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04-04-2008, 09:59
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#1
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Esperto
Qui dal: May 2006
Ubicazione: Sud Lazio
Messaggi: 1,784
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Di nuovo salve a tutti....
Lo so, è un topic che forse in molti hanno proposto già da tempo..... però volevo, se possibile, ributtare li la domanda..... in un'altra salsa però....
quindi vi chiedo.... c'è, tra i vostri, un genitore che influenza particolarmente tutto ciò che vi riguarda? E parlo della vita in generale, le scelte e simili.... Un genitore che pretende di starvi continuamente vicino e che, se vogliamo, sa essere anche asfissiante col suo modo di fare, ma che, a ben vedere, risulta essere tutto fumo e niente arrosto?
Se si mi piacerebbe parlarne.... e soprattutto sapere come gestite questo tipo di situazione.... se riuscite, cioè, a sopportare tacitamente senza colpo ferire o se è un litigio continuo.....
Aspetto notizie e fiducioso vi saluto!
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04-04-2008, 12:18
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#2
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Banned
Qui dal: Sep 2005
Messaggi: 48
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E chi non potrebbe essere se non la figura materna
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04-04-2008, 13:12
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Cominciare a prendere le dovute distanze,gestire la propria vita in modo indipendente.Questo aiuta.
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04-04-2008, 14:32
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#4
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Intermedio
Qui dal: Feb 2007
Messaggi: 252
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..
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04-04-2008, 16:01
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2006
Ubicazione: Sud Lazio
Messaggi: 1,784
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[quote="Assorto"]
Quote:
Originariamente inviata da mariobross
Un genitore che pretende di starvi continuamente vicino e che, se vogliamo, sa essere anche asfissiante col suo modo di fare
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sì, se sono arrivato a questo punto lo devo anche a questo aspetto...
Quote:
risulta essere tutto fumo e niente arrosto?
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[quote]intendi che starebbe vicino al figlio non per affetto ma solo perché non saprebbe come riempire la propria giornata ? spiegati meglio, per favore[quote].
Grazie per avermi risposto..... cerco di essere più chiaro su quanto mi chiedi.... Spero di non dover mai arrivare a pensare una cosa del genere, te lo confesso.... Però quello che intendevo io è la preoccupazione eccessiva dei genitori apprensivi... L'affetto di un genitore è sempre infinito, salvo i casi particolari, ed è proprio difficile che un genitore agisca con odio verso i figli. Però come sappiamo un certo tipo di protezionismo può sfociare nell'apprensività e finisce col fare male...
Quote:
Se si mi piacerebbe parlarne.... e soprattutto sapere come gestite questo tipo di situazione....
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[quote]tentativo disperato di distaccamento psichico, in attesa di quello fisico (leggi "andare via di casa")[quote].
Ho capito... ci provo anchio ma non mi riesce bene.....
Quote:
se riuscite, cioè, a sopportare tacitamente senza colpo ferire o se è un litigio continuo.....
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[quote]Un rapporto morboso è fatto di litigi e di dipendenza allo stesso tempo.
Tutto sta a svegliare il bambino che ancora c'è in noi e piano piano farlo crescere.
Quote:
Hai ragione anche in questo.... e come si fa ad agevolare la crescita di questo bambino troppo cresciuto? Questo mi chiedo, visto che tutti hanno l'interesse, a quanto pare, a farci restare piccoli....
In sostanza diventare di genitori di sé stessi.
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04-04-2008, 16:14
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 666
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Quote:
Originariamente inviata da mariobross
Di nuovo salve a tutti....
Lo so, è un topic che forse in molti hanno proposto già da tempo..... però volevo, se possibile, ributtare li la domanda..... in un'altra salsa però....
quindi vi chiedo.... c'è, tra i vostri, un genitore che influenza particolarmente tutto ciò che vi riguarda? E parlo della vita in generale, le scelte e simili.... Un genitore che pretende di starvi continuamente vicino e che, se vogliamo, sa essere anche asfissiante col suo modo di fare, ma che, a ben vedere, risulta essere tutto fumo e niente arrosto?
Se si mi piacerebbe parlarne.... e soprattutto sapere come gestite questo tipo di situazione.... se riuscite, cioè, a sopportare tacitamente senza colpo ferire o se è un litigio continuo.....
Aspetto notizie e fiducioso vi saluto!
