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Vecchio 25-11-2004, 06:48   #1
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“Prendo le distanze da me perché non voglio avere niente a cui spartire con me, da condividere con chi come me non fa nulla per correggersi : sono il mio nemico, il più acerrimo. Carceriere di me stesso con la chiave in tasca invoco libertà ma per adesso so che questa cella resterà sprangata a triplice mandata dall' interno : sono l'anima dannata messa a guardia del mio inferno. Reprimo ogni possibile "me", inflessibile, inarrestabile nel mio restare fermo immobile, segno i giorni scorrere sul calendario, faccio la vittima, il mandante ed il sicario..”

Le parole del testo di questa canzone sono emblematiche della condizione di noi malati d’ansia che trattiamo noi stessi come farebbe il peggiore dei nostri nemici.. privandoci del piacere di fare cose che altri fanno perché ci autocastriamo nel momento in cui accingiamo a farle….. piu’ una cosa ha valore per noi e piu’ non ci sentiamo in grado di farla… forse noi siamo coloro che piu’ degli altri attribuiscono un’enorme vaolre al apporto interpersonale, idealizzandolo al punto tale da renderlo come un qualcosa di impossibile da realizzare… sentendoci sempre fuoriluogo in qualsiasi cinrcostanza.. il nostro superio diventa cosi’ il cilicio attraverso cui espiamo le nostre colpe….lui è sempre li’ vigile a farci notare gli errori imperdonabili che nn dovremmo commettere in luogo pubblico … perché dobbiamo esser perfetti… questa è la cosa piu’ triste della nostra condizione… l’aspirazione alla perfezione è la frustrazione per eccellenza…. Perché aspiriamo ad un qualcosa che non esiste… lo scontro coi modelli ke per noi son perfetti sono causa del disagio che la maggior parte di noi ha…… In noi è sempre presente la voce di quel genitore cattivo che è li a criticare ogni nostro movimento .. dall’altro lato c’è il nostro Io che assiste impotente a tutte le punizioni che il nostro superio ci infligge nella consapevolezza che tali punizioni sono sbagliate….all’interno di questa tensione si realizza il nostro essere ……..La paura è una delle emozioni fondamentali di noi esseri umani .. e guai se non esistesse…. La paura è come il dolore…….essa ci avverte di un qualkosa da cui dobbiamo scappare… è il nostro istinto di sopravvivenza… è un campanello d’allarme… solo che in noi questo allarme è guasto ed entra in funzione quando non dovrebbe…. Le cause le sappiamo e sono le nostre tristi esperienze di vita …..ognuno ha la sua triste storia alle spalle ke ha fatto si che si realizzasse questa condizione….ma la cosa piu’ triste sta nel fatto che facciamo diventare le nostre storie ancora piu’ castranti ….nel senso che crediamo che la nostra condizione spesso non possa esser cambiata per il semplice fatto che la nostra storia passata è stata triste.. senza far nulla per migliorarci……
Chiedo scusa per il fatto di aver parlato al plurale… ma credo che questa sia la condizione in cui si trova chi soffre di un disturbo d’ansia… leggendo anche i vari post scritti nel forum….
Spero di nn aver proiettato troppo:PpPP :lol:

