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10-07-2016, 19:23
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#41
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Qui dal: Jan 1970
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Originariamente inviata da SabbiaBlu
Io non odio Berlusconi, semplicemente amarlo mi sembra una cosa non solo sciocca ma potenzialmente immorale. Quindi tu non parli di amore ma di semplice accettazione\ rassegnazione? E perché chiamarla amore? Va be'
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Capisco, ma Berlusconi, è un nome a caso. Quel che conta è il ragionamento. La maggior parte delle pene che patiamo nella vita, non viene dai nemici esterni, ma da familiari e amici e colleghi. Persone che abbiamo amato, di cui ci siamo fidati. Quando subiamo un torto da una di queste persone, c'è sempre un dolore aggiuntivo: ci sentiamo traditi, Gesù compreso.
Questo destino accomuna tutti gli uomini; solo che alcuni sono felici, malgrado le pene sofferte, altri non escono mai da una variabile sofferenza.
Se è vero che non possiamo cambiare il destino, è forse anche vero che possiamo viverlo diversamente.
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10-07-2016, 19:35
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#42
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Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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Originariamente inviata da Noriko
E' quando cerchiamo un senso al nostro cammino che nel percorso incontriamo e troviamo l'altro e proviamo compassione e amore, che non è un dovere morale ma il nostro scopo per trovare un senso.
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A me sembra che bisogna prima giustificare il porsi come obiettivo il provare compassione (e su questo mi ritroverei, almeno teoricamente) e amore verso tutti indistintamente, o il dare per scontato che cercando un senso troveremo tale verità.
Perché partire per forza dal presupposto dell'amore verso tutti per trovare un senso? Diventa esso stesso il senso, che non si è cercato ma assegnato arbitrariamente. Magari si potrebbe dire: 'ok, proviamo così e vediamo come va', ma è un tentativo sperimentale che non deriva da una ricerca, da una valutazione interiore, ma da un messaggio che arriva dall'esterno.
Cioè voglio dire si dovrebbe innanzitutto cercare il senso, e in questa ricerca sperimentare la necessità o meno di amare tutti e il modo in cui farlo, e aiutare gli altri a fare lo stesso percorso.
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10-07-2016, 20:15
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#43
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
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Originariamente inviata da muttley
E' una cosa che dici a te stesso perché probabilmente ti fornisce l'alibi per non cambiare, e non in fondo cambiare più di tanto non ti interessa, come tu hai più volte ammesso.
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L'alibi lo si fornisce ad un ispettore di polizia. Comunque non si è capito questo tuo intervento a cosa serve, rispondi in merito se hai qualcosa da dire e non sei d'accordo con quel che ho detto.
Che lo racconto a me stesso è ininfluente, alla fine se scrivo io, sono io che racconto, mi sembra ovvio e banale constatare queste cose, ma il racconto è vero o falso?
E se è falso secondo te, perché è falso?
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Ultima modifica di XL; 10-07-2016 a 23:47.
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11-07-2016, 00:47
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#44
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Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,102
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Originariamente inviata da Joseph
Come pensi si potrebbe svolgere, in pratica, questa ricerca del senso?
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bisogna vedere cosa si intende per senso della vita. Se esiste qualche traguardo a cui l'umanità è destinata (secondo una visione di tipo religioso), oppure a cui può arrivare seguendo delle proprie scelte.
Nel primo caso non so se si può parlare di ricerca, in genere quel tipo di scoperte avvengono tramite rivelazioni da parte di persone o entità ritenute superiori. Oppure si potrebbero fare delle deduzioni dall'osservazione della realtà e disegnare quindi una verità che va convalidata nel momento in cui la si applica. Se io so che che c'è un senso ultimo della vita, quando si manifesterà probabilmente me ne accorgerò (perchè si percepisce ad esempio che si riesce a vivere meglio), ma prima di ciò non saprò precisamente come muovermi. Ci potranno essere delle tappe che avvicinano man mano alla consapevolezza, ma prima di raggiungerle non so dove sono e quindi come raggiungerle. In tutto ciò, cosa può per esempio aiutarmi è fidarmi di chi dice di aver già raggiunto qualche tappa o la meta finale e mi vuole indicare come fare. Se ci provo e ci riesco anch'io allora mi ritroverò in quella verità.
Per il secondo caso credo ritorni valido il discorso dell'osservazione e analisi della realtà, delle dinamiche conosciute finora, per capire come si può far funzionare meglio la convivenza umana, ma non si tratta veramente di un senso ma di un obiettivo da raggiungere. In questo caso, mancando un senso trascendentale, poi sarà difficile arrivare a una visione comune, probabile che si scenderà comunque a compromessi e che ci saranno correnti non rappresentate sufficientemente.
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11-07-2016, 11:27
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#45
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,270
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Originariamente inviata da muttley
E' una cosa che dici a te stesso perché probabilmente ti fornisce l'alibi per non cambiare, e non in fondo cambiare più di tanto non ti interessa, come tu hai più volte ammesso.
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Non la vedrei proprio così. Viviamo male tante cose e vorremmo che fossero diverse. Ma non ci viene in mente che possiamo cambiare solo noi stessi e che un cambiamento è sempre possibile.