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Allora fino a 14-15 anni credo che bene o male ero legato "mentalmente" ancora ai miei genitori (idee di vita,politiche,religiose ecc...ecc...).
Poi maturando ho cambiato strada.
Oggi come oggi mi considero ateo/agnostico, filoanarchico e bene o male a chiunque mi sia davanti faccio capire che posso ascoltare un opinione, prenderla in considerazione, rispettarla in parte, venire incontro (se l'opinione è di una persona per me importante), ma che le mie scelte restano ora (che so' maggiorenne e vaccinato ) prettamente mie e solo mie.
Oserei dire che fino alla sua morte (pochissimi mesi fa) mia nonna era un punto fermo della mia vita. Probabilmente la persona che più amavo/rispettavo nella mia famiglia con cui ho spartito la stessa camera per anni, che ho aiutato giorno e notte fin da piccolino a causa della sua malattia.
Ecco volendo piuttosto di dare un dispiacere serio a mia nonna a volte mi sono limitato nelle parole e nelle scelte: esempio nelle discussioni in famiglia, nel manifestare il mio quasi totale ateismo/agnosticismo.
Mio padre ormai non vive più con me da oltre 1 anno (e comunque con lui il rapporto era difficile per tutti gli altri componenti--> odio/amore per divergenze caratteriali e soprattutto diversità dell'animo e sensibilità).
Mia madre in teoria sarebbe la persona più amprensiva di sto mondo...e che vorrebbe rientrare anche nelle scelte + banali (e che è pronta a martellare se si fanno scelte di vita/idee7valori differenti).
Diciamo che comunque dai 15-16 anni in poi il problema l'ho tenuto sempre meno in considerazione.
La vita è mia e mi spiace, non è perchè voglio meno bene a qualcuno, ma le mie scelte nel bene e/o nel male alla fin fine devo farle io (consigli e discussioni comunque sono sempre ben accette)
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04-04-2008, 16:47
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Parole che possono diventare fatti.Basta volerlo.
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04-04-2008, 17:38
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#8
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Principiante
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Ticino
Messaggi: 74
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Sono terrorizzato dai miei genitori..ho paura del loro giudizio..li ho delusi troppe volte. Nn ho mai provato un forte legame con loro..questo xché in alcune situazioni nn c'erano..passavo molto tempo dai nonni da piccolo,e questo ha fatto si che io mi legassi di piú ai nonni che ai miei. Con gli anni il rapporto con i miei va meglio,anche xché con mia mamma ora posso parlare senza venire aggredito. cmq mi sento piú legato alla mamma..
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05-04-2008, 04:27
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#9
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Avanzato
Qui dal: Jan 2008
Ubicazione: Il Paradiso che finisce
Messaggi: 371
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Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
Secondo me la fede è porsi in continuazione delle domande, avere dei dubbi: arrivare a 50 anni e pensare che Dio ti punisce se bestemmi è da perfetti idioti.
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05-04-2008, 11:09
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#10
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Intermedio
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: lucca
Messaggi: 259
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Quote:
Originariamente inviata da tomorrowWillBeOk
non sono mai riuscito ad abbracciare i miei....
Mi viene come un blocco...
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neppure a me. ma neanche loro sono mai riusciti ad abbracciarmi, neppure da piccolo. il fatto e' che io non riesco ad abbracciare nessuno e mostrare il mio affetto agli altri
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06-04-2008, 12:08
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#11
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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La mia situazione batte tutte le altre: non riesco a chiamare i miei con l'appellativo di "papà" o "mamma", non credo sia normale. Probabilmente manca da parte mia la volontà di mostrare confidenza nei loro confronti, e a questo si aggiunge il fatto che non ci guardiamo mai negli occhi né io li rendo partecipi di quello che faccio ora che non viviamo più assieme.
Ciò che più mi è stato trasmesso da loro è un senso di negatività e pessimismo nei confronti del prossimo: l'altro è colui che mira ad abbindolarti, a imporre la sua volontà sulla tua e di conseguenza tu ne devi stare lontano. Fin dall'età di 5 anni, quando un coetaneo veniva a giocare a casa mia, terminato il momento dello svago, mio padre veniva da me e mio fratello per spiegarci come quella fosse "casa nostra" e come noi dovessimo "farci rispettare a casa nostra" da "quello lì" perché "a casa nostra" dovevamo comandare noi.
