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Vecchio 18-07-2015, 12:39   #1
Esperto
L'avatar di Supermanes
 

Qualche giorno fa sono uscito con un amico. Non ricordo da quanto tempo non ero stato fuori per un'occasione sociale e non per una commissione veloce o una passeggiata solitaria, forse poco più di un mese. Non abbiamo fatto niente di che, solo un giro veloce in macchina e una passeggiata nel parco. Abbiamo incontrato qualche altro amico, fatto due chiacchiere e nient'altro. Niente di traumatico. Ho realizzato per l'ennesima volta quella sera che uscire e "vedere il mondo" è spiacevole, ed è amaro constatare che non riesco ad essere come tanta gente e che quelli come me se ne stanno chiusi nel loro buco a vegetare. La vita sociale ti mette di fronte alle lacune della tua esistenza e lo fa senza crudeltà, ti mostra soltanto quello che non sei e dentro di te sai che potresti essere come loro, che anche tu potresti essere una "persona". Sai che potresti incontrare una ragazza che ti sorride e che vuole uscire con te, e che vuole conoscerti davvero per come sei. Sai che vorresti vivere. Il mio amico mi raccontava le sue esperienze con le donne, ora sta conoscendo una che gli piace e lei sembra anche interessata. Me lo diceva senza preoccuparsi di me, come è giusto, senza farsi lo scupolo di non dirmelo perché io non vivo queste cose: mi ha fatto piacere il suo approccio sincero e paritario. Ero contento che me ne parlasse, ero felice per lui che le cose gli andassero bene e nemmeno provavo invidia. Provavo solo un senso di alienazione, come se mi stesse parlando un astronauta del suo ultimo viaggio nel cosmo, e che quindi mi descrivesse cose molto distanti dalla mia realtà ma che desidero tanto. Tornato a casa ero triste, perché davvero non ho niente che non va all'apparenza, comunque sono solo e mi rattrista nonostante dovrei esserci abituato. Sono andato a dormire e mi sono svegliato il mattino seguente, ero tranquillo. Poi sono uscito di nuovo (da solo) e ho visto le coppiette...

Ho pensato che per compensare le mie mancate esperienze potrei andare con una prostituta, ora ho anche un centinaio d'euro che mi avanza e che volevo spendere per le scarpe e altre cose, ma le scarpe rotte che ho non mi danno tanto fastidio in fondo. Andare con una donna a pagamento è più un pensiero consolatorio che una reale esigenza, l'amore mercenario non esiste, la prostituta non è la stessa cosa, è un illusione come la sbronza serale degli alcolizzati. Inutile che io spenda dei soldi per quello, non è ciò che voglio. Non si risolvono i problemi creandosene di nuovi, e nemmeno il non avere una ragazza è un vero problema, però l'amarezza e la tristezza sono reali, e vorrei solo che sparissero per accogliere una VERA rassegnazione. Quante volte ne ho parlato anche su questo forum e ogni volta sembra che io voglia commiserarmi ma il punto è che non è più nemmeno tempo di automìcommiserazione, voglio solo pace. In questi giorni il suicidio è un'altro pensiero consolatorio (non meno utile della fantasia di andare con la prostituta) e nemmeno quello risolve granché, ammettendo che uno ci riesca. La mia volontà da sola non basta a vivere come vorrei e non so come fare per rassegnarmi.

Penso che qualcuno su questo forum si sia rassegnato su certe faccende, non necessariamente le stesse sulle quali vorrei farlo io ma comunque ha trovato un certo equilibrio. Se potete ditemi come avete fatto. La vita è lunga e non voglio affrontarla tutta così, non ce la faccio. Ho bisogno di svuotarmi di questi desideri esistenziali, di ritornare sereno e accettare quello che sono.
Vecchio 18-07-2015, 14:41   #2
Principiante
 

Credo di capire il tuo stato d'animo. È difficile rassegnarsi alla propria situazione quando la si vive come negativa rispetto ad una presunta normalità. Un tempo desideravo moltissimo avere più rapporti con gli altri di quelli che riuscivo ad avere. Trovare una ragazza, avere molti amici ecc. Poi sforzandomi di superare la mia naturale timidezza, ho avuto qualche amico e qualche donna, ma ho scoperto che le persone che vivono in modo normale non sono per niente interessanti. Tutto qui. La mia solitudine non è una cosa bella ma il mio disprezzo per un mondo che trovo ipocrita, fatto soltanto di false illusioni, rende la mia solitudine più sopportabile. Il punto è che non riusciamo a liberarci di certe idee, e cioè che certe cose potrebbero essere piacevoli perché ce le rappresentiamo in un certo modo, un modo bello, ma se si scava in fondo di bello c'è veramente poco e di falsità, egoismo ecc. ce n'è abbondanza. La gente è confusa. Il mondo è confuso. Ho la netta sensazione che questo sia un mondo senza una guida efficace e che sta andando alla deriva. Il punto è che non sappiamo credere più a nulla. Non abbiamo miti e non è che possiamo crearcene solo perché lo vogliamo. Io resto così: guardo questo triste spettacolo incuriosito da come andrà a finire. Tutto qui. Non spero nulla. Scusami se non ti sono stato molto d'aiuto, ma questo è il mio pensiero.
Ringraziamenti da
FitterHappier (18-07-2015), Keith (19-07-2015), Masterplan92 (18-07-2015), The_Sleeper (18-07-2015)
Vecchio 18-07-2015, 14:51   #3
Esperto
L'avatar di Weltschmerz
 