E perché non ci viene in mente? Perché poniamo sempre la mente sugli altri, dai quali non dipende la soluzione dei nostri problemi.
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11-07-2016, 11:29
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#46
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Originariamente inviata da Superpippo
Lo so, in questo forum, questa celeberrima frase può risultare provocatoria. Tra ansia depressione e altri disturbi, siamo più sensibili/vulnerabili a quanto gli altri fanno, oppure siamo più incapaci di difenderci, quand'è il momento. E chi più chi meno tra noi, ha qualche conticino in sospeso.
La frase perciò, può risultare un po' indigesta.
Ma proviamo a leggerla in un'altra maniera. Noi non amiamo molto noi stessi. Ci vediamo , infatti, più sfigati, più deboli, meno capaci, con meno carattere. In più passiamo parecchio tempo a tormentarci con i brutti pensieri, anche se ne faremmo volentieri a meno. Quindi non possiamo proprio dire di volere a noi stessi tutto sto' gran bene!
Ma se non amiamo abbastanza noi stessi, ameremo il prossimo in egual misura, cioè poco.
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Non credo che sia una legge universale. Può essere utile (oltre che positivo di per sé), ma non credo che sia indispensabile amare o stimare bene sé stessi per amare o stimare bene il prossimo.
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11-07-2016, 11:31
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#47
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da Superpippo
Non la vedrei proprio così. Viviamo male tante cose e vorremmo che fossero diverse. Ma non ci viene in mente che possiamo cambiare solo noi stessi e che un cambiamento è sempre possibile.
E perché non ci viene in mente? Perché poniamo sempre la mente sugli altri, dai quali non dipende la soluzione dei nostri problemi.
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Anche qui, non vedo una validità universale in tala assunto. Per alcuni, in certe circostanze e fino a un certo punto, la soluzione dei propri problemi passa anche per gli altri.
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11-07-2016, 11:59
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#48
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Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,270
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Alien boy,
va bene condurre delle analisi , come hai fatto, ma esse hanno veramente valore, se riesci a collocare il tuo Io dentro il ragionamento.
Per che cosa quello che dici riguarda te, la tua vita?
Nella Scrittura, è sempre importante il "chi".
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Ultima modifica di cancellato16573; 11-07-2016 a 12:05.
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11-07-2016, 12:46
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#49
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Qui dal: Jul 2014
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Originariamente inviata da Superpippo
va bene condurre delle analisi , come hai fatto, ma esse hanno veramente valore, se riesci a collocare il tuo Io dentro il ragionamento.
Per che cosa quello che dici riguarda te, la tua vita?
Nella Scrittura, è sempre importante il "chi".
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Semplicemente finora non ho trovato un senso definitivo alla vita, diciamo che a volte mi sembra di cogliere delle verità che possono aprire degli spiragli, ma poi non si rilevano così efficaci, oppure hanno comunque una loro utilità e in tal caso cerco di ricordarmene, perché tendenzialmente la sfiducia me le sottrae. Insomma semplicemente non ho avuto la possibilità di raggiungere delle risposte risolutive, ma dipende anche da cosa si vorrebbe.
Forse tu intendevi che dovrei porre i miei desideri nel ragionamento? Ma in questo modo già segno una direzione e a quel punto dovrei trovare il come arrivare a quell'obiettivo, più che il significato della vita, se esiste.
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11-07-2016, 14:08
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#50
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,270
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E' giusto che ricerchiamo la verità, sapendo di non possederla mai.
E' vero, com'è stato scritto, che uno non può dire per decreto: "da adesso io mi voglio bene, così che io possa voler bene agli altri".
Come si fa? Secondo me, avendo il più possibile presenti i propri bisogni e i propri desideri. Perché da questo dipende la nostra felicità.
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11-07-2016, 14:27
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#51
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Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,270
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Chi-fa-che -cosa :
la maggior parte dei nostri nemici, non sono le persone, ma le idee. E' molto più probabile essere perseguitati da un'idea, che dalla persona che corrisponde a quell'idea.
Rivediamo la storia di Caino e Abele, che non sono mai esistiti, ma rispecchiano due parti realmente esistenti.
I due fratelli evidentemente vanno d'accordo, fino al giorno del famoso olocausto a Dio, che non gradisce il sacrificio di Caino. Ma quando questi decide di uccidere Abele, il fratello non gli è affatto nemico.
Evidentemente Caino non odia personalmente il fratello, ma solo l'idea che il sacrificio fatto da Abele sia più gradito a Dio. E quindi pensa di uccidere l'idea.
Quanto persone agiscono realmente per disturbarci, e di quante invece ci disturba l'idea?
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Ultima modifica di cancellato16573; 11-07-2016 a 14:33.
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11-07-2016, 14:54
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#52
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
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Quote:
Originariamente inviata da Superpippo
Non la vedrei proprio così. Viviamo male tante cose e vorremmo che fossero diverse. Ma non ci viene in mente che possiamo cambiare solo noi stessi e che un cambiamento è sempre possibile.