Mia madre ovviamente ha fatto il grosso: non ha mai voluto che amici e coetanei varcassero la soglia di casa, ha costretto me e mio fratello a frequentare una scuola privata insieme nella stessa classe e fino alla laurea mi ha impedito di lasciare il nido famigliare.
Questa stessa negatività mi investe ogni volta che torno a trovarli. Esempio dialogico numero uno:
Madre: che hai fatto ieri sera?
Io: sono uscito con un amico
Madre: dove?
Io: siamo andati a bere qualcosa
Madre: non è con l'alcol che risolverai i tuoi problemi esistenziali
Esempio dialogico numero due:
Padre: quando finisci il corso?
Io: tra un mese
Padre: e poi?
Io: poi ci sarà l'inserimento in azienda
Padre: ma è un azienda seria o poi ti lasciano a casa?
Io: dipenderà da me e dalla loro esigenza di personale, come sempre
Padre: ho capito, vuol dire che non ti prendono
Insomma a casa mia si respira ottimismo come nelle miniere ucraine si respira aria pulita.
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06-04-2008, 13:23
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#12
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Intermedio
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: lucca
Messaggi: 259
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Esempio dialogico numero due:
Padre: quando finisci il corso?
Io: tra un mese
Padre: e poi?
Io: poi ci sarà l'inserimento in azienda
Padre: ma è un azienda seria o poi ti lasciano a casa?
Io: dipenderà da me e dalla loro esigenza di personale, come sempre
Padre: ho capito, vuol dire che non ti prendono
Insomma a casa mia si respira ottimismo come nelle miniere ucraine si respira aria pulita.
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ma non e' che abbiamo il solito padre?
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06-04-2008, 13:50
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Quote:
Originariamente inviata da andreattt
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Esempio dialogico numero due:
Padre: quando finisci il corso?
Io: tra un mese
Padre: e poi?
Io: poi ci sarà l'inserimento in azienda
Padre: ma è un azienda seria o poi ti lasciano a casa?
Io: dipenderà da me e dalla loro esigenza di personale, come sempre
Padre: ho capito, vuol dire che non ti prendono
Insomma a casa mia si respira ottimismo come nelle miniere ucraine si respira aria pulita.
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ma non e' che abbiamo il solito padre?
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Siamo fratellastri e neanche lo sapevamo!
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14-04-2008, 22:31
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#14
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Tra la Via Emilia e il West
Messaggi: 974
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Vi racconto la mia esperienza..
Pochi minuti fa stavo facendo un discorso io e mia madre sul figlio della sua migliore amica, nonchè mio amico, che vorrebbe licenziarsi dalla società in cui lavora attualmente per trasferirsi in una'altra città dove vive la sua ragazza. Il ragazzo in questione ha 21 anni, un diploma da informatico (quindi decisamente spendibile nel mondo del lavoro). Mia madre si lamentava perchè secondo lei è da pazzi lasciare un lavoro ben avviato per trasferirsi lontano da casa "per inseguire l'emozione del momento" (sue testuali parole) e che sarebbe giusto andarsene da casa verso i 28-29 anni, quando ormai sei pienamente autosufficiente e non sei più un ragazzino impulsivo. Io ribattevo che secondo me fa benissimo ad andarsene per cogliere l'attimo, e che se per caso la storia d'amore con questa ragazza finisse avrebbe cmq, vista la sua giovane età, la possibilità di tornare a casa.
Questo ragazzo tra l'altro ha 2 genitori piuttosto strani, la madre iperansiosa e protettiva, il padre molto quadrato e originale.
Fatto sta che ho concluso il discorso dicendo che non è più come ai suoi tempi in cui si lavorava e si trovava l'amore in paese, ma ormai i ragazzi d'oggi sono bombardati di continue informazioni e mezzi di comunicazione vari che fanno sì che vogliano provare quante più cose possibili nella vita prima di capire realmente cosa piaccia loro.
