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Vecchio 10-11-2016, 19:50   #1
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Chi di voi si ritrova per un motivo o per un altro ad essere anaffettivo?
Io ultimamente lo ritengo uno dei miei principali problemi. Ho letto ora la lista dei sintomi su wikipedia e ve la riporto:

1.smodata dedizione al lavoro, importanza irragionevole ad aspetti materiali e narcisistici dell'esistenza;
2.comportamento regolarizzato secondo l'apprezzamento degli altri;
3.smodato apprezzamento sul piacere per l'estetica, l'immagine di cose e persone;
4.riduzione della capacità di godere di sé stessi, delle relazioni e della vita;
5.tentativi di fuggire dai ricordi di esperienze dolorose, del passato, dell'infanzia;
6.ripiegamento emotivo e freddezza;
7.organizzazione di un distacco emotivo difensivo;
8.tendenza a fuggire ogni occasione di relazioni sentimentali;
9.angoscia dell'abbandono;
10.tendenza a non credere alle altrui dichiarazioni di sentimento e affetto.
11.instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore (es. episodica intensa disforia o irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente, più di pochi giorni);
12.sentimenti cronici di vuoto.

Quelli in neretto sono i sintomi in cui mi riconosco.

Vorrei sapere se c’è qualcuno che ha problemi simili e a quali cause li imputa.
Inoltre se qualcuno li ha risolti potrebbe raccontarmi come ha fatto.
Mi sta dando parecchi problemi, soprattutto in famiglia.
Nel mio caso credo sia dovuto in generale ad una fuga dalla sofferenza prima, con un processo lungo e costante durato parecchi anni che mi ha portato all’isolamento, poi ad un tentativo di reprimere la paura che mi impediva di uscire dall’isolamento con il risultato che ho peggiorato la situazione arrivando ad essere definitivamente asettico. Ora sto cercando di riprendermi ma la cosa è particolarmente difficile.
Mi rendo anche conto che la cosa è dovuta ovviamente ad un eccesso di cervellotismo ovviamente causato da un’eccessiva introspezione e che ne causa altra.
Non manca la componente chimica: la carenza di dopamina credo e forse endorfina. Infatti puntualmente dopo un orgasmo ricompaiono molti sentimenti, ma la cosa non è che mi aiuta, innanzitutto perché il tutto è esageratamente ansiogeno e comunque nelle prime ore non sono sentimenti limpidi, secondariamente perché so che poi l’up passa ed è seguito da un down nel quale torna la situazione cervellotica e di chiusura e paranoia nonché semifobica…
Sto pensando di iniziare a fare attività sportiva regolarmente visto che ho la passione per la bici.
Poi pensavo che magari prendermi un cane potrebbe aiutarmi a risolvere il problema, alla fine da e riceve affetto senza pretese e senza emettere giudizi(altro grosso problema).
Ho visto che in momenti di grande e profonda accettazione di me, per come sono, mi ha fatto tornare per brevi periodi una forte emotività positiva che poi è presto scomparsa. La cosa mi ha un po’ illuminato perché ho ritrovato per brevi momenti dei sentimenti di un’intensità che avevo dimenticato.
Non escludo una terapia...

Opinioni consigli?
Vecchio 10-11-2016, 20:01   #2
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Mi ritrovo in molti punti ma non concepisco come si possa essere soddisfatti quando ci sono oggettivamente solo energie negative intorno a te e nessuno ti può rispondere alle seguenti domande:
-perché esistiamo?
-perché siamo qui?
ecc...ecc...
Vecchio 10-11-2016, 20:10   #3
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L'avatar di accendo&spengo
 

al contrario.. io essendo sociofobico desidero un casino l'affetto e specialmente darlo
Vecchio 10-11-2016, 20:12   #4
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Quote:
Originariamente inviata da accendo&spengo Visualizza il messaggio
al contrario.. io essendo sociofobico desidero un casino l'affetto e specialmente darlo
Anche io in passato, ma a lungo andare l'isolamento produce sofferenza e addirittura odio.
Da fobico l'affetto a chi lo dai scusa? A parte i familiari, che già sarebbe un risultato per me.
Vecchio 10-11-2016, 20:17   #5
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Penso di esserlo diventato col tempo, non mi ritrovo in tutti i punti ma non credo che questo cambi le cose. Non me ne importa niente di niente e nessuno, e vedo benissimo come sono arrivato a questo. Calci nel sedere in qualsiasi settore dell'esistenza: lavoro, affetti, amicizie... Non avevo un bel carattere da adolescente, tanti egoismi, lati sbagliati, tanti "torti" che potevo e posso ascrivermi, ma conservavo una sorta di slancio per dare una mano a persone e animali. Soprattutto negli ultimi 10-15 anni si è instaurato un circolo vizioso; dato che ho passato i 50 ho diversi conoscenti malati, gente che prima non mi cercava o poco mi cercava. Adesso le uniche telefonate sono di questi qui e ciò lungi dal muovermi a sollecitudine non fa altro che farmi incazzare: mai nemmeno una volta nella vita mi ha telefonato una donna dicendomi che avrebbe passato una settimana con me in uno chalet di montagna e avrebbe buttato la chiave (beninteso, intendo con entrambi dentro a divertirsi: le altre possibilità sono fin troppo semplici da realizzare). Però, persone che non sentivo da 20 anni si fanno vive. Questo chiaramente non è la causa ma uno degli effetti di questo circolo vizioso. Sempre meno amici, sempre più "disperato" per essere cercato solo da chi ha necessità e non trova nessuno, quindi sempre più rabbia verso il mondo. Che appunto, sta sfociando nell'indifferenza totale.

