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Vecchio 25-04-2008, 06:15   #1
y
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Stò un po' da cazzo stanotte. scrivo due righe.
pensieri un po' sparsi, cerco di metterli un po' in ordine ma come vengono vengono...
se scrivo tanto non venite a rompermi le balle che sono prolisso, ché non è il momento.
se vi dà fastidio è un problema vostro. fate a meno di leggere.

stavo rimuginando su quanto son diventato fragile.
cristallo.
mi rompo solo a sentir concetti o parole...
basta che senta una che dica che è uscita o deve uscire con un tizio, o che qualcuno mi accenni alle sue esperienze sentimental/sessuali, e mi si crea un vuoto intorno...
mi sento indietro mille anni.
mi viene un senso di irrecuperabile e la percezione di una distanza incolmabile che mi fa sentire solo, perso.

Tipo mal di spazio.
Come per gli astronauti.
Sapete cos'è il mal di spazio? gli astronauti possono soffrire di un problema del genere: lo spazio è un grande ammasso di niente. vuoto assoluto.
Nero, silenzio totale (le onde sonore hanno bisogno di un corpo per trasmettersi, nel vuoto c'è solo silenzio), non puoi neanche controllare i tuoi movimenti (non ci sono punti d'appoggio e non c'è attrito che ti rallenti).
Se ti stacchi dalla navetta continuerai a roteare all'infinito. anche dopo morto.
Un isolamento così totale e profondo da farti venire le crisi. lancinante.

Immagino sia perché il mio è un isolamento temporale, non spaziale... per cui è incolmabile. Più passa il tempo più si allunga la distanza che non recupererò più. Non si può tornare indietro.
La distanza di ciò che ho perso da una parte, la paura del futuro che è uguale e continua a sommarsi al passato come la sabbia di una clessidra dall'altra parte.

Poi magari metti che quando hai paura tutto diventa esagerato.

È strano come si finisca per bloccarsi per problemi che ragionandoci sopra si ridimensionano.
Per esempio l'idea che una sia stata con un'altro prima e che ci abbia fatto sesso e avuto una relazione, pensandoci, è una cosa piuttosto normale..
oltretutto è un po' una pretesa desiderare di averlo fatto, ma al contempo desiderare che lei NON l'abbia fatto..
come si fa? ma poi sarà anche giusto che lei abbia le avuto le sue di storie no?
..eppure..
se anche mi trovassi in una situazione intima con una ragazza, fare questo pensiero, realizzare questa differenza, ho paura che potrebbe bloccarmi completamente...
pessima conseguenza. avrei buttato via una possibilità.

l'altro giorno mi è venuto un pensiero. non so come. è venuto da solo.
immaginavo di avere la mia occasione di intimità con una ragazza, e arrivato al punto di non ritorno sentirla chiamarmi col nome sbagliato.
Spero non mi capiti una cosa del genere. Finirei in strada a passeggiare con le ciabatte come uno zombi. come un vecchio con l'alzaimer che non sa chi è, cosa ci fa li, dove va..

spazio.
=mal di spazio.

Inoltre non è un isolamento dovuto solo a questo, al non aver avuto esperienze sessuali/sentimentali, ma anche ad altre cause.
Anche la sensazione di incomunicabilità con le persone contribuisce. È anche questa un'altra forma di alienazione..

Poi il fatto che una gran parte della mia vita quotidiana io la passi così, da solo, senza che effettivamente nessuna delle persone che ho intorno sappia cosa faccio.. anche piccole stupidaggini, come cosa faccio in tutte le ore che stò al computer, che scrivo il blog o che ho il sito.. cose così.
(non chiedetemi link che non ve ne do. qui desidero l'anonimato.)
cose che anche gli interessasse di saperlo, neanche riuscirebbero a capirle. non tutti almeno.

Ma forse sarà solo oggi.. domani passa..
...
ma poi ritornerà dopodomani o forse la settimana prossima..
...

però negli ultimi anni ho recuperato un po' di tranquillità, anche dopo momenti di crollo, forse perché ho occupato la mente con cose evasive, come leggere libri o fumetti o guardare film.. i fumetti e i videogiochi hanno sempre funzionato bene per impegnare la mente.
Come fanno certi che si buttano nel lavoro o nello studio..
tipo mettersi a cantare una canzone, per non pensare di star roteando nello spazio all'infinito..

e quello probabilmente funziona per dar tempo all'organismo e alla mente di superare le crisi.
mi calmo un po', distraendomi per giorni. dimentico.
ma la situazione è quella. ci sono dentro. puoi far finta fino a un certo punto. come si fà?