Tra l'altro questo discorso è arrivato dopo che io ho detto che mi piacerebbe andare via per qualche mese e che vorrei licenziarmi dal posto in cui attualmente lavoro, in cui sono stressatissimo e mal pagato. Considerando che ho quasi 26 anni, che non ho ancora trovato l'amore, che anche le amicizie ultimamente latitano, che il lavoro fa schifo e che vorrei cercarmi un master per continuare a studiare non mi sembra di fare nulla di male nel voler fare un breve periodo (cmq momentaneamente non superiore ai 6 mesi) all'estero come esperienza di vita. lei tra l'altro mi ha accusato di non darle mai una mano in casa e che lei ha sempre dovuto fare sacrifici per tutti (basti pensare che va tutti i giorni ad accudire al ricovero mia nonna, che 3 anni ha avuto un incidente e che da quel momento è pressochè demente) che sta aspettando il suo momento (a 51 anni) che non è ancora arrivato.
la sua mi è sembrata quasi una supplica per rimanere ancora un pò a casa (tra l'altro sono pure figlio unico), ma alla stesso tempo, non so perchè, mi sembrava che volesse quasi incoraggiarmi a vivere la vita come lei non è mai riuscita a viverla e di inseguire i miei sogni.
Tutto questo per dire che spesso i genitori tendono a limitarci per eccessivo affetto nei nostri confronti, che alla fine sono contenti quando noi possiamo realizzare i nostri sogni, ma che allo stesso tempo spesso provano una sorta di invidia per quello che siamo riusciti a fare e che loro non sono riusciti.
è per questo che consiglio a tutti di non preoccuparsi eccessivamente del giudizio di genitori e parenti, spesso ci vorrebbero tenere stretti a loro, perchè se ce ne andassimo lontano lo vedrebbero come una sorta di scarsa riconoscenza o come un sentore di loro fallimento personale.. ma in realtà, ne sono sicuro, in cuore loro sono realmente felici.
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14-04-2008, 22:37
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Pochi minuti fa stavo facendo un discorso io e mia madre sul figlio della sua migliore amica, nonchè mio amico, che vorrebbe licenziarsi dalla società in cui lavora attualmente per trasferirsi in una'altra città dove vive la sua ragazza. Il ragazzo in questione ha 21 anni, un diploma da informatico (quindi decisamente spendibile nel mondo del lavoro). Mia madre si lamentava perchè secondo lei è da pazzi lasciare un lavoro ben avviato per trasferirsi lontano da casa "per inseguire l'emozione del momento" (sue testuali parole) e che sarebbe giusto andarsene da casa verso i 28-29 anni, quando ormai sei pienamente autosufficiente e non sei più un ragazzino impulsivo. Io ribattevo che secondo me fa benissimo ad andarsene per cogliere l'attimo, e che se per caso la storia d'amore con questa ragazza finisse avrebbe cmq, vista la sua giovane età, la possibilità di tornare a casa.
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Stesso iter del mio amico.Lui ha scelto l'amore e si è trasferito.Ha trovato un buon lavoro,sta facendo carriera,ha lasciato il paesino e adesso è felice.
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14-04-2008, 23:16
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#16
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Tra la Via Emilia e il West
Messaggi: 974
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Quote:
Originariamente inviata da vetro
Quote:
Pochi minuti fa stavo facendo un discorso io e mia madre sul figlio della sua migliore amica, nonchè mio amico, che vorrebbe licenziarsi dalla società in cui lavora attualmente per trasferirsi in una'altra città dove vive la sua ragazza. Il ragazzo in questione ha 21 anni, un diploma da informatico (quindi decisamente spendibile nel mondo del lavoro). Mia madre si lamentava perchè secondo lei è da pazzi lasciare un lavoro ben avviato per trasferirsi lontano da casa "per inseguire l'emozione del momento" (sue testuali parole) e che sarebbe giusto andarsene da casa verso i 28-29 anni, quando ormai sei pienamente autosufficiente e non sei più un ragazzino impulsivo. Io ribattevo che secondo me fa benissimo ad andarsene per cogliere l'attimo, e che se per caso la storia d'amore con questa ragazza finisse avrebbe cmq, vista la sua giovane età, la possibilità di tornare a casa.
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Stesso iter del mio amico.Lui ha scelto l'amore e si è trasferito.Ha trovato un buon lavoro,sta facendo carriera,ha lasciato il paesino e adesso è felice.
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sono sempre più convinto che per dare una svolta alla mia vita dovrei imparare a cogliere veramente l'attimo, a "carpe diem". Fino a questo punto della mia esistenza non l'ho mai fatto, ma nelle ultime settimane ho come una sensazione diversa, che essere più impulsivo e meno ragionatore possa realmente portarmi a cambiare la mia vita.
lo so che non sarà facile, ma ho seriamente intenzione di vivere un'esperienza lontano da casa, tanto per iniziare..