Pure mio padre ci ha messo del suo mentre era in vita, da che è morto, e son quasi due anni, non sono mai andato alla tomba di famiglia a fare un salto. Avrei veramente desiderato una vita come quella di Edoardo Stoppa, o comunque una persona che ha una bella vita grazie anche alla propria generosità, altruismo e sollecitudine. Ma anche senza aspirare al caso su un milione, anche un normale equilibrio affettivo tuttora lo desidero, e dato che situazioni che alimentino l'autostima ormai non ne posso più avere per meri motivi anagrafici, direi che mi rassegno a continuare a percorrere la strada dell'isolamento e del menefreghismo.
Vecchio 10-11-2016, 20:35   #6
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L'avatar di Tengu
 

Esattamente come te...curioso come gli altri punti siano invece lontanissimi dalla mia persona.

6. Non riesco a fermare il flusso dei miei pensieri, molti dei quali poco costruttivi. Ma non lo trovo un ostacolo finchè non si tratfa di pensieri ossessivi.
Si può imparare ad assumere dei comportamenti convenzionali per apparire dei tipi alla mano, partendo da uno stereotipo si può arrivare a personalizzare la propria "maschera".
8. Paura di essere respinto, di essere reputato noioso, disturbato, di non saper come soddisfarla. Punto dolentissimo, in cui con gli anni si rischia di degenerare.
11. Il mio umore non è assolutamente controllabile. Potrei vivere il più bel giorno della mia vita e sentirmi depresso da un momento all'altro.
12. Ecco, qui si può lavorare invece. Riuscire a capire ciò che piace e appaga veramente e dedicarvisi. Anche qui non è cosa scontata e mi ci è voluto del tempo.

Comunque...attività sportiva molto consigliata. Possibilmente qualcosa che implichi la presenza di altri umani. Io gioco a tennis, ad esempio.
Niente animali, appunto perchè sono tendenzialmente anaffettivo.
Vecchio 10-11-2016, 21:24   #7
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Quote:
Originariamente inviata da Tengu Visualizza il messaggio
Esattamente come te...curioso come gli altri punti siano invece lontanissimi dalla mia persona.

6. Non riesco a fermare il flusso dei miei pensieri, molti dei quali poco costruttivi. Ma non lo trovo un ostacolo finchè non si tratfa di pensieri ossessivi.
Si può imparare ad assumere dei comportamenti convenzionali per apparire dei tipi alla mano, partendo da uno stereotipo si può arrivare a personalizzare la propria "maschera".
8. Paura di essere respinto, di essere reputato noioso, disturbato, di non saper come soddisfarla. Punto dolentissimo, in cui con gli anni si rischia di degenerare.
11. Il mio umore non è assolutamente controllabile. Potrei vivere il più bel giorno della mia vita e sentirmi depresso da un momento all'altro.
12. Ecco, qui si può lavorare invece. Riuscire a capire ciò che piace e appaga veramente e dedicarvisi. Anche qui non è cosa scontata e mi ci è voluto del tempo.

Comunque...attività sportiva molto consigliata. Possibilmente qualcosa che implichi la presenza di altri umani. Io gioco a tennis, ad esempio.
Niente animali, appunto perchè sono tendenzialmente anaffettivo.
No altri umani no dai...
Vecchio 10-11-2016, 22:24   #8
Intermedio
L'avatar di accendo&spengo
 

Quote:
Originariamente inviata da Semifobico Visualizza il messaggio
Anche io in passato, ma a lungo andare l'isolamento produce sofferenza e addirittura odio.
Da fobico l'affetto a chi lo dai scusa? A parte i familiari, che già sarebbe un risultato per me.
lo darei a chiunque capiti..
Ringraziamenti da
pokorny (10-11-2016)
Vecchio 11-11-2016, 19:13   #9
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
A meno di non prendere atto, in qualche modo, almeno un minimo, della reale proporzione (o meglio, sproporzione) fra quel che si conosce di se (conscio) e quel che si è (che include anche l'inconscio) non credo si possa né affrontare né comprendere con significativa efficacia alcun problema psicologico.
Ok, e una volta preso atto di questa sproporzione(che poi non si capisce come si potrebbe,visto che non si può prendere atto di qualcosa di inconscio,non si può nemmeno prendere atto della sproporzione di cui parli...)?