Una specie di soluzione preventiva più che curativa sembra essere questa specie di isolamento.
(Anche se soluzione non è il termine. è un palliativo. si dice così mi pare..)
Escludere lo zoo sociale, chiuderlo fuori.
Mi impedisce di vedere ciò che mi ricorda la mia situazione.
Evito l'evidenza evitando il contrasto. Come scrivere nero su nero. non c'è contrasto quindi non si vede più.
Sparisce tutto, quindi sparisce anche l'incapacità di incastrarsi col mondo intorno.
E stando solo, non sono più solo. Perché l'essere solo diventa l'unica condizione.
O così sembra..

Infatti poi l'isolamento totale non funziona come qualsiasi estremo.
"la solitudine è una cosa meravigliosa ma guai a stare da solo."
Ed eccomi qui. Siti, forum, canali di chat..
e sono daccapo.. o ti relazioni o fai a meno.
Così in un canale di chat, o in un forum, da qualche parte, una mi dice che è uscita col tizio, uno mi racconta di lui e della sua ragazza..
crik. crak. una crepetta.
E torno a leggere libri, o guardare un film. così nel frattempo le crepe si riassestano un po'.

e sono ancora qui a roteare lentamente, senza attrito...
gir..
gir..

che brutte sensazioni..
vabé.. son pensieri.. domani starò meglio..
vò a leggere qualcosa e poi a dormire un po'.. che è mattina ormai.
Vecchio 25-04-2008, 09:44   #2
Intermedio
L'avatar di andreattt
 

questo topic mi sembra di averlo scritto io.
Vecchio 25-04-2008, 12:35   #3
Principiante
L'avatar di Gravis
 

Mi rivedo praticamente in tutto, specie nella prima parte.
A volte mi capitano cose belle, altre volte anche molto belle - ovviamente sempre e solo in campo professionale o universitario, almeno questo mi va bene. Ebbene basta una parola sbagliata (UNA SOLA!!!), che mi ricordi che qualunque cosa bella possa capitarmi in realtà è nulla rispetto all'abisso nel quale sono immerso, ed eccomi ripiombare nella depressione. Esattamente quello che tu chiami "mal di spazio".
La cosa mi capita soprattutto quando le battute di qualcuno mi ricordano che, avrò anche ottenuto qualche buon risultato professionale o scolastico, ma ho perso e sto continuando a perdere gli anni migliori della mia vita nella solitudine. Anni che non si possono recuperare...
Vecchio 25-04-2008, 12:53   #4
Esperto
L'avatar di paccello
 

Pur non essendo un recluso, mi ritrovo moltissimo in alcuni punti: il senso di vuoto quando qualcuno mi ricorda che ha le sue esperienze, la fragilità perchè basta un accenno a volte a queste cose e mi deprimo. Sono cose che mi fanno sentire così diverso e non in senso positivo.
Vecchio 25-04-2008, 13:08   #5
Esperto
L'avatar di animaSola
 

..
Vecchio 25-04-2008, 13:39   #6
Esperto
L'avatar di solo85
 

Quote:
Originariamente inviata da y
...cut...

basta che senta una che dica che è uscita o deve uscire con un tizio, o che qualcuno mi accenni alle sue esperienze sentimental/sessuali, e mi si crea un vuoto intorno...
mi sento indietro mille anni.
mi viene un senso di irrecuperabile e la percezione di una distanza incolmabile che mi fa sentire solo, perso.

...cut...

mi e' successo, purtroppo, 3 volte.....

3 "amiche" di cui ero cotto che ovviamente mi raccontavano i fatti loro perche' ero solo un amico....
e, tu guarda poi il caso, si innamoravano/trescavano/erano semplicemente interessate di gente che cmq in un modo o nell'altro vedevo tutti i giorni.

La prima volta che mi successe, (eravamo usciti in gruppo, una ragazza che mi piaceva pomicia con un altro) stavo male...ma non mal di cuore; stavo proprio male fisicamente. Crampi allo stomaco, nausea, debolezza estrema.

La seconda volta all'universita: per fortuna in quel caso la mia attrazione verso questa ragazza era solo un fattore fisico...Certo, la mia autostima crollo a picco, ma nn stavo male come la volta prima.

La terza (e finora ultima) volta fu l'anno scorso al lavoro. Quando vidi la ragazza che lavorava con me, trescare con un altro, mi prende una fitta allo stomaco e 5 secondi dopo vomitai.
Scusai la cosa con l'alcool, ma solo io sapevo il vero perche'...