Un buon modo per mettersi l'animo in pace è rendersi conto di stare idealizzando quel qualcosa che si sente di non avere.
Ringraziamenti da
Angus (18-07-2015), Masterplan92 (18-07-2015), minunmaailmass (18-07-2015)
Vecchio 18-07-2015, 14:53   #4
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes Visualizza il messaggio
La vita sociale ti mette di fronte alle lacune della tua esistenza e lo fa senza crudeltà, ti mostra soltanto quello che non sei e dentro di te sai che potresti essere come loro, che anche tu potresti essere una "persona".
Ognuno è responsabile dei propri guai (si può ragionare sulle cause genetica, psicologica, sfortuna .....)

Ma c'è da dire che gli altri contribuiscono volentieri. Le persone, in genere (parlo per esperienza), se hanno l'opportunità di comportarsi da stronzi senza subire conseguenze non ci pensano su due volte

Per il resto del discorso ho risposto allo stesso modo in altri topic... e cioè
sei nelle sabbie mobili.... o rimani fermo e affondi lentamente o ti agiti cercando di uscire col rischio di affondare più velocemente
Vecchio 18-07-2015, 14:59   #5
Esperto
L'avatar di Noriko
 

Fai piccoli passi, segui le tue inclinazioni, fai ciò che ti piace, creati un piccolo spazio di piaceri (non la prostituta ) e non sentire che non vale niente ma dai importanza a ciò che fai anche la minima cosa.

Così ti crei una parte di vita tua per evitare di vivere la vita degli altri.

Ciao
Vecchio 18-07-2015, 16:26   #6
Esperto
L'avatar di DownwardSpiral2
 

Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo Visualizza il messaggio
Rassegnarsi mai, i desideri esistenziali sono come diamanti che cadono dal cielo, uno spettacolo guardarli cadere ed immaginare quanto sarebbe bello afferrarli, un disastro provare ad afferrarne uno e prenderlo invece dritto in testa, se ne prenderai abbastanza in testa diventerai cosi folle da non preoccupartene più.
Non andare a prostitute, prova con le donne vere, ammira quanto può essere viscida e vigliacca una donna libera, subisci la profonda umiliazione e arriverai a non desiderare nemmeno l'odore di una donna; E questo riguardo anche alle amicizie, mi trovo d'accordo con chi dice che l'opportunità di comportarsi da stronzi renderà tali un altra carognata della vita, dopo questo non desidererai nemmeno più l'amicizia e farai tabula rasa dei tuoi desideri, se sarai fortunato dopo qualche anno rinascerai e ci riproverai, diventerai l'eroe di te stesso consapevole della malignità che ti viene proposta ogni giorno, poi chissà, penso che valga la pena sopravvivere per curiosità!
Sono esattamente a questo punto da qualche anno e non riesco ad uscirne.
Il desiderio ha annientato se stesso esaudendosi.
Anche la speranza/curiosità di assistere ad un gran finale tragico mi ha abbandonato a poco a poco lasciandosi sostituire dalla consapevolezza che sarà un finale mediocre e sommesso come la mia esistenza. Rimane sempre la possibilità zainetto in spalla e via, ma se continuo a trascinarmi dietro me stesso non credo riuscirei a muovere un passo. Un vuoto inamovibile. Bha.
Vecchio 18-07-2015, 17:16   #7
Esperto
L'avatar di DownwardSpiral2
 

Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo Visualizza il messaggio
Si anch'io come te da qualche anno, però veramente non posso concepire il rassegnarsi, ci sono troppe possibilità e alternative che possono verificarsi, anche se il desiderio esaurisce e iniziamo a vegetare credo ci sia sempre una piccola fiamma che tiene acceso tutto, la speranza e curiosità in me risiede nel vedere quanto possa diventare importante questa piccola fiamma, concordo che una fine mediocre è abbastanza verosimile ma seppur consapevoli non bisogna arrendersi a questa realtà, credo che sia un infamia troppo grande da fare a se stessi.
E' la facilità e l'imprevedibilità con cui getto al vento tutte le piccole conquiste personali a farmi desistere, tutto ciò in cui mi impegno e mi motiva a tenere il cervello attivo arriva ad un punto in cui deve necessariamente passare attraverso gli altri, ed è lì che casca l'asino.Là fuori ci sono numerose realtà, non segnate sulle carte, più allineate al mio modo d'essere e so che basterebbe fare un piccolo salto nel buio per darsi quanto meno una possibilità. Il problema è che non puoi decidere di punto in bianco di lasciar andare la presa che il passato ha sul presente,almeno,io non ce la faccio. Ho provato diverse vie e ho creduto d'esserci riuscito più volte, pensavo d'aver cambiato traiettoria invece avevo solo girato la testa. In conclusione non riesco a credere in me stesso semplicemente in virtù di un "atto di fede" del tutto indipendente da ciò che è stata la mia esperienza vissuta fin ora, voglio dire: se l'esperienza insegna, mi ha insegnato che non posso fidarmi di me stesso e men che meno degli altri.Anche se in futuro dovessi sentirmi meglio di ora, cosa non improbabile per via della ciclicità del mio umore, rimane sempre questa ombra lunga,pronta a fagocitare ogni forma di luce per nutrire se stessa ed espandersi a mie spese e di chi mi sta intorno.

