synth. Il suo lavoro influenzato tante band dungeon synth, con il duo Depressive Silence che ricorda molto Kirkwood per la sua atmosfera.
Per alcuni, questo è il primo album dungeon synth. Uscito nel 1990, precede Burzum, Mortiis, e Black Aria di Danzig.
Nel 2012 decise di allontanarsi dalla musica, per focalizzarsi sul dipingere e rivalutare il suo percorso spirituale.
Kirkwood aveva idee pagane, che si riflettono nella sua musica e album, con una marcata ostilità verso la fede Cristiana.
La fine di questo cammino l'ha portato a convertirsi al cristianesimo, confessando apertamente di credere sia storicamente che spiritualmente in Cristo, sottolineando che questo influenzerà i contenuti della sua musica.
Kirkwood ha smesso di fare musica in questo stile, rinnega i suoi vecchi lavori per essere "contaminati" da contenuti riconducibili al paganesimo/gnosticismo e il fantasy.
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21-10-2021, 08:00
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#7
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Esperto
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Anno 1987, esce Deathcrush dei Mayhem, il loro primo EP.
Ignorando praticamente tutte le altre tracce, si va dritti a (Weird) Manheim.
Manheim è probabilmente la prima traccia dungeon synth. Inquadra perfettamente il mistero e la freddezza classica del genere, con malinconia di fondo e un'atmosfera da funerale.
1992, uscita del primo album da solista di Burzum.
Channeling è in linea con il resto del dungeon synth futuro.
Come tante tracce di Burzum, mira a trasportarti in un'altra realtà.
Qui desidera immedesimarti in qualcuno che assiste alla nascita di una divinità, uno dei tanti la quale anima è stata raccolta e pronta a essere sacrificata per il nuovo Dio.
E' ipnotizzante.
Una traccia colma di nebbia, oscura, ma al contempo elegante.
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24-10-2021, 00:16
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
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Håvard Ellefsen, ex bassista degli Emperor, dopo circa un anno con loro intraprende una carriera da solista formando "Mortiis", che anni dopo diventerà una vera e propria band e non solo una one man band.
Mortiis entra a far parte nella band degli Emperor a soli 15 anni, entrando anche nell' Inner Circle di cui facevano parte gli Emperor insieme ai Mayhem e Burzum.
Nel 1992, l'Inner Circle fu protagonista di vari crimini: 50 chiese bruciate e furono presi di mira vari cimiteri, dove più di 1000 tombe furono profanate e imbrattate con simboli satanici.
I "trofei" di questi saccheggi, principalmente croci e altri simboli a sfondo sacro, sono stati usati per addobbare l'Helvete cioè il negozio di dischi di Euronymous, fondatore dei Mayhem. Un luogo in cui si riunivano vari personaggi della scena black metal norvegese.
Oltre a queste cose, Faust, batterista degli Emperor, nel frattempo aveva ucciso un omosessuale con 37 coltellate, attirandolo in una foresta fingendo di ricambiare le sue avances. Omicidio compiuto non per ragioni d'odio, ma per puro gusto di uccidere una persona e quel ragazzo, disposto a seguirlo nella foresta, era la sua occasione. Inizialmente la polizia non aveva nessun sospetto su cui indagare, quindi per un anno Faust rimase impunito e in libertà.
Tuttavia, aveva raccontato di questo evento a Euronymous, Burzum, e infine Mortiis.
Nel 1993, quando Burzum ammazzò Euronymous, si comincia a fare luce anche su Faust che confesserà l'omicidio, oltre ai roghi.
Voci di corridoio dicono che Mortiis sia scappato dalla Norvegia per andare in Svezia e quindi evitare ritorsioni da parte di Faust o altri membri dell'Inner Circle, avendo comunicato alla polizia informazioni che avrebbero incastrato il batterista degli Emperor.
Il vero motivo era tutt'altro, Mortiis era impaurito dai crimini dell'Inner Circle, mosso dalla paura e l'arresto di Faust, scappò in Svezia per eludere le autorità.
Da una sua intervista, riguardo l'Inner Circle:
Quote:
Eravamo molto ingenui, era tutto molto estremo, ho apprezzato la creatività, la buona musica che abbiamo fatto, anche oggi apprezzo quelle cose, ma i roghi delle chiese e gli omicidi delle persone erano cose orrende, non c’è motivo per cui tu possa uccidere qualcuno e bruciare chiese per fermare una religione. Puoi contestare una religione ma non bruciando le chiese. Non mi importa davvero di queste cose, ma la musica che è stata creata nel triennio 1991/1992/1993 è stata molto bella.