Quote:
Originariamente inviata da Tengu Visualizza il messaggio
Comunque...attività sportiva molto consigliata. Possibilmente qualcosa che implichi la presenza di altri umani. Io gioco a tennis, ad esempio.
Niente animali, appunto perchè sono tendenzialmente anaffettivo.
Io vado in mountain bike, da solo nei boschi, per giunta su percorsi poco praticabili...
Vecchio 11-11-2016, 20:04   #10
Intermedio
L'avatar di Tengu
 

Però per essere semifobico sei uno che ama il rischio!
Io manco c'ho una bici...
Vecchio 11-11-2016, 20:40   #11
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio
Conoscere lo sconosciuto sarebbe in effetti una contraddizione, ma si può inferirne la grandezza. Riuscirci secondo me permette di mettere se stessi e i propri cambiamenti in una prospettiva molto più realistica.
Intendi dire che dovremmo tutti dare molta più importanza ad uno spirito di accettazione nei confronti di se stessi, in quanto è necessario a soppotare il non conosciuto. E dovremmo lavorare e aspettarci piccoli cambiamenti di cui dovremmo ritenerci soddisfatti vista la forza preponderante del nemico...?
Vecchio 12-11-2016, 00:47   #12
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Penso di esserlo diventato col tempo, non mi ritrovo in tutti i punti ma non credo che questo cambi le cose. Non me ne importa niente di niente e nessuno, e vedo benissimo come sono arrivato a questo. Calci nel sedere in qualsiasi settore dell'esistenza: lavoro, affetti, amicizie... Non avevo un bel carattere da adolescente, tanti egoismi, lati sbagliati, tanti "torti" che potevo e posso ascrivermi, ma conservavo una sorta di slancio per dare una mano a persone e animali. Soprattutto negli ultimi 10-15 anni si è instaurato un circolo vizioso; dato che ho passato i 50 ho diversi conoscenti malati, gente che prima non mi cercava o poco mi cercava. Adesso le uniche telefonate sono di questi qui e ciò lungi dal muovermi a sollecitudine non fa altro che farmi incazzare: mai nemmeno una volta nella vita mi ha telefonato una donna dicendomi che avrebbe passato una settimana con me in uno chalet di montagna e avrebbe buttato la chiave (beninteso, intendo con entrambi dentro a divertirsi: le altre possibilità sono fin troppo semplici da realizzare). Però, persone che non sentivo da 20 anni si fanno vive. Questo chiaramente non è la causa ma uno degli effetti di questo circolo vizioso. Sempre meno amici, sempre più "disperato" per essere cercato solo da chi ha necessità e non trova nessuno, quindi sempre più rabbia verso il mondo. Che appunto, sta sfociando nell'indifferenza totale.

Pure mio padre ci ha messo del suo mentre era in vita, da che è morto, e son quasi due anni, non sono mai andato alla tomba di famiglia a fare un salto. Avrei veramente desiderato una vita come quella di Edoardo Stoppa, o comunque una persona che ha una bella vita grazie anche alla propria generosità, altruismo e sollecitudine. Ma anche senza aspirare al caso su un milione, anche un normale equilibrio affettivo tuttora lo desidero, e dato che situazioni che alimentino l'autostima ormai non ne posso più avere per meri motivi anagrafici, direi che mi rassegno a continuare a percorrere la strada dell'isolamento e del menefreghismo.
Temo che la mia vita possa diventare così, e in parte già lo è. Persone che ci cercano solo per bisogno e mai per divertimento o semplicemente per due chiacchiere.
Alla fine sto diventando anaffettivo e provo meno empatia per gli altri perché gli altri non ne hanno provata per me quando avevo bisogno. Parlo degli "amici". E continuano a propormi sempre le stesse soluzioni che sanno benissimo che non sono per me congeniali.

Non provo molta empatia per gli altri perché sono convinto, giustamente o no, che i miei problemi siano maggiori dei loro.. poi ovvio che anaffettività porta distacco in un circolo vizioso duro a morire.