Ultima modifica di DownwardSpiral2; 18-07-2015 a 17:26.
Vecchio 19-07-2015, 13:18   #8
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

Quote:
Originariamente inviata da Weltschmerz Visualizza il messaggio
Un buon modo per mettersi l'animo in pace è rendersi conto di stare idealizzando quel qualcosa che si sente di non avere.
Bo, a me questa sembra un'argomentazione molto confutabile. Trovo più onesto, anche se più doloroso certamente, idealizzare una mancanza, sovrastimandola sotto il peso della frustrazione prodotta dalla constatazione oggettiva di sentirsi precluse certe esperienze, al di là del loro valore, proprio solo per il fatto che si realizza di non poter esercitare la propria libertà di scelta sulle stesse, ma appunto di essere esclusi brutalmente a prescindere dalla propria volontà, piuttosto che idealizzare in senso contrario, perché sempre di idealizzazioni si tratta, sottostimando una mancanza, dandole scarso valore illudendosi e dimenticandosi che è appunto la nostra impotenza la causa di questo dolore e non un atto deliberato maturato dopo aver potuto sperimentare ciò di cui ci si sente mancanti. Sentire il bisogno di una donna è un'idealizzazione? Bo, magari sì, però lo è anche il negare il valore di questo bisogno inappagato, con una prospettiva di inappagabilità futura, e dire "non ci pensare e ch'esso, ripiega sui manga che tanto è uguale". Qui anzi c'è in più l'aggravante dell'illusione anche se viene sotto forma di necessità per mettersi l'anima in pace (l'illusione della propria libertà di scegliere se soddisfare o no una mancanza)
Vecchio 20-07-2015, 08:29   #9
Esperto
L'avatar di Supermanes
 