Reputo interessante questo sito.. ma l’assenza di un moderatore o meglio di uno psicologo … fa si che il circolo vizioso all’interno del quale si esaurisce la nostra esistenza si allarghi ad altri circoli di altre persone.. senza romperlo…. Credo che sarebbe interessante …. Che ognuno di noi si desse degli obbiettivi… da raggiungere…e che di giorno in giorno ne parli sul forum… cercando di confrontarsi nei miglioramenti che si hanno…. Gli obbiettivi non devono essere enormi .. ognuno puo’ stabilirlo in base alla proprie paure e alle proprie esigenze… cercando di considerare che ogni obbiettivo raggiunto è una vittoria……. E ogni obbiettivo non raggiunto non una frustrazione fine a se stessa…Credo sia anche importante che ognuno dica la propria storia personale….in modo tale da confrontarsi…. Ma dopo anche con la paura iniziamo ad uscire dalle nostre case… senza darci addosso per il nostro respiro corto senza darci addosso per il nostro rossore.etc ..consapevole del fatto che sono cose piu' facili a dirsi ke da farsi.. ma lottiamo e solo cosi' ce la faremo.. che se sposstamo il lenzuolo dei fantasmi che popolano la nostra mente ci rendiamo conto che dietro c'è un sentiero da percorrere.. e solo percorrendolo possiamo migliorarci...
Vecchio 25-11-2004, 11:16   #2
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Ciao hai ragione! Sono daccordo con la tua teoria. Amarsi vuol dire senz'altro migliorarsi. Ti scrive una persona che soffre di attacchi di panico (non so se sia anche il tuo caso), e per un certo periodo ho pensato che la mia vita si fosse fermata. Ma non è stato così. Oltre alla terapia farmacologica ho unito una grande forza di volontà che mi sta aiutando a venirne fuori, per il momento in parte. Devo ancora imparare a dominare l'ansia quando mi trovo in mezzo a molta gente, ma sono sicura con col tempo ci riuscirò a farlo. Anche perchè ho una famiglia con una bambina piccola da seguire oltre al mio lavoro e ai miei interessi e non intendo rinunciarci per le mie debolezze. Anzi questa esperienza mi sta aiutando a capire anche altre cose che in passato ho forse sottovalutato, mi ha fatto fare un esame di coscienza. Ho capito che mi devo amare di più, devo amare di più la mia vita, è troppo importante saper vivere meglio e stare bene e apprezzare le cose e le persone che ti circondano e ti amano.
Quindi sostengo che la forza di volontà e l'amore per la vita, unite senz'altro ad altre cose, sono un toccasana per vincere le proprio paure e fobie.
Ti faccio i miei auguri, se sei in un momento difficile, perchè tu ti riprenda presto. E..... W la vita!!!
Isa
Vecchio 25-11-2004, 11:26   #3
Intermedio
L'avatar di bleed
 

ciao phobox
ho apprezzato molto il tuo post!
Anche secondo me l'intervento nel forum di uno psicologo/psichiatra/neurologo...insomma di qualche specialista, sarebbe utile, specie per chi ancora non se la sente di andare a fare una visita "di persona" a questi medici..
Inoltre potrebbe aiutarci a capire di più i nostri disagi :wink:

Mi piace molto la frase della canzone :"carceriere di me stesso con le chiavi in tasca..", perchè credo ke sia una metafora della nostra vita da fobici. Siamo i nostri peggiori nemici, ci auto-accusiamo di colpe che non abbiamo.
Io ho anche leggere tendenze all'autolesionismo...mi faccio dei graffi sulle braccia, perchè mi sento stupida ad aver paura di uscire con gli amici, di prendere l'autobus e tante altre cose... ma lo faccio anke per imprimere sulla pelle il dolore che sento dentro.
L'ostacolo più grande è ke solo noi abbiamo la "chiave" per uscire da questa situazione..
Pobox come si chiama la canzone? è di Frankie Hi NRG x caso?
Vecchio 25-11-2004, 17:35   #4
Banned
 

Si la canzone è di FRakie hi nrg.. e il titolo è autodafè :wink:
Vecchio 26-11-2004, 05:41   #5
Banned
 