Vedo la mia vita arida, la giovinezza che sfiorisce, quella poca, pochissima avvenenza fisica che c'era scomparirà del tutto per fare posto ad un uomo vecchio sempre più stanco e invisibile, senza più neanche quella pochissima speranza che c'è ora.. ma tanto anche tutto questo prima o poi finirà
Vecchio 12-11-2016, 11:28   #13
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Mi ritrovo in almeno 7 punti su 12, non pensavo di essere messa così male
Io tendenzialmente sono sempre stata attenta agli altri, ai loro bisogni, alle loro emozioni (quelle palesi), per poi capire che dovevo e volevo lavorare su me stessa (lavoro tutt'ora in corso). Da qui e per altre cause personali, mi sono sempre più distaccata dai sentimenti, miei e altrui. E condivido questa cosa, Semifobico:
Quote:
Mi rendo anche conto che la cosa è dovuta ovviamente ad un eccesso di cervellotismo ovviamente causato da un’eccessiva introspezione e che ne causa altra.
Quote:
Poi pensavo che magari prendermi un cane potrebbe aiutarmi a risolvere il problema, alla fine da e riceve affetto senza pretese e senza emettere giudizi (altro grosso problema).
Te lo avranno già detto: un cane è un impegno non da poco. I cani sono capaci di un amore incondizionato, anche quando li sgridi o li allontani, loro continuano a considerarti l'uomo migliore del mondo, quindi se hai molto affetto da dare e il costante bisogno di farlo, allora è un'ottima idea!
(Mentre se hai dei periodi in cui non ne vuoi sapere di doverti prendere cura di qualcuno, non è il caso. Lo dico perchè non ti conosco, non voglio polemizzare, sia chiaro)

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
Alla fine sto diventando anaffettivo e provo meno empatia per gli altri perché gli altri non ne hanno provata per me quando avevo bisogno. Parlo degli "amici". E continuano a propormi sempre le stesse soluzioni che sanno benissimo che non sono per me congeniali.
Quoto.
Vecchio 12-11-2016, 15:40   #14
Esperto
L'avatar di redone
 

Mi ritrovo in molti punti,ho sempre saputo che in me c'era qualcosa di diverso e ho già sentito parlare di questa patologia ma non avevo mai letto tutte le caratteristiche che contraddistinguono l'anaffettività!
Vecchio 13-11-2016, 21:20   #15
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Quote:
Originariamente inviata da LemonTea Visualizza il messaggio


Te lo avranno già detto: un cane è un impegno non da poco. I cani sono capaci di un amore incondizionato, anche quando li sgridi o li allontani, loro continuano a considerarti l'uomo migliore del mondo, quindi se hai molto affetto da dare e il costante bisogno di farlo, allora è un'ottima idea!
(Mentre se hai dei periodi in cui non ne vuoi sapere di doverti prendere cura di qualcuno, non è il caso. Lo dico perchè non ti conosco, non voglio polemizzare, sia chiaro)

Quoto.
Si lo so che è un impegno, ne ho avuti 2 per 15 anni. E' un impegno a lungo termine, questa è la cosa che mi preoccupa e non il fatto che magari un giorno non ne voglio sapere di lui. Se poi tra due o tre anni ho da fare qualcosa, tipo spostarmi per lavoro, magari all'estero....che ne so, tutto è possibile. Questo mi preoccupa. Dovrei prendermi un cane vechietto...

Più che per dare affetto mi servirebbe per ritrovare un po' di spontaneità. Allafine se ci pensi ti rapporti con un essere totalmente spontaneo e con il quale puoi esserlo anche tu perchè lui non ti giudica. Credo che sul medio lungo termine può essere un aiuto.
Vecchio 15-11-2016, 12:23   #16
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina Visualizza il messaggio
io molti anni fa prendevo in affido a casa mia dei gattini del gattile in attesa che trovassero un proprietario che li adottasse
forse puoi fare la stessa cosa da te con qualche cagnolino?
Potrebbe essere un'idea...
Vecchio 15-11-2016, 13:21   #17
Avanzato
L'avatar di Ilsaggio
 

Penso di soffrirne ampiamente. A differenza tua però mi rivedo in tutti i punti ti che hai riportato. Chi piu chi meno.
Essere anaffettivo penso che voglia dire non esprimere i propri stati d'animo,per qualche motivo sconosciuto. Col passare del tempo si preferisce azzittire i propri sentimenti piuttosto che dargli voce, che siano di rabbia o di gioia.

Per quanto mi riguarda mi rendo conto di non essere in grado di fare complimenti e allo stesso modo riceverli. Tendenzialmente mi viene da offendere le persone.

Un altro punto che mi pesa molto è il consenso degli altri. Punto che mi pesa moltissimo e che vorrei cambiare. La mia paura di essere condizionato così pesantemente da qualcuno mi porta a non avere rapporti con nessuno, causandomi un forte stato di malessere.

L'anaffettività è veramente una cosa brutta, ma la vedo come una difesa a sofferenza ancora più grandi. Deve esserci per forza un motivo per diventare così.
Ringraziamenti da
cancellato16760 (15-11-2016)
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