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19-11-2021, 12:46
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#1
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Ciao,
Sono qui per raccontare (anche) la mia storia personale. Penso che sia un po’ difficile trovare un posto giusto per me. Forse non risponderà nessuno, ma lo faccio comunque perché aiuta me a fare un po’ di ordine nella testa. Dirò tutto nel bene e nel male, come se fosse una auto-confessione, per far capire meglio la situazione.
Partiamo dal contesto. Ho venti anni, vivo in una famiglia normale e allo stesso tempo molto particolare.
Mio padre, a causa di precedenti traumi, è una persona ossessionata dal lavoro e per di più ha sempre lavorato in casa via smartworking, fin da prima che questo termine venisse usato in Italia. Avere una persona che lavora in casa e vivere tutto il suo stress è sempre stato un grande problema a mio modo di vedere. Per di più, nel suo caso è anche sempre stato molto, molto nervoso per un nonnulla. Alzare le mani mai, solo scatti di ira grossi in cui ci è andato vicino, ma si è sempre controllato. Ci tengo a dire che non subiamo botte e cose simili, solamente questo atteggiamento che lui si rifiuta di riconoscere, a detta sua noi altri membri della famiglia siamo esagerati.
Per intenderci, urla disumane e risposte nervosissime a ogni cosa e per di più una tendenza ad annullare tutti quanti i membri della famiglia e le loro emotività. Per anni ho rifiutato di credere che fosse un problema, credevo davvero che fosse normale e che lo meritavo perché fossi debole. Per intenderci, me ne sono accorta attorno ai diciotto anni. Nell’ultimo episodio di ira, piuttosto clamoroso, sono andata via di casa per un giorno intero, sono stata costretta a scappare. Il motivo? Avevo inviato una mail a suo dire “scritta malissimo” ad un professore universitario per risolvere una faccenda burocratica.
L’atteggiamento di annullamento emotivo esercitato nei miei confronti mi ha spinto, negli anni, a nascondere tutto quello che faccio. Non posso avere passioni (sono sempre state prese in giro e sminuite anche da mia madre), non posso farmi piacere troppo una cosa, non posso fare niente. Entrambi i miei genitori sono follemente paranoici, anche una scarpa lasciata fuori posto diventa un problema. Ripeto, non ci sono botte e maltrattamenti, solo atteggiamenti esagerati ripetuti in continuazione, che a mio parere hanno bloccato la crescita della mia personalità, castrandola dal punto di vista sociale ed emotivo.
Fin da piccola, ho sempre avuto problemi a socializzare. Se qualcuno alzava la voce piangevo, tutt’oggi se una persona urla anche per scherzo mi vengono le lacrime agli occhi.
Tutti ricordano la propria infanzia in modo felice, io la ricordo sempre con una cappa di nebbia, non penso di essere mai stata felice o spensierata. Non ricordo un periodo della mia vita in cui ero felice o spensierata, al massimo piccoli momenti. Tuttavia, nella mia infanzia vivevo le mie emozioni in modo non castrato: avevo persino un fidanzatino, ero molto precoce ed ero quasi simile agli altri bambini. Dalle elementari in poi un declino sempre maggiore.
Dai miei mi è sempre stato recriminato che non ho una “vita normale”, che sono reclusa sociale, che tutte le mie amiche sono delle sfigate (mi è stato detto più volte, anche se in momenti di rabbia) peggio di me… e in fondo - in parte, non parlerei di “sfigate” - è vero, non riesco a socializzare con persone cosiddette “normali”: sono sempre stata circondata da ragazze con chiari problemi familiari o mentali, orfane, ragazze che prendono psicofarmaci da età giovanissima.
Ma chi dovrebbe essere amica di una che se a 20 anni esce di casa riceve quindici telefonate dai genitori o è costretta a tornare a casa a mezzanotte perché (siccome papà lavora in casa) “loro devono dormire”? O perché hanno paura che chissà che cosa mi succeda?
Io mi do’ una colpa, che è quella di cercare troppo la loro approvazione e non essere ribelle… ma se avessi provato a vivere una adolescenza ribelle, come tutti, forse mi sarei letteralmente rovinata la vita. Scusate se l’esposizione non ha senso, sto cercando di seguire il flusso del pensiero, perché in questo momento a rievocare tutto questo mi sto sentendo davvero male.