Per quanto riguarda le tendenze autolesionistiche, che si realizzano in una sorta di mortificazione del corpo , credo che aiutarsi in questo senso significherebbe anche cercare di darsi una carezza nel momento in cui c’è quell’istinto autodistruttivo…..Purtroppo siam chiusi in un cerchio le cui linee sono tracciate dalla matita della paura e della rabbia che si susseguono freneticamente … l’autolesionismo in questo cerchio rappresenta l’atto estremo della rabbia verso noi stessi… è quella sorta di punizione che il nostro superio ( io lo chiamo anche genitore cattivo) vuole infliggerci per il semplice fatto che abbiamo paura a fare determinate cose che secondo noi sono stupide…… dovremmo renderci conto che non esistono paure stupide e paure meno stupide… purtroppo il nostro errore sta nel fatto che poniamo le paure all’interno di una scala di valori… attribuendo il valore minimo alle nostre paure… Spesso certe fobie si alimentano dall’irrazionale… ad esempio : c’è ki ha una paura eccessiva dei ragni nonostante in italia i ragni velenosi probabilmente non esistono…… e di questo non bisogna assolutamente farsene una colpa…con questo voglio dire… che il cerchio potrebbe essere interrotto solo se iniziassimo a bloccare la matita della rabbia nel momento in cui cerca di chiudere il cerchio che ci rende prigionieri.. ciò si può realizzare solo se riusciamo ad accettare la nostra paura….. cercando di far pace col nostro superio (genitore cattivo) bloccandolo nel momento in cui interviene per punirci …compiendo una serie di azioni tese al miglioramento del rapporto con noi stessi….
Ad esempio esistono tecniche che tendono ad alleviare il peso della voce di quel genitore cattivo .. (molti di voi che sono in terapia come me le sapranno)…. Queste tecniche puntano su immagini e su suoni… .. ad esempio nel momento in cui vi accorgete ke l’ansia supera i livelli di guardia .. potrete immaginare di metterla in una pallone e farla volare via con esso… metterla in un sacchetto e gettarla…. Etc… ognuno credo possa inventarsi proprie immagini … oppure quando la voce del genitore cattivo tende a farci compiere azioni che vanno contro noi stessi allora possiamo immaginare che quella voce provenga da una radio e gradualmente abbassare il volume….. ovviamente cio’ non rappresenta la soluzione assoluta al problema.. ma spero che possa aiutare qualcuno che come cerca di percorrere la strada che porta verso la serenita’e verso l’amore per noi stessi…
Vecchio 26-11-2004, 15:45   #6
Banned
 

Ricodo che qualcuno in questo forum aveva avanzato il problema che stiamo dicendo tutto è il contrario di tutto, parlando a vanvera , senza avere delle prove che confermino le varie tesi che spuntano come funghi. Questa invenzione del genitore cattivo, mi sembra davvero assurda.
E non condivido nemmeno la storiella sulla paura dei ragni. La fobia dei ragni ha delle basi genetiche ed è legata al grado di emotività.
Non mi sembra che tante apsicoanalisi abbiano prodotto risultati apprezzabili. La timidezza va affrontata imparando a risolvere con destrezza le situazioni sociali non controllate, imparando delle abilità
Vecchio 26-11-2004, 17:37   #7
Banned
 

Non credo di parlare a vanvera dato che queste sono cose che ho appreso in tanti anni di terapia… considera che tra le persone che frequento ci sono psicologi neolaureati.. e altri che già esercitano la professione.. .. e riesco benissimamente a parlare con loro di tali argomenti in questi termini….
Dicendo ke la paura dei ragni è irrazionale…. non nego le sue origini genetiche…. Da quanto ne ho capito tu ne dovresti sapere qualkosa a riguardo…
L’esempio del ragno lo so è banale.. perché (se leggi bene) il messaggio nn voleva concentrarsi di certo su questa fobia... per cui credo sia eccessivo stare li a puntualizzare sta cosa :wink:
Quando dici :”Non mi sembra che tante apsicoanalisi abbiano prodotto risultati apprezzabili” questo lo reputerei parlare a vanvera non credi? :?

L’esempio del genitore cattivo… altro non è che una semplificazione della rabbia ke uno puo’ provare verso se stesso nel sentirsi sopraffatto dalle paure, nel momento in cui non riesce a realizzare cio’ che vorrebbe..etc…

Quando dici che :”La timidezza va affrontata imparando a risolvere con destrezza le situazioni sociali non controllate, imparando delle abilità” sono d’accordo… infatti in questo post con altre parole ho detto la stessa cosa….solo che il percorso deve esser graduale ponendosi obbiettivi che vadano gradualmente verso la direzione del miglioramento.. apprezzando ogni minimo progresso….
Le tecniche di cui parlavo…non servono a risolvere la paura.. ma ad esempio a me son servite.. per ridurre i livelli di ansia durante le situazioni temute…… per questo mi son sentito di consigliarle