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E qui una sua risposta a una domanda dove gli viene chiesto cosa ne pensa della moderna scena musicale norvegese:
Quote:
Non ne ho idea, io esisto nel mio piccolo, non esco mai di casa a meno che non sia necessario, non esco con nessuno a meno che non sia necessario, le uniche volte che esco è per lavoro e per alcuni spettacoli dal vivo, oppure per comprare del cibo. A parte questo, a dire il vero, non ho nessuna informazione da più di dieci anni. Vivo come un eremita.
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Dunque, Mortiis è un fobico certificato. Scherzi a parte, Mortiis è una delle poche persone sane uscite dall'Inner Circle.
Finita la parentesi disavventure, ora si parla di The Song Of a Long Forgotten Ghost, il primo lavoro "dark dungeon music" (termine usato da Mortiis), il primo lavoro dungeon synth.
Qui inizia il materiale "Era 1" di Mortiis, anno 1993, ora allontanato dagli Emperor e senza alcun piano per portare avanti la sua carriera, acquista una tastiera Roland e inizia a registrare il suo primo demo, segnando la prima volta che un musicista black metal pubblica un lavoro che sembrava apparenemente il tipico demo da metallaro, ma che in realtà era composto interamente da strumentali e suoni non tradizionalmente associati al black metal.
Un demo lungo un'ora che consiste solo di poche melodie diverse che si ripetono spesso in questa unica traccia.
La registrazione è di bassissima qualità e i synth sono scadenti.
Solo questo fa pensare a qualcosa dicatastrofico ma le sequenze ritmiche, la melodia, riescono a dare un certo tono a questa traccia, nonostante la produzione.
Nella loro semplicità contribuiscono a dare l'impressione che questo demo è spettrale e dimenticato dal tempo, con la sua amarezza e tristezza, dolore.
Verso la fine, la canzone inizia a faticare sempre di più lasciando spazio a una melodia ancora più triste, con in sottofondo un fragore cupo.
Un boato che pone fine alla canzone.
Chi è questo fantasma dimenticato, cosa vuole comunicare con la sua canzone? Malessere, malinconia, solitudine, disperazione, depressione?
The Song of a Long Forgotten Ghost ha una qualità onirica, emana un'atmosfera strana ma che nel suo insieme, in determinati punti, affoga l'ascoltatore con la sua tristezza.
Una produzione tremendamente amatoriale che resta a testa alta grazie alla profondità di emozioni che trasmette.
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04-12-2021, 00:08
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Ubicazione: R'lyeh.
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Si ritorna a parlare di nuovo di proto-dungeon synth, dunque di Jim Kirkwood.
Specificamente, parliamo di King of the Golden Hall, il suo secondo album. Uno dei suoi album più medievali, rispetto al resto che si focalizzano di più sul lato elettronico, uno dei tanti motivi per cui il dungeon synth è stato consacrato da Mortiis e non da lui poiché ha intrapreso un percorso diverso.
King of the Golden Hall è un album magnifico che purtroppo non è assai conosciuto, nemmeno nei circoli dungeon synth.
Album ispirato al Signore degli Anelli, che ci porta da Rohan alle rovine di Moria. Forse oggi non sembra particolarmente originale come idea avere un album ispirato alla saga degli Anelli, ma resta sempre affascinante osservare come diversi artisti provano a incanalare nella loro musica l'atmosfera, il pathos, del mondo di Tolkien verso cui nutrono grande stima.
E l'album ha un sound iniziale paragonabile al dungeon synth, ma rapidamente passa a un sound ispirato ai Tangerine Dream, creando una fusione fra i due. Un sound, quello dei Tangerine Dream, che Kirkwood porterà con sé nei futuri album e sarà sempre più prepotente, affogando la componente medievale.
Dal 1990 ad oggi, questo album è senza tempo, un grande equilibrio fra sezioni ritmiche e altre più spirituali, astratte e riflessive. Ascoltare questo album durante una giornata di pioggia, di freddo o neve, gli dà una nuova dimensione, anzi, amplifica il mondo che vuole trasmettere al suo ascoltatore.
Non ho molto da dire su questo album, parla da sé. Non ha bisogno di grandi analisi o troppi commenti per far capire la sua immensità.
La prossima volta parlerò dell'album che ha definito il dungeon synth come lo conosciamo oggi, almeno una parte di esso.