Molto banalmente se riuscissi a riconoscere dentro di me che certi aspetti normali della vita (per esempio appunto la relazione sentimentale) non fanno parte della mia realtà a quel punto sarebbe più semplice accettare la situazione. Uno non può stare tutta la vita a struggersi perché non ha la ragazza, è malsano soffrire sempre per qualcosa che non trova soluzione. Ho letto stamattina un messaggio sul forum che mi fa capire come ci siano vari livelli di realtà tra le persone e che, per quanto doloroso possa essere, non abbiamo tutti le stesse possibilità. È difficile da spiegare come mi sento, immagino che in un forum di runner o di semplici appassionati di passeggiate si sentirebbe così una persona senza le gambe, e niente si potrebbe fare per risolvere il problema, ma forse qualcosa si potrebbe fare per farglielo accettare. Non sto dicendo che non avere le gambe sia grave come essere soli, era solo un esempio comparativo. Io di certo non ho nessuna voglia di stare male, però ricado puntualmente in questi pensieri di morte. Una vita intera così penso sia insopportabile.
Vecchio 20-07-2015, 12:22   #10
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes Visualizza il messaggio
Molto banalmente se riuscissi a riconoscere dentro di me che certi aspetti normali della vita (per esempio appunto la relazione sentimentale) non fanno parte della mia realtà a quel punto sarebbe più semplice accettare la situazione. Uno non può stare tutta la vita a struggersi perché non ha la ragazza, è malsano soffrire sempre per qualcosa che non trova soluzione. Ho letto stamattina un messaggio sul forum che mi fa capire come ci siano vari livelli di realtà tra le persone e che, per quanto doloroso possa essere, non abbiamo tutti le stesse possibilità. È difficile da spiegare come mi sento, immagino che in un forum di runner o di semplici appassionati di passeggiate si sentirebbe così una persona senza le gambe, e niente si potrebbe fare per risolvere il problema, ma forse qualcosa si potrebbe fare per farglielo accettare. Non sto dicendo che non avere le gambe sia grave come essere soli, era solo un esempio comparativo. Io di certo non ho nessuna voglia di stare male, però ricado puntualmente in questi pensieri di morte. Una vita intera così penso sia insopportabile.
Ecco questo mi sembra un discorso più verosimile, affrontare la propria impotenza, l'amarezza dei propri limiti non mistificandone il valore e sminuendola a idealizzazione infondata per renderla meno amara, ma sforzandosi di accettare questa impotenza, non lasciando che essa abbia l'ultima parola sulla globalità della vita, che cioè un ambito particolare abbia il potere di esaurire il suo significato. Questo però riconoscendo il valore di una cosa.
Visto che hai fatto l'esempio di uno senza le gambe che si sentisse amareggiato della sua condizione, della sua mancanza e impotenza di fronte a ciò, per ricollegarmi a quanto obiettavo a Weltschmerz, è come se gli si dicesse che non dovrebbe esserlo e che sta idealizzando il valore di avere le gambe; e invece bisognerebbe che accettando il suo limite si aprisse a quanto è in suo potere di fare anche senza gambe senza però sminuire questa mancanza
Vecchio 20-07-2015, 13:15   #11
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Ecco questo mi sembra un discorso più verosimile, affrontare la propria impotenza, l'amarezza dei propri limiti non mistificandone il valore e sminuendola a idealizzazione infondata per renderla meno amara, ma sforzandosi di accettare questa impotenza, non lasciando che essa abbia l'ultima parola sulla globalità della vita, che cioè un ambito particolare abbia il potere di esaurire il suo significato. Questo però riconoscendo il valore di una cosa.
Visto che hai fatto l'esempio di uno senza le gambe che si sentisse amareggiato della sua condizione, della sua mancanza e impotenza di fronte a ciò, per ricollegarmi a quanto obiettavo a Weltschmerz, è come se gli si dicesse che non dovrebbe esserlo e che sta idealizzando il valore di avere le gambe; e invece bisognerebbe che accettando il suo limite si aprisse a quanto è in suo potere di fare anche senza gambe senza però sminuire questa mancanza
Secondo me chi ha trovato altri valori positivi oltre al "poter camminare e fare certe cose" l'ha comunque sminuito il valore negativo della cosa, altrimenti i conti non tornano.
E' contraddittorio affermare "io do valore alla vita ma non sminuisco il mio senso di negatività nei confronti della mia impotenza e condizione esistenziale".
O arrivi a ridimensionare meno negativamente il fatto che sei senza gambe o non ci arrivi. Accettare la condizione di non poter camminare questo significa, non attribuirgli un valore molto negativo. Una persona sulla sedia a rotelle non può accettare la sua condizione davvero se continua a dare un valore molto positivo al camminare e poter muoversi e non arriva a vederla come una caratteristica abbastanza neutra come un'altra.

Ad esempio io non sono capace di volare come un uccello, ma com'è che accetto questa forma di impotenza e di handicap? Mi avete mai visto qua sul forum lamentarmi per questo?
La spiegazione è semplice per me... Perché non do un valore chissà quanto positivo all'esser capaci di volare e perciò conseguentemente non mi sento sminuito in chissà quale misura quando penso che non so, non posso farlo e magari non potrò farlo per il resto della mia esistenza.
Quando vedo un uccello che vola non inizio a pensare in automatico al fatto che io non posso farlo e a quanto bello sarebbe poter volare (come il personaggio di quel film "Birdy - Le ali della libertà"). Se pensassi queste cose inizierei a star male relativamente alla mia forma di impotenza, mi sembra ovvio. Quindi una cosa implica l'altra e sinceramente non riesco a capire cosa vuoi dire quando dici che poi non si dovrebbe sminuire nulla, bisogna sminuirlo per forza il valore positivo che attribuiamo a qualcosa che manca per accettare veramente la mancanza di questo qualcosa.


Non è l'impotenza in sé a produrre amarezza (siamo limitati e impotenti in tantissimi sensi), è il fatto che si desidera molto qualcosa e non lo si può avere. Se questo qualcosa che manca lo si continua a desiderare allo stesso modo e si continua a non averlo, non credo che si potrà accettare davvero questa mancanza.
Accetto che le cose stanno così però continuo a dare lo stesso valore negativo a queste cose desiderando con tutto me stesso che non stiano così...
Questa per me è quasi una contraddizione in termini.

Quindi una forma di ridimensionamento del valore attribuito ad una condizione esistenziale deve esserci per forza se prima una persona non accettava una certa condizione e dopo la accetta, altrimenti davvero i conti non tornano.

"Accettare" qua non significa non comprendere uno stato di fatto, chi si trova su una sedia a rotelle e non accetta lo stato di fatto "non poter camminare con le proprie gambe" ha un atteggiamento negativo nei confronti del suo stato, non ne nega la realtà (l'esame di realtà risulta intatto), qua perciò si confondono sempre questi due piani qua, non è che chi non accetta la propria condizione non sa in cosa consiste questa condizione.

E' davvero solo il valore che viene attribuito a questa condizione che produce tutto il malanno. Volendo lasciare questa condizione identica e uguale (supponendo che sia vero che si è impotenti e non la si può modificare in alcun modo) l'unica altra cosa che si potrebbe modificare per renderla accettabile è soltanto il valore che le si attribuisce.