Un'abbraccio Phobox
Vecchio 30-11-2004, 02:33   #8
Principiante
L'avatar di Eric
 

Quote:
Originariamente inviata da phobox
c’è ki ha una paura eccessiva dei ragni nonostante in italia i ragni velenosi probabilmente non esistono……
Con il mio dott. l'ultima volta abbiamo parlato proprio di questo, in relazione al fatto che avevo visto in tv persone che hanno curato questa particolare fobia mediante l'ipnosi, e anch'io presto tentero' questa nuova strada per superare le mie paure. Speriamo in bene.
Ciao
Vecchio 28-05-2008, 23:19   #9
Esperto
L'avatar di Lice
 

Quote:
Originariamente inviata da phobox
“Prendo le distanze da me perché non voglio avere niente a cui spartire con me, da condividere con chi come me non fa nulla per correggersi : sono il mio nemico, il più acerrimo. Carceriere di me stesso con la chiave in tasca invoco libertà ma per adesso so che questa cella resterà sprangata a triplice mandata dall' interno : sono l'anima dannata messa a guardia del mio inferno. Reprimo ogni possibile "me", inflessibile, inarrestabile nel mio restare fermo immobile, segno i giorni scorrere sul calendario, faccio la vittima, il mandante ed il sicario..”

Le parole del testo di questa canzone sono emblematiche della condizione di noi malati d’ansia che trattiamo noi stessi come farebbe il peggiore dei nostri nemici...privandoci del piacere di fare cose che altri fanno perché ci autocastriamo nel momento in cui accingiamo a farle…piu’ una cosa ha valore per noi e piu’ non ci sentiamo in grado di farla...

Forse noi siamo coloro che piu’ degli altri attribuiscono un’enorme valore al rapporto interpersonale, idealizzandolo al punto tale da renderlo come un qualcosa di impossibile da realizzare...sentendoci sempre fuoriluogo in qualsiasi circostanza...

Il nostro superio diventa cosi’ il cilicio attraverso cui espiamo le nostre colpe...lui è sempre li’ vigile a farci notare gli errori imperdonabili che non dovremmo commettere in luogo pubblico...perché dobbiamo esser perfetti...questa è la cosa piu’ triste della nostra condizione...l’aspirazione alla perfezione è la frustrazione per eccellenza...perché aspiriamo ad un qualcosa che non esiste...lo scontro coi modelli che per noi son perfetti sono causa del disagio che la maggior parte di noi ha...

In noi è sempre presente la voce di quel genitore cattivo che è li a criticare ogni nostro movimento...dall’altro lato c’è il nostro Io che assiste impotente a tutte le punizioni che il nostro superio ci infligge nella consapevolezza che tali punizioni sono sbagliate...all’interno di questa tensione si realizza il nostro essere...

La paura è una delle emozioni fondamentali di noi esseri umani...e guai se non esistesse...
La paura è come il dolore...essa ci avverte di un qualcosa da cui dobbiamo scappare...è il nostro istinto di sopravvivenza...è un campanello d’allarme...solo che in noi questo allarme è guasto ed entra in funzione quando non dovrebbe...
Le cause le sappiamo e sono le nostre tristi esperienze di vita...ognuno ha la sua triste storia alle spalle che ha fatto si che si realizzasse questa condizione...ma la cosa piu’ triste sta nel fatto che facciamo diventare le nostre storie ancora piu’ castranti...nel senso che crediamo che la nostra condizione spesso non possa esser cambiata per il semplice fatto che la nostra storia passata è stata triste...senza far nulla per migliorarci...
Questo post è fantastico, l'autore è stato bravissimo a spiegare alcuni dei meccanismi mentali che scattano in chi ha problemi come i nostri...meritava di essere riportato in auge.
Vecchio 29-05-2008, 00:36   #10
y
Banned
 

hmmm... si, ma anche no..
questa storia che noi ci facciamo del male da soli, la sento spesso, ed è un discorso in cui c'è sicuramente qualcosa di vero. ma ho come l'impressione che abbia in sè una sfumatura negativa. Posto in questi termini almeno..