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04-12-2021, 00:18
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#10
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Ubicazione: Palermo
Messaggi: 249
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Pensavo di essere l'unico cultore del genere in Italia
Qua il mio album preferito di ds (per quanto riguarda le nuove leve, ovvio che "Fjelltronen" e quelli che hai già citato si pongono su un livello superiore):
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Ultima modifica di Brutto Vero; 04-12-2021 a 00:28.
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04-12-2021, 03:09
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Ubicazione: R'lyeh.
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Quote:
Originariamente inviata da Brutto Vero
Pensavo di essere l'unico cultore del genere in Italia
Qua il mio album preferito di ds (per quanto riguarda le nuove leve, ovvio che "Fjelltronen" e quelli che hai già citato si pongono su un livello superiore):
https://www.youtube.com/watch?v=Ne8fzMxX2Ps
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Purtroppo il DS non ha tanto seguito nel nostro paese, un peccato, perché è unico. Ho aperto il topic qui per farlo conoscere ad altri, condividendo le basi del genere.
Comunque ottima aggiunta l'album, pensavo di postarlo eventualmente.
Fa da contrasto con tutte le uscite di decenni fa che ho postato, mostra come si è evoluto il dungeon synth.
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04-12-2021, 13:02
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#12
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: Paris, Rue de la Merde
Messaggi: 4,562
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04-12-2021, 17:16
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#13
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Ubicazione: Palermo
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Quote:
Originariamente inviata da Laurence
Purtroppo il DS non ha tanto seguito nel nostro paese, un peccato, perché è unico. Ho aperto il topic qui per farlo conoscere ad altri, condividendo le basi del genere.
Comunque ottima aggiunta l'album, pensavo di postarlo eventualmente.
Fa da contrasto con tutte le uscite di decenni fa che ho postato, mostra come si è evoluto il dungeon synth.
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Per curosità hai un profilo su last.fm?
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05-12-2021, 00:15
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
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Quote:
Originariamente inviata da Brutto Vero
Per curosità hai un profilo su last.fm?
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No, non ne faccio uso. Ma a volte ho pensato di fare un profilo lì.
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05-12-2021, 00:24
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#15
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Ubicazione: Palermo
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Quote:
Originariamente inviata da Laurence
No, non ne faccio uso. Ma a volte ho pensato di fare un profilo lì.
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Te lo consiglio, in base ai miei ascolti mi consiglia un sacco di nuovi progetti ds. È così che io mi tengo aggiornato sulle nuove uscite.
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05-12-2021, 00:43
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
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Quote:
Originariamente inviata da Brutto Vero
Te lo consiglio, in base ai miei ascolti mi consiglia un sacco di nuovi progetti ds. È così che io mi tengo aggiornato sulle nuove uscite.
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Apprezzo il consiglio, lo terrò a mente. Sarà utile per tenermi aggiornato su nuove uscite non solo tramite l'ausilio di Youtube e forum dedicati al ds.
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24-03-2022, 01:46
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
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Dopo il successo con i Misfits e una parentesi nell'heavy metal di altrettanto successo, Danzig si dedica a qualcosa di più astratto, sperimentale.
Il debutto sinfonico di Danzig ha qualche difficoltà, i contesti punk e heavy metal in cui ha bazzicato non danno la formazione adeguata per un progetto sinfonico, ma non si può dire che il risultato finale, anche se inciampa lungo la via, non sia interessante.
Un gran miscuglio di strumenti, "Black Aria" non prova a inseguire un determinato suono ma cerca di rendere ogni traccia unica.
In sé non è qualcosa di negativo, tuttavia Danzing si ossessiona con determinati suoni ripetendoli invece di lasciarli metabolizzare dall'ascoltatore, non lascia respirare né evolvere alcune tracce.
La ripetizione fa parte del dungeon synth, ma allungare troppo certi segmenti può essere logorante, bisogna costruire qualcosa che può trasmettere determinate idee e visioni, non un semplice suono ascoltabile e ripetibile all'infinito.
Questa ricerca di suoni originali, rendere tutto indipendente senza coesione, porta a una certa dissonanza che può rendere l'ascolto, soprattutto un primo ascolto tremendo: basta ascoltare "And the Angels Weep" e poi "Cwn Anwnn" dove si passa dal minimalista, sereno e melodico pianoforte a dei synth di scarsa qualità con una voce femminile in sottofondo e percussioni assordanti.
Considerato il background musicale di Danzing prima di questo album, tracce come "Overture of the Rebel Angels", "Dirge of Defeat", e "The Morrigu" superano ogni aspettativa.