Non riesco a comprendere come si potrebbe accettare la mancanza di qualcosa, senza ridimensionare il valore negativo all'assenza (e quindi positivo della presenza) di questa cosa.

Ultima modifica di XL; 20-07-2015 a 13:55.
Vecchio 20-07-2015, 14:31   #12
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

Riconosci la natura dialettica delle cose?
Le contraddizioni di cui parli ci sono nel modo in cui hai interpretato tu quanto ho scritto, sotto la lente del rigore del formalismo logico; "se X sti-caxxi allora X diverso da non-sti-caxxi".
La tua obiezione mi sembra riassumibile da questa frase:
Quote:
Non riesco a comprendere come si potrebbe accettare la mancanza di qualcosa, senza ridimensionare il valore negativo all'assenza (e quindi positivo della presenza) di questa cosa
.
Linguisticamente, ad una lettura matematica, di forma, la contraddizione c'è:
Quote:
bisognerebbe che accettando il suo limite si aprisse a quanto è in suo potere di fare anche senza gambe senza però sminuire questa mancanza
Ma tu, (o almeno io) non sei un'espressione matematica; puoi contemplare semanticamente a prescindere dall'apparente contraddizione, la frase "avere le gambe è bello, e non averle è brutto, e brutto non è un'idealizzazione e soffro perché sono impotente e gli altri hanno le gambe, e tuttavia non mi uccido e scelgo di vivere perché ammetto che l'essere umano non si riduce alla sua attività motoria"? Io questo ho detto. Se non puoi ammettere la validità di questa frase, non so che dirti. Se ne fai una questione formale, espressiva, univoca, rigida è inutile continuare a discutere, perché l'essere umano neanche si riduce alle possibilità del linguaggio matematico.
Vecchio 20-07-2015, 14:55   #13
Esperto
L'avatar di luky
 

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes Visualizza il messaggio
Molto banalmente se riuscissi a riconoscere dentro di me che certi aspetti normali della vita (per esempio appunto la relazione sentimentale) non fanno parte della mia realtà a quel punto sarebbe più semplice accettare la situazione. Uno non può stare tutta la vita a struggersi perché non ha la ragazza, è malsano soffrire sempre per qualcosa che non trova soluzione. Ho letto stamattina un messaggio sul forum che mi fa capire come ci siano vari livelli di realtà tra le persone e che, per quanto doloroso possa essere, non abbiamo tutti le stesse possibilità. È difficile da spiegare come mi sento, immagino che in un forum di runner o di semplici appassionati di passeggiate si sentirebbe così una persona senza le gambe, e niente si potrebbe fare per risolvere il problema, ma forse qualcosa si potrebbe fare per farglielo accettare. Non sto dicendo che non avere le gambe sia grave come essere soli, era solo un esempio comparativo. Io di certo non ho nessuna voglia di stare male, però ricado puntualmente in questi pensieri di morte. Una vita intera così penso sia insopportabile.
Credimi io non capisco cosa ti manca Supermanes. Quando ti ho incontrato ho visto una persona simpatica, spiritosa scherzosa, con la battuta sempre pronta e persino brillante. Credimi ho pensato "chissà se avessi avuto le qualita' di Supermanes ne avrei combinate di ogni...... chissà quante ragazze avrei conquistato, chissà quanto mi sarei divertito. ....
Ora Supermanes io vorrei sapere perché ti senti senza gambe. A mio avviso hai tutte le carte in regola per piacere ad una ragazza.
Non è invece esclusivamente un problema di conoscenze? Se uno non lavora non studia non va in palestra freqüenta sempre gli stessi amici ha evidenti difficoltà a conoscere ragazze. O no?
Vecchio 20-07-2015, 15:26   #14
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
"avere le gambe è bello, e non averle è brutto, e brutto non è un'idealizzazione e soffro perché sono impotente e gli altri hanno le gambe, e tuttavia non mi uccido e scelgo di vivere perché ammetto che l'essere umano non si riduce alla sua attività motoria"
Ma quanto soffri? E' questo il punto. Se adesso soffri molto e dopo non soffri più tanto, devi averlo ridimensionato per forza un "è insopportabile" in un "è molto brutto" e magari un "è molto brutto" in un "è brutto" e un "è brutto" in un "è un po' fastidioso" fino ad un'accettazione completa in cui questa condizione diviene neutra o addirittura non preferibile (come ha suggerito un altro utente che ha detto che tutto sommato stare in coppia e avere una fidanzata non è che sia questa gran cosa). Sminuendo la negatività dell'assenza, sminuisci contemporaneamente anche la positività della presenza ed arrivi così ad accettare l'assenza di qualcosa senza battere ciglio.
Questa in fin dei conti è un'accettazione completa, nel momento in cui hai un atteggiamento negativo nei confronti di certe cose per me è una fesseria affermare che le accetti queste cose, è comunque una questione di gradi. Più il tuo giudizio diminuisce in negatività nei confronti di una certa condizione, maggiormente accetti questa condizione qua. Il grado di accettazione dell'assenza di qualcosa è inversamente proporzionale al tuo atteggiamento negativo nei confronti dell'assenza.
Chi si trova su una sedia a rotelle e nel camminare non ci trova nulla di così positivo accetta di più la propria condizione di chi ancora continua a trovare positiva la cosa dandole certi valori abbastanza positivi.
Accettare qua non significa comprendere a livello intellettuale, posso capire come nascono i bambini e trovare schifosissimo comunque il modo in cui nascono per esempio.