Intanto supporre che la persona che ha questo disturbo non faccia niente per uscire dal proprio problema è un po' antipatico. Se uno parla per sè stesso, può anche andare bene. Ma non è una cosa che puoi supporre per tutti...

C'è o no gente qui che fa i raduni? Non è anche quello un provare a fare qualcosa per venirne fuori? Chi va dal medico ci va per buttare i soldi? E chi prova tutti sti farmaci lo fa perché non ha un cazzo di meglio da fare che ingurgitare cucchiaiate di prodotti chimici per poi andarsi a lamentare degli effetti collaterali? E il fatto stesso di venire qui a interagire cercando di elaborare il proprio problema insieme alle esperienze altrui, non è anche quello un fare qualcosa per cercare di capirne di più, di trovare una soluzione?

Non è che non si fa niente perché non se ne esce. È semplicemente che uscirne è difficile.

Poi ci sarà anche chi non fa niente per uscire dal suo problema, ma sono dei casi. Forse chi si suicida, o chi accetta passivamente tutto mandando il mondo a fanculo lasciandosi travolgere da ciò che succede.. non so..
Ma non sminuiamo ciò che stiamo facendo. Riconosciamolo e valorizziamolo. O ci diamo la zappa sui piedi. E finisce che facciamo più fatica per niente.

Inoltre se uno lo dice a me "non fai niente per uscire dal tuo problema" si becca un bel vaffanculo. Non perché non possa essere vero, potrebbe (e dico potrebbe) anche essere vero, ma ammesso e non concesso che sia così, non è un'altro che di me non sa un cazzo che me lo deve venire a dire. Non ha certamente gli strumenti per farlo, ne si deve permettere.

«Aveste per ipotesi avuto poi il coraggio
di provocarmi in pubblico in piena galleria
servendovi di simile amara allegoria,
non sareste riuscito a balbettar l'inizio
della metà di un suono, perché io mi delizio
di dirmele da me, facendone anche incetta,
ma non permetto mai che un'altro si permetta.»


Chi mi vuole giudicare è libero, ma: 1° mi dia dimostrazione che ne ha il diritto, 2° si aspetti di essere giudicato a sua volta.
Mi spiace, ma io questo lo ritengo molto terapeutico..


Poi, altra cosa molto importante,
metterla in questi termini diventa un evidenziare il comportamento sbagliato (in quanto supposto passivo) di una persona che soffre nel colpevolizzarsi oltremisura.

Non mi pare che la soluzione sia puntarsi il dito contro guardandosi allo specchio. Se passi a vita a pensare di sbagliare tutto e sentendoti uno schifo per questo, realizzare all'improvviso "Ah! Fin'ora ho sbagliato tutto!", qualunque sia lo sbaglio, non mi pare un gran progresso. Mi pare una soluzione ingannevole, un'illusione..

Le parole di quella canzone suonano poetiche forse, ma a me sembrano quelle di una persona che si rimprovera e si odia.
Per usare i termini froidiani di questo phobox, può sembrare che prendendo coscienza di ciò, sia per una volta l'io che si ribella al superio, ma è un'illusione: finch'è c'è una parte di noi che maltratta e una che subisce, chi maltratta è sempre e comunque il superio e chi subisce è sempre l'io.
È come sognare di svegliarsi.

Il trucco stà (penso io) nel interrompere questo meccanismo, non nel rovesciarlo, perché rovesciarlo è impossibile.

Per me non stiamo sbagliando e non è vero che non stiamo facendo niente.
Detto questo chi vuole a tutti i costi trattarsi male è libero di fare ciò che crede, of course..
Vecchio 29-05-2008, 03:35   #11
Esperto
L'avatar di Fear
 

Quote:
Originariamente inviata da Phobo
Si la canzone è di FRakie hi nrg.. e il titolo è autodafè :wink:
La mia casa è una prigione sai,
porte aperte ma non esco mai.