:roll:
Vecchio 25-04-2008, 15:58   #7
Esperto
L'avatar di vetro
 

L'alienazione è solo la non accettazione del mondo la' fuori.L'alienazione è un'insubordinazione,un rifiuto della realta'.
Vecchio 25-04-2008, 19:48   #8
y
Banned
 

hehe, è strano che a volte nonostante il malumore mi vengano in mente delle cose comiche..
quando ho finito di scrivere e sono andato a letto mi è venuta in mente la colonna sonora adatta. Il valzer di 2001 odissea nello spazio.

mi immaginavo li che giravo nel vuoto con la tuta spaziale, magari in una posa un po' assurda, con inquadratura alla kubrik e la musica di sottofondo...

pappara pappà (pappà..pappà..)
pappara pappà (pappà..pappà..)

daahaha!!

vabé..
ci rido su. Gli antidepressivi che ho consumato sti anni son serviti a qualcosa..

comunque grazie dei commenti.
non posso dire di essere contento nel vedere altri che se la passano malaccio, ma come si dice, mal comune mezzo gaudio.. più o meno, insomma..


Sono perplesso da ciò che ha scritto vetro. E peraltro non è neanche la prima volta. Probabilmente abbiamo punti di vista divergenti.
Quel che hai scritto rischia di essere ambiguo. Potrebbe suonare come un "sei insubordinato, sei tu che sbagli, devi conformarti".
Se siamo venuti al mondo per conformarci, allora siamo vittime di un attacco borg. Siamo nati in una delle più orribili distopie. Le prospettive sono di essere assimilato o sfuggire suicidandosi (fisicamente o solo mentalmente). Non è una vita, è un incubo.
Una prospettiva che mi fa proprio schifo. Meglio che ci spariamo un colpo in testa, se è così.

La realtà è quella la fuori, ma anche quella qua dentro. Anche io sono reale. Discutibile che io scientemente non accetti il mondo, perché il mio rifiuto è motivato da disturbi e difficoltà, è una conseguenza di un difetto, o meglio di una differenza rispetto alla normalità, mentre sembra piuttosto palese che il mondo non accetta me. Cosa altrettanto vera ma che tu non sembri considerare.

Mi spiace. non sono daccordo.

p.s.
pappara pappà (pappà..pappà..)

hahaha..
Vecchio 25-04-2008, 20:14   #9
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

L'alienazione non è una condizione giusta.
Vecchio 25-04-2008, 20:20   #10
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
La realtà è quella la fuori, ma anche quella qua dentro. Anche io sono reale. Discutibile che io scientemente non accetti il mondo, perché il mio rifiuto è motivato da disturbi e difficoltà, è una conseguenza di un difetto, o meglio di una differenza rispetto alla normalità, mentre sembra piuttosto palese che il mondo non accetta me. Cosa altrettanto vera ma che tu non sembri considerare.
In qualche modo ti devi adeguare al mondo ma non vuol dire conformarti necessariamente,questo lo decidi tu.Io volevo solo dire che non siamo fatti per stare da soli,sempre.Posso capire il vivere la vita sociale in modo morigerato ma restare in completa solitudini,sempre con se stessi,non dialogare con nessuno,chiusi in una camera non porta a niente di buono.
Vecchio 25-04-2008, 20:37   #11
Principiante
L'avatar di SafeAsMilk
 

Quote:
Originariamente inviata da y
stavo rimuginando su quanto son diventato fragile.
cristallo.
mi rompo solo a sentir concetti o parole...
basta che senta una che dica che è uscita o deve uscire con un tizio, o che qualcuno mi accenni alle sue esperienze sentimental/sessuali, e mi si crea un vuoto intorno...
mi sento indietro mille anni.
mi viene un senso di irrecuperabile e la percezione di una distanza incolmabile che mi fa sentire solo, perso.
...

