un gesto tale lo capisco in piena tranquillità e senza nessun tipo di osservazione nè tantomeno giudizio,figuriamoci.
Per il semplice fatto che perchè arrivi ad un punto che vedi solamente sofferenza,ma prima di farlo bisogna chiedersi un paio di cosette e parlarsi in modo molto lucido e schietto...e quello sarà il momento in cui ti guardi le scarpe,giri e fai retrofront. Almeno,io ho agito sempre così.
E non per paura del gesto in se,perchè arrivi anche alla fase che non hai piu paura.
ma le domande che mi sono posto e mi pongo ancora,intimamente,sono queste:
ho voluto cambiare?
ho preso la decisione? risposta automatica: non prendere una decisione è impossibile,già non prendere una decisione vuol dire decidere.
cosa ho fatto per cambiare? ho accettato di stare male per migliorare?
avevo un piano? se no,perchè? se si,perchè l'ho mollato?
se non potevo aiutarmi da solo,ho chiesto aiuto? se si,a chi e quanto ho collaborato?
me la sono raccontata? se si,mi ha aiutato? se no,mi ha aiutato?
e alla fine mi provoco sempre con questa frase di johnny rotten,personaggio che adoro fra l'altro :
"crepare è semplice,san farlo tutti..."
e con quest'ultima,già ben stizzato,cedo totalmente e cerco strade alternative