Affinché una persona possa ammettere che un essere umano non si riduce a questo o quell'altro, questa persona deve sempre e comunque attribuire dei valori, nel momento in cui pensa che il piacere di vivere non si riduce a certe attività motorie sta comunque svalorizzando queste attività motorie.
Comunque sminuisce il valore dato a queste attività "motorie" in favore della valorizzazione di qualcos'altro rispetto ad un altro tipo di persona che magari si può muovere (ma questo in ogni caso, bisognerebbe sentirlo, dubito che si possa controllare del tutto una cosa del genere con semplici trucchetti di pensiero).
Per questo continuo a pensare che la mancanza di cui soffri tanto ora la devi pur sminuire (e non mi riferisco ad un'attività volontaria) affinché i conti poi alla fine tornino se poi dopo è vero che non ne soffri più tanto.

Se continui a dare lo stesso valore (che adesso è sintonizzato sull'estremamente positivo) allo stare in coppia ed avere una donna che ti piaccia, se poi continui a non averla non capisco come puoi arrivare ad accettare di più questa condizione qua.

Un'accettazione completa la riesci a raggiungere comunque solo nel momento in cui non dai più un valore negativo all'assenza.

Dovresti abbassare come minimo questa ngatività fino a ridurla ad un fastidio sopportabile facilmente che ti permetta poi di vivere bene comunque (ma non è detto che tutti quelli che si trovano su una sedia a rotelle arrivino a questo punto qua e nemmeno è detto che ci arrivino tutti i single che vorrebbero una donna o un uomo). Ovviamente questa cosa lascia delle sacche di insoddisfazione, e non sarà vero che si accetta completamente la situazione perché si è consapevoli che si starebbe meglio se la situazione fosse diversa. Certo che poi se riesci addirittura ad attribuire in futuro una valenza negativa alla presenza di qualcosa che ora desideri molto e risulta inaccessibile (e di nuovo non mi riferisco ad azioni volontarie ma ad un qualcosa che si potrebbe innescare per i più svariati motivi), hai risolto totalmente il problema psicologico senza dover ottenere questa cosa: non ci sarebbero nemmeno più queste sacche di insoddisfazione visto che quel che non hai non lo desideri affatto (ad esempio che so, le corna ).

Perciò se si è riusciti davvero a sminuire una situazione e non è solo una questione di parole, dovrebbe funzionare comunque. Insomma se si passa dall'idealizzazione alla completa svalutazione e poi ad un'attribuzione negativa e si è raggiunto davvero questo punto qua, la mancanza non solo non manca più, si cerca addirittura di tenersene lontani, risulta preferibile e dà piacere addirittura la stessa condizione esistenziale che prima produceva disagio e sofferenza, visto che non si farebbe un buon affare nell'ottenere quel che si desiderava secondo il nuovo punto di vista valoriale. Se una persona sta meglio così, perché non dovrebbe svalutare coppia, sesso, donne, vita di coppia e amore romantico?
Io attualmente non condivido completamente queste preferenze e valori, (rispetto alla vita di coppia com'è intesa attualmente e generalmente sono abbastanza persuaso che farei un cattivo affare, rispetto al resto non tanto) ma non ho molto da dire contro questo atteggiamento qua. Ce l'avessi io avrei risolto tutto. Penso però che dovrei esserne persuaso davvero di questa cosa affinché funzioni, non è una questione di "buona volontà".

Per me come sempre comunque tutto va bene.


In ogni caso non credo che esistano dei valori reali e giusti, su questo proprio non riesco ad essere d'accordo nemmeno con tutti questi strizzacervelli che ci sono in giro. Il mondo non ha alcun valore oggettivo, il suicida non si sbaglia quando in certi frangenti dovesse dargliene uno negativo così come non si sbaglia chi gliene dà uno positivo, non c'è nulla con cui poter confrontare i propri valori se non i valori di altre persone. Allo stesso modo non si sbaglia chi dà un grande valore alla capacità di far qualcosa così come chi dovesse svalutare questa stessa capacità.