Poi se mi troverò bene, potrò andarmene definitivamente di casa, ma perlomeno fatemi provare..
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16-04-2008, 23:02
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Oggi stavo riflettendo su una cosa che molto probabilmente è un'ovvietà (gli utenti più sgamati in fatto di scienze psicologiche e logiche mentali potranno infatti irridere alla scontatezza del mio assunto): il rapporto coi genitori costituisce la matrice di tutti i rapporti col prossimo. Io per esempio, subito dopo un'infanzia caratterialmente "quasi normale" sono diventato sempre più freddo e scostante nel rapporto coi miei, di anno in anno diminuiva la confidenza e l'apertura nei loro confronti fino a raggiungere situazioni in cui i dialoghi consistevano unicamente in sparuti mono/bisillabi. Il tutto si è poi trasferito nelle relazioni extrafamigliari, tramutandomi in una persona di poche parole, distaccata e incapace di comunicare calore umano o partecipazione affettiva.
A tutt'oggi alcune cose sono cambiate: le relazioni con il prossimo risultano un tantino meno problematiche ma permane quel senso di estraneità coi miei genitori, ai quali non comunico mai nulla della mia vita privata o delle mie preferenze.
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16-04-2008, 23:33
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#18
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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la mia vita sembra simile a quella di A_Bittersweet_Life_83.tra me e imiei genitori non ce mai stato molto dialogo,pero da bambino ero sempre educato,rispettoso gentile,in poche parole senza palle e questo mi ha rovinato perche mi ritrovo a 20 anni senza personalita,timoroso sociofobico,non so cosa fare della mia vita.ma ora mi sono rotto sto diventando un violento,a costo di mettermi contro tutti tanto sono solo solo voglio stare e solo saro.mia madre ha smesso di comandarmi come un burattino,e le sue prediche parla sempre delle stesse cose solidita concretezza senso del dovere,rispetto,valori,testa sulle spalle non me ne frega niente del suo conformismo.parla sempre dei figli dei suoi colleghi che si devono laureare ,mi paragona sempre agli altri figli,ma vada a uel paese.Un fobico e destinato a fare un lavoro umile,lei vorrebbe che mi rimettessi a studiare ma da quando ho scoperto di essere fobico ho perso interesse per lunica cosa che cera nella mia vita lo studio,ma anche qui cera la sua influenza. :!:
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23-04-2008, 17:27
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,122
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Mi sembri davvero una persona interessante Bitter: in te rivedo molto di quello che accade o è accaduto a me.
Peccato per te che io non sia una ragazza....
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05-05-2008, 00:52
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#20
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Principiante
Qui dal: Jan 2007
Ubicazione: Torino
Messaggi: 89
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Io vivo solo con mia madre da sempre..ma dire che lei è iperprotettiva è un eufenismo!°_° E' asfissiante..non mi lascia far niente, provare..e da alcune cose successe mesi fà..è sempre più attaccata a me, ma allo stesso tempo si lamenta ogni santo giorno con me. "Non fai mai niente, non studi, non mi aiuti..sei una delusione!" Ogni volta per uscire 4 ore al pomeriggio con degli amici la devo pregare in cinese e devo subire le sue lamentele per ore! Mi controlla tutto quello che faccio..non posso fare niente che lei non sappia! Cioè..si lamenta pure se vado sul balcone alla sera!!! 8O Non so più cosa fare della mia vita..non ho più voglia di fare niente..e i miei sogni stanno lentamente perdendo importanza dentro di me. L'unica cosa che mi ripeto sempre è la voglia di fuggire! Staccare un pò la spina da questa città, da questa famiglia, da questi amici..da tutto! Ma nonostante abbia una voglia matta..non posso farlo. Mia madre è troppo instabile emotivamente..una cosa del genere la farebbe andare totalmente fuori di testa. E io non so più che devo fare..non posso nemmeno fuggire..i miei amici nemmeno si accorgono dei miei problemi..per loro sono sempre buona, gentile, educata, simpatica ecc..non vedono che quello. Io realmente non so più che fare..vorrei solo che qualcuno mi "salvasse" :cry:
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