(thanks to Fiorella Mannoia)
Vecchio 29-05-2008, 10:24   #12
Esperto
L'avatar di inadatto
 

Condivido quanto espresso da Y largamente.

La maggior parte di chi sta qui su questo forum non si è "arreso" alla sua condizone ma cerca faticosamente e con risultati alterni di migliorarla.
Vecchio 29-05-2008, 12:37   #13
Esperto
L'avatar di gio1
 

Anche io condivido quanto espresso da y. Non si sa bene perchè ma molti altri interventi partono dal presupposto che ci si rifugi in una sorta di immobilismo assoluto, mentre invece molti si sono davvero dannati per uscire dalla loro condizione, e purtroppo senza successo.
Alla fine, quanto scritto da y è uno dei pochi post che valorizza i tentativi che facciamo per uscire da questa bruttissima condizione.
Vecchio 29-05-2008, 13:57   #14
Principiante
 

Quote:
Originariamente inviata da y
Per me non stiamo sbagliando e non è vero che non stiamo facendo niente.
Detto questo chi vuole a tutti i costi trattarsi male è libero di fare ciò che crede, of course..
Y hai fatto un gran bel post, complimenti.

Cyrano me lo devo leggere prima o poi.
Vecchio 29-05-2008, 15:42   #15
Principiante
L'avatar di hurinthalion
 

Quote:
Originariamente inviata da inadatto
La maggior parte di chi sta qui su questo forum non si è "arreso" alla sua condizione ma cerca faticosamente e con risultati alterni di migliorarla.
Quote:
Originariamente inviata da y
Il trucco stà (penso io) nel interrompere questo meccanismo, non nel rovesciarlo, perché rovesciarlo è impossibile
Sono vere entrambe le cose, ma proprio per questo è giusto dirci,senza sminuire gli sforzi di ognuno, dove stiamo sbagliando...
Molti, spesso i più giovani (notare che ho 25 anni) :roll: si sforzano tentando 'terapie d'urto' che hanno il solo risultato di fargli sbattere la testa contro il muro, ma allo stesso tempo escludono a priori di rivelare a qualcuno di cui si fidano le proprie paure, addirittura non hanno mai sentito uno psicologo,uno psichiatra o il proprio medico..
In questo senso ci si fa del male da soli... anche se la colpa non è nostra ma della disinformazione, di tutto questo far finta che i problemi mentali affliggano solo sconosciuti maniaci, che ci trattiene anche inconsapevolmente dall'esprimerci.
Gli sforzi ci sono ma spesso ci si precludono (l'ho fatto anch'io per anni) molte possibilità ed è proprio questo il pericolo di cui credo sia giusto avvisarci l'un l'altro :wink:
Ok forse nessuno aveva detto il contrario 8O :roll: ma va bene lo stesso...
Vecchio 31-05-2008, 01:15   #16
y
Banned
 

(Attenzione! post lungo.)

Quote:
Originariamente inviata da hurinthalion
è giusto dirci [...] dove stiamo sbagliando... [...]
certo che si. naturalmente.
io intendevo che il concetto di noi che non facciamo niente per guarire rischia di diventare (se già non lo è) uno stereotipo, brutto e falso. Tutto tranne che costruttivo.
E poi non ottenere risultati, non vuol automaticamente dire sbagliare. Sembra che non si sia seguito il metodo.. ma mica c'è 1 metodo. (c'è?)
Basta col sentirsi in colpa. Mica ci divertiamo a star male.

Comunque mi fa piacere che condividete. (ho sempre paura di tornare il giorno dopo a leggere i commenti e scoprire di essere stato lapidato o qualcosa del genere, dehehe..)

Aggiungo che per quanto mi riguarda non è solo una questione di razionalizzarlo, cioé ad esempio rendersi conto che non è vero che non facciamo niente o che ci trattiamo male senza motivo, ma anche di esprimerlo.
Il mio post (come anche altri miei) non aveva solo la funzione di far capire una cosa, ma anche quella di proporsi come anello di una possibile catena di constatazioni corrette, equilibrate, positive (per quanto possibile), che abbiano sia nel scriverle sia nel leggerle un effetto di allenamento.