...
Escludere lo zoo sociale, chiuderlo fuori.
Mi impedisce di vedere ciò che mi ricorda la mia situazione.
Evito l'evidenza evitando il contrasto. Come scrivere nero su nero. non c'è contrasto quindi non si vede più.
Sparisce tutto, quindi sparisce anche l'incapacità di incastrarsi col mondo intorno.
E stando solo, non sono più solo. Perché l'essere solo diventa l'unica condizione.
O così sembra..
Sono belle le tue parole, amare e belle.
Mi ricordano anni, file infinite di giorni trascorsi a fuggire dal mondo, anzi, da ogni sua traccia, anche la più remota...
salvo poi rendermi conto che era solo da me stesso che cercavo di prendere le distanze...
quanto al mondo-di-fuori, mondo-di-dentro
non pensa esista questa dicotomia.. il mondo non è altro che uno sguardo, il nostro modo di interpretare e dare significato, il mondo è sempre soggettivo...poi un'idea della realtà può essere condivisa da più persone e divenire tradizione, "realtà"...ma pur sempre opinabile anche a costo di essere soli contro tutti!
Vecchio 26-04-2008, 02:30   #12
y
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
In qualche modo ti devi adeguare al mondo ma non vuol dire conformarti necessariamente,questo lo decidi tu.Io volevo solo dire che non siamo fatti per stare da soli,sempre.Posso capire il vivere la vita sociale in modo morigerato ma restare in completa solitudini,sempre con se stessi,non dialogare con nessuno,chiusi in una camera non porta a niente di buono.
Ah, grazie. Messa così suona molto meglio, più chiaro, e già sono più daccordo. (Ecco perché preferisco qualche parola in più per approfondire la spiegazione, piuttosto che il post corto, facile da leggere, ma che causa fraintendimenti!)
Infatti se noti, l'ho detto pure io alla fine che gli estremi non vanno bene, e che da soli alla fine non si stà meglio.
Al limite forse si riesce a stare un po' meno peggio, ma anche no.

Credo anche di capire quel che intendi con "in qualche modo ti devi adeguare". Il mondo è fatto così, e per quanto sia ingiusto rimarrà così, quindi mi devo adattare io. giusto?
Capisco, e purtroppo (perché è triste) c'è del vero anche qui.

Comunque questo non mi impedisce di fare tutto ciò che posso per contribuire a intaccare questa società fossilizzata. Certo mica posso pretendere di travasare il mare con un cucchiaio, ma io i miei due secchi d'acqua intanto li sposto.

Se mi limitassi a trovare un modo per seguire il flusso passivamente senza cercare di correggerlo nonostante creda che sia sbagliato, mi farei un torto. Finirei per riconoscere al sistema una correttezza di fatto dovuta alla mancanza di alternative. "Se è l'unica situazione, è quella giusta."

Non mi va bene.
io proverò anche a graffiare con le mie unghiette il muro di conformismo/passività/stupidità/luoghi-comuni...

Comunque se mi permetti, ti faccio notare che vedo comunque qualcosa che rischia di essere negativo in quel che dici. Diciamo in un certo senso controproducente.
Solo una mia impressione, di cui parlo anche il quest'altra discussione -> http://www.fobiasociale.com/postlite5773-.html
È una specie di errore in cui cadiamo tutti. Una piccola trappola che ci tendiamo da soli.

La tua frase "In qualche modo ti devi adeguare", per quanto comprensibile, ha quel problema di creare più o meno inconsciamente nella nostra testa (e tua anche) un peso legato alla sua perentorietà. Cioé al fatto che non ci sia alternativa.
Secondo me è meglio cercare di non caricare la nostra mente con pesi inutili. Meglio evitare di ripetersi queste cose come delle filastrocche continuamente, perché poi la sensazione diventa un peso insopportabile.
Spero si capisca cosa intendo.

Comunque è vero gli estremi non vanno mai bene...

Quote:
Originariamente inviata da safeasmilk
salvo poi rendermi conto che era solo da me stesso che cercavo di prendere le distanze...
quanto al mondo-di-fuori, mondo-di-dentro
non pensa esista questa dicotomia..
hai ragione sulla dicotomia.. neanche a me piace molto l'idea di ridurre le cose in questa forma, e pur tuttavia come vedi ci casco ancora ogni tanto...

su quella frase di fuggire da sé stessi, ci devo riflettere un po'..

ma poi anche stasera mi stà tornando un po' di solitudine.. com'è sto fatto?.. mah.. ascolterò un po' di musica..
Vecchio 26-04-2008, 14:53   #13
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da tsevrah
Ieri sera ho rapito un alieno .
davvero? 8) e perchè? che te ne fai? dov'è adesso? da dove viene gliel'hai chiesto? 8)
Vecchio 05-04-2011, 16:00   #14
Intermedio
L'avatar di ASongNoOneSings
 

So che questo topic è di quasi tre anni fa, ma le parole del suo creatore mi hanno molto colpita...non è bello che vada dimenticato.
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