Tematicamente l'album inizia con la ribellione di Lucifero e i suoi angeli, che si conclude con "And the Angels Weep".
Lascia spazio a "Shifter", con ululati in lontananza e un'atmosfera gelida, introduce la parte finale dell'album che trae influenza dalla mitologia celtica. Shifter introduce con i suoi ululati i Cwn Annwn, i cani dell'Annwn, spettri dell'Oltretomba legati alla Caccia Selvaggia.
Subito dopo subentra "The Morrigu", Morrigan, divinità associata alla guerra e alla morte.
L'album si conclude con "Cwn Annwn", che segna l'arrivo dei segugi e l'inizio della Caccia Selvaggia, che ucciderà chiunque oserà ostacolare il loro cammino.
Non ci sono grandi lodi in questo commento a Black Aria, ma penso che merita almeno un ascolto: tanti dei suoi suoni fanno parte del dungeon synth. La tastiera è palese, suoni compressi oltremodo e assai sintetici ma creano un'atmosfera più che interessante e capace di travolgerti.
Quote:
Originariamente inviata da Glenn Danzig
"Questo non è un disco rock. Non ha lo stesso suono di quello che ho fatto in passato. Alcune persone non lo capiranno e questo va bene, ci sono abituato. Ma per coloro che capiranno e apprezzeranno il potere e la maestosità al suo interno, che questo vi porti in un luogo dove non siete mai stati, un luogo che avreste sempre voluto visitare.
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21-05-2022, 10:56
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Ubicazione: R'lyeh.
Messaggi: 948
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INTERMEZZO: SECRET STAIRWAYS, PARTE 1.
Quando un artista viene a mancare causa suicidio, le persone si ossessionano nel cercare un grido d'aiuto nella sua musica anche quando non c'è, autopsia macabra della sua musica.
E' così per Matthew Davis, del progetto solista Secret Stairways, morto suicida nel 2011.
Il dungeon synth, come il black metal, è caratterizzato da registrazioni grezze che dà alla musica una qualità aspra, sconfortante ma rilassante: gli dà una qualità "epica" da colonna sonora per un videogioco o un film fantasy, descrizione adatta per Enchantment of the Ring.
Album che si distingue dal DS moderno per la sua forte influenza New age, Davis ha lavorato con tante limitazioni, dai synth non particolarmente variegati a registrazioni non di spiccata qualità, ma il risultato finale è di tutto rispetto e regge al confronto con opere di più curate.
Enchantment of the Ring uscì nel 1997, su cassetta. Di conseguenza, si sentono tutte le imperfezioni causate da essa nelle otto tracce, danno una nuova dimensione all'esperienza: dà la sensazione di aver trovato un antico relitto da un'altra era, un altro mondo, qualcosa di dimenticato.
L'album inizia con "What Lies Beyond The Door", tra suoni martellanti e freddi synth, che lentamente vengono sopraffatti da una chitarra sempre più crescente.
Lammas Tide, con i suoi cori trasmette contemporaneamente armonia e malinconia.
E' qualcosa di profondamente catartico.
Il passaggio dalla spensierata Collecting Primroses all'ansiogena Finvarra's Chessboard è fantastico.
Si chiude con Onward to Hy-Breasail, con il mare, il suono delle onde che avvolge la traccia insieme al vento.
Questa traccia trasmette serenità. E' la conclusione di un viaggio, mentre ci si affaccia verso nuovi orizzonti, facendo riferimento all'isola leggendaria di Hy-Breasail.
Onward to Hy-Breasail è il capolavoro di questo album, da brividi.
In conclusione, Enchantment of the Ring non trasmette tristezza o desiderio di suicidio da parte di Davis, ma qualcosa di più. Non sento tragedia nella sua musica, ma accettazione di ciò che ha davanti.
E' un album solitario, un viaggio introspettivo dentro di sé alla ricerca di un significato, una riflessione sulla vita navigando verso incertezze.
Il finale, lanciarsi verso Hy-Breasail, racchiude alla perfezione il messaggio: senza nulla all'orizzonte, salpare verso la leggendaria Hy-Breasail per porre fine a ogni dubbio e vedere la realtà con i propri occhi, accettando la possibilità che l'isola leggendaria non esiste, che il significato della vita non esiste.
E' impressionante che Davis sia riuscito a creare questa magia con synth modesti, ma usati al massimo delle loro capacità.
Uno dei migliori album Dungeon Synth, insieme agli inizi di Mortiis e Depressive Silence II.
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