In un certo senso sfrutto la mia mania di perfezionismo dovuta a bassa autostima e ansia da prestazione (e non solo), che mi induce ogni volta a perdere molto tempo, a volte anche due ore, per scrivere un messagio come questo. Tempo in cui riorganizzo questo pensiero, lo rielaboro, lo scrivo, lo riscrivo, lo leggo e lo rileggo. Alleno il cervello a muoversi su questi binari.
(Potrei dire che uso i miei problemi come strumenti per correggerli! Alla faccia del fatto con non faccio niente per uscire dal mio problema! Ci stò provando, no? Eccheccazz-..)

Dirlo. Leggerlo. Sentirlo dire. (Io lo faccio principalmente per me stesso, ma magari anche dirselo a vicenda, perché no? Siamo qua anche per darci una mano, penso..)
In modo che il cervello a forza di ripeterselo e/o sentirselo ripetere ogni tanto, lo impari.

Prendere atto di qualcosa e basta... beh, è come lavarsi le mani con l'acqua sporca.. Montare a cavallo della bicicletta non basta mica: bisogna muovere le gambine e pedalare finché la bicicletta non ha raggiunto quella velocità che le permette di andare avanti per un po' anche per inerzia, volendo.

Ho notato che la mia ansia e i miei pensieri negativi sono profondamente istintivi. Tipo riflessi condizionati. O almeno ho questa sensazione. Sembra una specie di reazione automatica che il mio essere ha imparato, non so quando, che scatta da sola come una molla.
Io soffro di ansia, ma quando me ne accorgo già sono ansioso, non riesco a prevenirla. È istantaneo.
Anche certi modi di vedere le cose nettamente pessimisti li sento molto automatici: sembra che il cervello produca quella forma di pensiero come uno stampino.

Queste reazioni le posso anche smontare ragionandoci su, magari discutendone con qualcuno, così da avere un parametro di confronto. Ma smontarle quando sono già insorte non è lo stesso che impedire che si formino.
È come medicare ogni nuova ferita a colpi di cerotti. Non è meglio se imparo a non farmi male?
Altrimenti devo star li con i cerotti e il disinfettante pronti tutta la vita..

A volte mi sembra di essere una pianta che è cresciuta storta: una volta che ho abbandonato la fase del germoglio in cui ero elastico, e ho lignificato crescendo, la mia struttura si è irrigidita, e ora è più difficile aggiustare la stortura...
ma certo non è impossibile, anzi sono convinto che si può fare e si possono conseguire anche bei risultati.
Il fatto è che purtroppo ci vuole tempo (presto e bene non vanno daccordo..).

I bonsai li fanno così. Gli cambiano la forma per dargli un aspetto di albero vecchio. E ci sono tutta una serie di tecniche per "educare" (si dice così, guarda caso) i rami, per cambiargli l'orientamento per quanto possibile, senza danneggiarli. In certi casi anche soluzioni estreme, come tagliare un ramo troppo rigido e sformato che sbilancia l'insieme e farne crescere un'altro al suo posto...

Credo sia utile ripetersele un po' ogni tanto le cose cose positive.
Potremmo imparare a insegnarci un modo diverso di essere (un bel gioco di parole..)
È un po' come quando si imparava a memoria una poesia a scuola. La ripeti tante volte. Poi se uno ti recita l'inizio, tu automaticamente la sai continuare.
Questa vita di merda ci recita ogni giorno l'inizio, se noi sappiamo già il seguito (o comunque un seguito), almeno non ci facciamo trovare spiazzati, come degli sprovveduti...

Bisogna solo stare attenti a insegnare al cervello la cosa giusta.
Altrimenti si rischia di passare al lato opposto. Aggiustare un problema creandone un'altro.
(Di quel nostro lato sociofobico credo sia cosa buona conservare l'umiltà.)