Ultima modifica di XL; 20-07-2015 a 16:49.
Vecchio 20-07-2015, 19:31   #15
Esperto
L'avatar di QuantumGravity
 

Bo, mi sembra che hai fatto una questione assurda, ma veramente assurda sul nulla più totale; almeno a me pare così; o io sono stupido e non riesco a capirti, o si tratta di un vizio di forma banale, che per altro ho ammesso, ma che non merita tutta questa attenzione e che tu stai ingigantendo enormemente come se il punto della questione fosse lì; si stava parlando dell'amarezza di fronte a un limite e come superarla; che c'entra la tirata sui valori e le preferenze individuali? Qui si danno indicazioni generali, poi oh per me puoi fare quello che vuoi di fronte all'impotenza. Mica ho la pretesa di sapere cosa è giusto per gli altri. Per me discorso chiuso. Saluti
Vecchio 20-07-2015, 19:35   #16
Esperto
L'avatar di lone 73
 

Scusa supermanes posso chiederti quanti anni hai?Per riuscire a capire meglio la tua situazione.
Vecchio 21-07-2015, 07:57   #17
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
che c'entra la tirata sui valori e le preferenze individuali?
L'ho spiegato che c'entrano i valori e le preferenze. Discorso chiuso. Se non vuoi capire anche quando mi spiego per filo e per segno non c'è nulla da fare per me. Saluti.

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes
Ho pensato che per compensare le mie mancate esperienze potrei andare con una prostituta, ora ho anche un centinaio d'euro che mi avanza e che volevo spendere per le scarpe e altre cose, ma le scarpe rotte che ho non mi danno tanto fastidio in fondo. Andare con una donna a pagamento è più un pensiero consolatorio che una reale esigenza, l'amore mercenario non esiste, la prostituta non è la stessa cosa, è un illusione come la sbronza serale degli alcolizzati. Inutile che io spenda dei soldi per quello, non è ciò che voglio. Non si risolvono i problemi creandosene di nuovi, e nemmeno il non avere una ragazza è un vero problema, però l'amarezza e la tristezza sono reali, e vorrei solo che sparissero per accogliere una VERA rassegnazione. Quante volte ne ho parlato anche su questo forum e ogni volta sembra che io voglia commiserarmi ma il punto è che non è più nemmeno tempo di automìcommiserazione, voglio solo pace. In questi giorni il suicidio è un'altro pensiero consolatorio (non meno utile della fantasia di andare con la prostituta) e nemmeno quello risolve granché, ammettendo che uno ci riesca. La mia volontà da sola non basta a vivere come vorrei e non so come fare per rassegnarmi.
Secondo me Supermanes adesso però questa cosa dell'andare con una donna a pagamento forse potresti provare a farla. Proprio perché non sei davvero rassegnato (ed io personalmente non so quale sistema si dovrebbe usare per rassegnarsi ed accettare quel che non mi sta bene) direi di provare a cercare una soddisfazione parziale.
A me prima guardare le coppiette che si scambiavano effusioni faceva lo stesso effetto, poi questi pensieri se non altro sono diminuiti perché forse il senso di esclusione totale tramite questo espediente qua è diminuito un po'.
Di sicuro non sostituisce l'avere una donna che ti ama e ti piace stare con una prostituta (siamo tutti ben consapevoli che questo espediente non produrrà una completa accettazione della situazione), ma affermare che sia qualcosa di completamente alieno rispetto a questa mancanza qua lo stesso per me risulta falso ed ipocrita.

Dico, se è una cosa a cui hai pensato ed adesso puoi farla, perché non provare?
Pensi che produrrebbe altre illusioni? Ma da quel che hai scritto già mi sembra che sei abbastanza disilluso, questo rischio non credo che lo può correre davvero una persona come te.

Questa pace e questa rassegnazione forse non fa parte davvero di te, non puoi dirti "accetto tutto" se poi dentro non ne sei persuaso, io almeno funziono così, ricercare in modo molto forzato una forma di rassegnazione secondo me non la produce affatto, anzi, per me può addirittura acuire la sofferenza. Se si riesce a raggiungere una vera pesuasione relativa alla rinuncia e all'accettazione le cose si risolvono davvero, sono d'accordo, ma il punto fondamentale è che tu, secondo me, non sei una persona che può davvero essere persuasa in tal senso. Da quel che scrivi si sente, ed io lo avverto questo, che le desideri molto certe cose.

Per me nella maggior parte dei casi le persone più che accettare e rassegnarsi al loro destino (e con destino mi riferisco a quel che le opprime, che sia una malattia, un amore impossibile, un lutto, le difficoltà con l'altro sesso, la vecchiaia o altro) lo sopportano, e cercano di sopportare alla meno peggio con gli espedienti più diversi.

Può darsi comunque che ci sono situazioni in cui si soffre e basta ed una forma di sopportazione abbastanza ragionevole non la si riesce a raggiungere, io non possiedo soluzioni in tal senso, però là dove qualcosa la si potrebbe provare a fare per abbassare di qualche tacca questa sofferenza (e la spesa in tal senso è sostenibile sia psicologicamente che economicamente)... Perché non provare?

