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Vecchio 22-02-2015, 18:45   #1
Esperto
L'avatar di Gufetto
 

Attratto dalla prefazione, mi è capitato di leggere il breve "Le notti bianche" di Dostoevskij. Chi non l'ha letto lo faccia. Ecco la sintesi:

"Il tema del 'sognatore romantico', dell'eroe solitario che - come l'"anima bella" schilleriana che vive nel regno dell'ideale e dell'utopia estetica più astratta - trascorre i suoi giorni immerso nella dimensione del sogno, in un paradiso di illusioni, malinconicamente sofferente e lontano dall'incolore e consueta realtà dell'esistenza quotidiana, percorre come un filo di Arianna questo racconto. In una notte bianca, crudelmente reale, passeggiando solitario l'eroe del racconto incontra sul lungofiume una ragazza che risveglia in lui il sentimento dell'amore - il simbolo della temuta vita reale -, e coraggiosamente egli decide di fuggire dal regno dei sogni, e delle fantasticherie in cui trascorre i suoi giorni, aprendosi alla vita. Ma quando la ragazza gli rivela di amare un altro, la sua speranza svanisce, annullata dalla crudele vendetta del destino, ricacciata nella dimensione del sogno, a un tempo capace di dare felicità e sofferenza. Un regno delle illusioni che è anche metaforicamente simbolo del male."

L'amore come mezzo di accesso alla vita ma la paura della vita stessa e quindi anche dell'amore che è ciò che rende di esprimere al meglio la vita...
La paura dell'amore, philofobia o, italianizzato, filofobia...l'ultima volta che ho avuto emozioni assimilabili ad un sentimento d'amore era il 1996 o giù di lì, comunque adolescente. L'amore l'ho sempre conosciuto come emozione negativa, quando mi piaceva qualche tizia ero preso in sua presenza da sentimenti di vergogna, imbarazzo, paura e cose così... La paura della vita...la vita è bella fino alla tarda adolescenza, che io ho sempre identificato fino ai 22 anni...ora a 31 anni posso dire di combattere o perlomeno tenere a bada i miei demoni e di sopportare una vita fatta di routine e fughe tentate nella spensieratezza, senza mai riuscirci. Fino a qualche annetto fa pensavo che avrei voluto essere morto a 22 anni ma tutto sommato meglio tirare avanti, non perché mi aspetto qualcosa dal futuro ma perché magari ci sarà pur del bello anche se arriverà quando avrò 70 anni...
In quanto parzialmente sociofobico introverso l'amore è apertura e quindi per me e quelli come me è contronatura. Non ho mai creduto un attimo solo in vita che sarei piaciuto a qualcuna e difatti non è mai accaduto, ma non perché ho scarsa stima di me, o comunque non solo quello, ma perché non sono una persona di compagnia e adatta ad una vita di coppia, per quanto pensassi sia una cosa piacevole.
Insomma..penso sia tutto...
Ringraziamenti da
*Stellina* (25-02-2015), Garrus_92 (24-02-2015), SugarPhobic (23-02-2015)
Vecchio 22-02-2015, 19:51   #2
Banned
 

Grazie del consiglio, non lo conoscevo, deve essere interessante. Appena riesco lo leggo di sicuro.


Comunque, per un depresso o un fobico avere paura della vita è praticamente una cosa all'ordine del giorno. E' un po' come dire "Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo."
Io di mio desidero tante cose, ma non so se avrò mai la forza psicologica per affrontarle; perché poi, pensandoci bene, i miei disturbi potrebbero impedirmi di raggiungerle o di viverle appieno, visto che questo già succede con cose di piccola entità.

Ma per quanto riguarda l'amore, per me il discorso è un po' diverso.
Io ho paura della vita, di tanti aspetti della vita. Ho paura di affrontare determinate situazioni, a causa del disturbo evitante, dell'ansia e della timidezza. Sempre per il disturbo evitante ho paura di approcciarmi alle persone, perché ho il costante timore di essere giudicato, di venire respinto poiché non adeguato o desiderabile, e la paura di essere sempre fuori luogo quelle pochissime volte che riesco ad iniziare un discorso.
Perciò, per questi motivi, avrei timore ad iniziare una relazione con un'altra persona.

Quindi, ho paura dell'amore perché ho paura della vita? Ni.
Bisognerebbe distinguere l'amore non corrisposto dall'amore corrisposto. Nel primo caso si, non solo paura, proverei anche delusione, frustrazione, tristezza e conseguente depressione. Ma nel secondo caso no, perché so che la persona dall'altra parte non mi giudica ma anzi, prova le mie stesse sensazioni ed emozioni. Dopotutto non potrei avere paura di un qualcosa che forse è l'unica che può salvarmi.

Quote:
"La vita è bella fino alla tarda adolescenza, che io ho sempre identificato fino ai 22 anni"
Questo purtroppo dipende, varia da persona a persona. Per esempio io ho quasi 23 anni e la mia vita fino ad ora è stata una totale schifezza, e sicuramente è lo stesso per molti altri qui.

Ultima modifica di Garrus_92; 25-02-2015 a 02:21.
Ringraziamenti da
cancellato15732 (23-02-2015)
Vecchio 23-02-2015, 20:52   #3
Esperto
L'avatar di Gufetto
 

Io avrei paura anche dell'amore corrisposto perché mi sentirei responsabile nei confronti dei sentimenti dell'altra persona. Sono emotivamente analfabeta e non so se riuscirei a riconoscere le mie emozioni od i miei sentimenti...
C'è da aggiungere però che con il farmaco che prendo le mie emozioni, o comunque la mia dopamina, stanno a zero
Vecchio 23-02-2015, 21:01   #4
Banned
 

Beh diciamo più che altro che ci spero, perché è anche vero che in molte occasioni abbia detto "Ce la faccio, ce la faccio sicuramente" salvo poi tirarmi indietro all'ultimo.

Nei farmaci non ripongo molta fiducia sinceramente. Ho sempre la costante paura che possano cambiare quello che sono, rendermi pigro o cambiare quei già pochi lati del mio carattere che apprezzo. So che sono paranoie, ma fanno parte dei miei disturbi.

Ultima modifica di Garrus_92; 24-02-2015 a 17:56.
Vecchio 24-02-2015, 17:51   #5
Intermedio
L'avatar di bellamerda
 

L'ho letto e anzi mi identifico un sacco con il personaggio del sognatore. Comunque per dire io non temo eccessivamente la vita, ho fatto varie esperienze e diciamo che nella vita "accademica" riesco, in quella sociale diciamo che riesco abbastanza ma in quella amorosa ho veramente tante difficoltà. L'amore è diverso dallo studio. Studio su un libro, imparo, do l'esame e vedo i miei risultati. Nelle relazioni non capisco nulla. Io non ho paura della vita anzi sono intraprendente e di larghe vedute ma ho paura dell'amore. Mi blocca questa paura e mi porta ad avere difficoltà nelle relazioni con l'altro sesso.
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