Poi, vabé.. lo sappiamo: dirlo è una cosa, cambiare è un'altra.
Io intanto provo così.. : )
Vecchio 31-05-2008, 02:42   #17
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da y
Potremmo imparare a insegnarci un modo diverso di essere
E' esattamente il metodo che sto usando io e che mi ha aiutato a stare molto meglio. Comprendere gli automatismi che si sono venuti a creare e che si sono sedimentati nel corso di una vita e smontarli razionalmente. Fino ad un certo punto funziona, poi arriva sempre il momento in cui bisogna cominciare a "sentire" le cose invece di "capirle".
Vecchio 31-05-2008, 22:10   #18
y
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Comprendere gli automatismi che si sono venuti a creare e che si sono sedimentati nel corso di una vita e smontarli razionalmente.
Esatto. Solo che io ci aggiungo come prodotto del processo razionale l'idea di questa specie di l'allenamento al cervello fatto di ripetizioni consapevoli di cio che di positivo e giusto gli automatismi negativi ci nascondono, per riportarli alla vista, valorizzandoli, riequilibrando così la visione delle cose, aggiungendo poi magari anche un po' di ripetizione su concetti positivi generali che non fa male.
(o almeno l'idea è quella..)

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Fino ad un certo punto funziona, poi arriva sempre il momento in cui bisogna cominciare a "sentire" le cose invece di "capirle".
Curioso come io abbia pochi giorni fa espresso esattamente lo stesso concetto discutendo con una persona...
poi magari può essere che lo intendiamo in modo un po' diverso, ma sembra che siamo abbastanza in sintonia di vedute.
Vecchio 31-05-2008, 23:46   #19
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da y
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Fino ad un certo punto funziona, poi arriva sempre il momento in cui bisogna cominciare a "sentire" le cose invece di "capirle".
Curioso come io abbia pochi giorni fa espresso esattamente lo stesso concetto discutendo con una persona...
poi magari può essere che lo intendiamo in modo un po' diverso, ma sembra che siamo abbastanza in sintonia di vedute.
Quel che intendo io è che una forzatura ad un certo punto è inevitabile. Il ragionamento ti porta ad attutirne gli effetti e ad alzare il tiro di ciò che si può forzare in maniera sopportabile, senza il rischio di sbatterci il muso e farsi più male che bene. Arriva poi il momento in cui devi incominciare da un lato a fregartene del giudizio altrui, dall'altro a fidarti delle persone e a lasciarti andare ad esse e questo lo puoi fare solo se "senti" il loro affetto e i loro sentimenti, ma soprattutto i tuoi. Accorgersi di quanto è difficile lasciarsi andare senza rete con le persone che sentiamo affini significa già un po' rendersi conto che non lo si sta facendo del tutto. E' comunque una cosa molto difficile da spiegare a parole, proprio perchè non si tratta di capire l'altra persona, ma di lasciarvisi andare senza proteggersi, che è l'unico modo per trasmettere davvero qualcosa. Io al momento intuisco di non farcela sempre, e intuisco quello che dovrei riuscire a fare. A volte lo faccio e ne sento la paura, segno che sto entrando nel vivo di ciò che ancora fa male e spaventa.
Vecchio 01-06-2008, 00:54   #20
Esperto
L'avatar di Lice
 

Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Arriva poi il momento in cui devi incominciare da un lato a fregartene del giudizio altrui, dall'altro a fidarti delle persone e a lasciarti andare ad esse e questo lo puoi fare solo se "senti" il loro affetto e i loro sentimenti, ma soprattutto i tuoi. Accorgersi di quanto è difficile lasciarsi andare senza rete con le persone che sentiamo affini significa già un po' rendersi conto che non lo si sta facendo del tutto. E' comunque una cosa molto difficile da spiegare a parole, proprio perchè non si tratta di capire l'altra persona, ma di lasciarvisi andare senza proteggersi, che è l'unico modo per trasmettere davvero qualcosa. Io al momento intuisco di non farcela sempre, e intuisco quello che dovrei riuscire a fare. A volte lo faccio e ne sento la paura, segno che sto entrando nel vivo di ciò che ancora fa male e spaventa.




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