Io personalmente non apprezzo molto il travestitismo, inteso come corrente di pensiero o scelta di vita, io penso che un uomo, anche se gay, deve comunque assecondare la visione comune del genere maschile, ovvero col fare, parlare e comportarsi di un uomo, pur restando fedele a sè stesso nei pensieri e nella propria intima essenza, senza estremismi nè esasperazioni inutili.
Questo non contempla la transessualità, il percepirsi di un genere diverso dal proprio, che da quanto ho potuto capire è un intimo e incontrastabile bisogno di vivere secondo la propria percezione di sè e che ambisce alla completa ed irreversibile trasmutazione fisica, segno questo di una genuina e concreta volontà di essere esteriorimente ciò che già interiormente si è.
Tuttavia c'è una scena di un vecchio film del 1988 che ho trovato piuttosto interessante, nella sua notevole anche se grezza saggezza.
Se interessa anche a voi questa è la scena in questione.