Ultima modifica di XL; 21-07-2015 a 08:44.
Vecchio 21-07-2015, 21:46   #18
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Non lo so XL, è una questione controversa. So che andare con una prostituta non mi aiuterebbe, proprio perché non sarei capace di illudermi che un'esperienza di quel tipo possa essere paragonabile ad un vero rapporto. Se anche ci andassi solo per parlare, per ricevere un sorriso, solo per fingere che una donna sia interessata a me, sarebbe una finzione appunto, nient'altro. A questo punto farei prima a stendermi sul letto ed immaginare che una ragazza nella mia vita ci sia davvero. In tutti questi anni, anche quando non avevo soldi, pensavo sempre "pure se non ho una ragazza un giorno potrò andare con una prostituta e risolverò così", mi stavo illudendo cercando la via più facile ma sapendo dentro di me che quella è una finzione. Non risolverò niente buttando via 100 euro, la solitudine resterà intatta dietro l'angolo a fissarmi e ricordarmi che io sono sempre lo stesso.
Vecchio 21-07-2015, 22:16   #19
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L'ho spiegato che c'entrano i valori e le preferenze. Discorso chiuso. Se non vuoi capire anche quando mi spiego per filo e per segno non c'è nulla da fare per me. Saluti.
Eh ma ha contribuito molto al mio non capire proprio quello spiegare per filo e per segno che si è concretizzato in messaggi smisuratamente lunghi e che richiedono nella lettura un'attenzione e una forza d'animo che io non ero disposto a investire.
Comunque ok chiuso.
Vecchio 22-07-2015, 08:11   #20
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da Supermanes Visualizza il messaggio
Non lo so XL, è una questione controversa. So che andare con una prostituta non mi aiuterebbe, proprio perché non sarei capace di illudermi che un'esperienza di quel tipo possa essere paragonabile ad un vero rapporto. Se anche ci andassi solo per parlare, per ricevere un sorriso, solo per fingere che una donna sia interessata a me, sarebbe una finzione appunto, nient'altro. A questo punto farei prima a stendermi sul letto ed immaginare che una ragazza nella mia vita ci sia davvero. In tutti questi anni, anche quando non avevo soldi, pensavo sempre "pure se non ho una ragazza un giorno potrò andare con una prostituta e risolverò così", mi stavo illudendo cercando la via più facile ma sapendo dentro di me che quella è una finzione. Non risolverò niente buttando via 100 euro, la solitudine resterà intatta dietro l'angolo a fissarmi e ricordarmi che io sono sempre lo stesso.
Faccio un esempio che magari può sembrare stupido ma non lo è. Molti neonati quando non è presente la mamma in genere cosa fanno? Succhiano il pollice... Ora è vero che questa cosa non può risolvere completamente il senso di frustrazione per l'assenza, ma è anche vero che un po' questa azione lo riduce, altrimenti sarebbe sparita da un bel po'. Che il neonato sappia o meno che è una finzione pare che in buona misura funzioni lo stesso. Di sicuro questo modo di fare non sostituisce la mamma, o il seno della mamma, ma lo stesso non è un meccanismo basato sulla pura e semplice illusione. Non è la stessa cosa immaginare qualcosa e il provare fisicamente una forma di presenza.

Comunque se sei completamente persuaso che non funzionerebbe e non ne trarresti alcun giovamento, va bene, io non insisto. In fin dei conti questo stratagemma ha funzionato un po' con me ma con altri potrebbe non sortire gli stessi effetti. Ad esempio in me sono spariti questi pensieri automatici quando vedo le coppiette per strada, diversi anni fa il senso di rabbia e frustrazione mi avrebbe sopraffatto. E stavo davvero male rispetto a come sto adesso, non bene sia chiaro, ma nemmeno male come allora.

Spero che comunque quest'altra via riesci ad imboccarla trovando compromessi più adatti a te per ridurre questo senso di frustrazione che adesso, mi sembra di capire, è davvero molto forte.
In verità io penso che nel migliore dei casi lo si riesce ad eliminare proprio questo senso di frustrazione, ma non sempre capita questo, è una condizione piuttosto rara, pochi lo hanno eliminato davvero, e molti di quelli che a parole dicono di averlo eliminato mentono pure, perché poi si lamentano comunque.

La maggior parte delle volte la situazione in cui si riesce a transitare è una situazione in cui lo si riduce soltanto questo senso di frustazione... però dico... Invece di sperare in un sistema che elimini del tutto certe mancanze (la cosiddetta quadratura del cerchio), se si trovano stratagemmi imperfetti che si riesce ad adottare e li si usa per ridurre un po' il senso di frustrazione è sempre meglio di niente.

Però è importante che siano praticabili per la persona questi stratagemmi, sia in senso materiale che psicologico, soprattutto questo deve essere vero, per questo credo che ricette universali non ne esistano. Gli psicoterapeuti più che a curare qualcuno a questo dovrebbero servire secondo me (quando funzionano), nell'aiutare la persona a scovare questi stratagemmi.

Ultima modifica di XL; 22-07-2015 a 08:29.
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