E perché non ci viene in mente? Perché poniamo sempre la mente sugli altri, dai quali non dipende la soluzione dei nostri problemi.
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Io comunque avevo scritto anche altre cose.
Quel che volevo dire è che per ricevere amore non è che basta pensarsi semplicemente come amabili, alla fine è necessario esserlo davvero. La credenza "essere amabili" è un effetto di qualche altro tipo di cambiamento qualora adesso non si è amabili, e non la causa dell'amabilità che poi si ottiene.
Se io adesso non piaccio e decido di andare in palestra per fare più presa sull'altro sesso e divento più piacevole agli occhi di diverse donne, è questa cosa qua che ha prodotto l'aumento della mia amabilità, non è che è stato l'amore per me stesso che ha innescato qualcosa in sé, da solo senza la palestra non avrebbe prodotto un bel niente.
Se faccio qualcosa che sono convinto migliori il mio aspetto e poi per gli altri risulto peggiore non è che ho aumentato l'autostima davvero così (per questo io la chiamo eterostima, perché poi c'è bisogno comunque della condivisione di giudizio affinché abbia un qualche senso parlare di cose del genere).
Non è che dall'oggi al domani una persona che è ridotta come un barbone se inizia a convincersi di essere amabile poi ottiene l'effetto per magia di essere amato dalle persone a cui vorrebbe piacere... Perché adesso ha scelto di amarsi. Non può proprio fare scelte del genere, non sono in suo potere direttamente adesso, questo potere può provare a costruirlo, ma è un effetto incerto e comunque aperto al fallimento, non è qualcosa che sceglie adesso. Riporto sotto come prima varie strategie per costruire questa cosa qua.
1) Il barbone in questione potrebbe cercare di darsi una ripulita e mettere a posto una serie di cose per riallinearsi alle preferenze degli altri per poi riuscire ad essere più amabile. Non è di autostima mentale che non atterra in nulla quello di cui ha bisogno, ma di un bagno insieme alle risorse fisiche e mentali per farlo questo bagno (e cose del genere, secondo questa prima strategia).
2) In alternativa può provare a rinegoziare con gli altri il proprio valore sociale dialetticamente senza allineare le sue caratteristiche alle preferenze cercando di modificare queste ultime (l'essere sporchi è trendy per un maschio! ... E cose del genere), ma di nuovo, questo non corrisponde lo stesso ad un fantomatico stato mentale di autoamore che da solo produce l'effetto, è un'operazione di interazione sociale in cui si cerca di modificare le preferenze delle persone su cui si vuol far presa.
3) L'ultima possibilità è quella di aspettare, cercando di resistere e sopravvivere nella speranza di trovare persone che accettino questa sua condizione esistenziale qualora non riesca ad attuare né la 1 e né la 2 o nel caso in cui risultino inefficaci per altri motivi.
Sono comunque tutte strategie che una persona in genere attua nella misura in cui riesce, io mica ho detto che una persona poi non deve far nulla, ho detto solo che quel che si dovrebbe fare non corrisponde poi semplicemente ad un abbracciarsi allo specchio da soli e cose del genere. E' molto più complessa questa cosa del volersi bene e coinvolge sempre ed in ogni caso anche gli altri, il loro giudizio nei nostri confronti, e il nostro rapporto con questi. Interpreto "volersi bene" come equivalente a "sentirsi e credersi amabili".
Solo se la stima di amabilità è più bassa di quella reale va corretta la percezione scorretta relativa al giudizio e le preferenze sociali, ma se non è così, va corretto tutt'altro. Che una persona si ritenga non molto amabile adesso non è detto che sia sintomo di distorsioni, magari è vero (nel senso che risulta vero che non piace perché è fatta in certi modi), mica si può generalizzare!
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Ultima modifica di XL; 11-07-2016 a 20:42.
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11-07-2016, 17:00
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#53
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Qui dal: Jan 1970
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Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Non credo che sia una legge universale [ama il prossimo tuo...]. Può essere utile (oltre che positivo di per sé), ma non credo che sia indispensabile amare o stimare bene sé stessi per amare o stimare bene il prossimo.
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Io credo invece di si. Perché , se esiste un conflitto interiore, non stiamo bene con noi e neanche con gli altri.
E al contrario, quando stiamo bene con noi stessi, riusciamo ad andar d'accordo anche col Diavolo.
La prova del 9 è questa: se sono tra persone ben conosciute e fidate, tranquille e con le quali non ci sono mai problemi, eppure mi sento a disagio, sono certo che non sto bene.
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Ultima modifica di cancellato16573; 12-07-2016 a 09:46.
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13-07-2016, 12:28
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#54
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Qui dal: Jan 1970
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A pensarci, c'è una sola persona, che francamente detesto. Ma non è un vantaggio per me, perché la cosa mi disturba e mi porta a niente, o meglio, mi fa girare in mente sempre le stesse cose.
Certo, con tutto quello che mi ha combinato negli anni e con tutte le volte che l'ho perdonato, è un pezzo di prossimo prossimo ben duro da amare!
Con tutti gli altri me la sono sempre fatta passare.
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Ultima modifica di cancellato16573; 13-07-2016 a 12:31.
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