Parlando di manie del controllo… un’altra cosa è sempre stata l’attenzione verso il mio orientamento sessuale o affinché non facessi assolutamente sesso/mi fidanzassi senza avere intenzione di sposarmi o dopo essermi sposata. Logico, un bell’ideale, io sarei anche d’accordo. Peccato che sia il modo migliore per crescere una freak, al giorno d’oggi.
Quest’atteggiamento reiterato nel tempo mi ha reso completamente impossibile l’approccio all’altro sesso, anche in amicizia. Ho cominciato, lentamente, ad odiare i ragazzi pur essendo eterosessuale. Credo che venga percepito e che mi odino di rimando.
[Continuo nel prossimo post per evitare WoT.]
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19-11-2021, 12:56
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,433
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Anche se non al tuo livello, ho avuto anch'io problematiche simili in famiglia.
Mio padre, come personalità, ha sempre teso a soverchiare e schiacciare tutti noi altri membri della famiglia. Mia madre è stata molto controllante, più con le mie sorelle che con me, ma alla fine il controllo c'era comunque.
Anch'io, come ho risultato, ho sviluppato la tendenza a nascondermi, a occultare le cose che ritengo importanti, a non aprirmi, a crearmi quasi una "doppia vita"... ho imparato solo tardi nella vita, dopo i vent'anni, ad aprirmi con le altre persone, e con risultati alterni.
Anch'io mi sono accorto solo tardi, sempre dopo i vent'anni, che l'atmosfera disfunzionale che si respirava nella mia famiglia non era la normalità, e me ne sono reso conto col confronto con un ambiente, quello universitario, che ho fortunatamente trovato molto accogliente e comprensivo.
Purtroppo in casi come questi penso che l'unica soluzione sia allontanarsi dalla famiglia appena si può, e costruirsi, se ci si riesce, un ambiente a sé favorevole esterno alla stessa...
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19-11-2021, 13:00
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,355
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Ciao Mela~ ^^
Quelli che descrivi sono maltrattamenti veri e propri, perciò anche se non ci sono state "le botte" puoi usare quella parola senza timore di esagerare
Descrivi un abuso emotivo continuo ed atroce... Spero che il fatto di esserti aperta e di parlarne qui sia un segnale per cui ti “concedi” di sfogarti, di individuare a voce alta quali siano le cause della tua sofferenza
Un abbraccio ^^
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19-11-2021, 13:03
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#4
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Ho sempre pensato di essere davvero poco attraente, l’anti-sesso, ho sempre visto le ragazze attorno a me desiderate e sensuali e io come il guscio vuoto di un mollusco, freddo e incapace di calore.
Il cinismo da cui sono circondata mi ha spinta a diventare cinica e, forse, insopportabile. Le persone attorno a me soffrono del mio cinismo, ma è semplicemente il mio modo di essere. Io sono molto onesta.
Il mio cinismo è così profondo che mi spinge a pensare che nessuno mi amerà mai davvero, semplicemente perché non sono abbastanza carina per essere amata. Posso essere solo un ripiego mentre gli altri vivono la loro vita. Non sono brutta, ma sono nella media e poco di più, non reggo il confronto con le altre ragazze. Sia mia madre che mio padre sono molto più belli di me. Mi è capitato di avere dei complimenti, ma davvero rari.
Quando ero alle medie, un ragazzo piuttosto cattivello (aveva problemi con tutte le ragazze più alte di lui, odiava una mia amica perché era 1.70) mi fece delle foto a tradimento di profilo e le pubblicò sul gruppo di classe scrivendo qualche cosa del tipo: “e fa così schifo solo di profilo, figuratevi il frontale”. Questo, e altri episodi, mi hanno spinto a credere di non essere abbastanza anche solo per risultare gradevole, anche se so di esserlo. Se ci mettiamo il mio carattere chiuso, gelido e sadico verso i maschi, ho avuto il colpo di grazia.
Le persone si rifiutano di riconoscere il mio problema, ma la verità è che tutte le volte che ho cercato di migliorarmi è stato come mettere lo smalto ad una scimmia, solo altre delusioni su delusioni. I miei sono i primi a dire che mi faccio problemi per niente, che il problema è che sono austera e seria. Effettivamente ho anche dei problemi mentali in proposito, ma ci arriveremo. A venti anni non ho dato il primo bacio e sono ancora vergine, zero esperienze adolescenziali, zero persone che abbiano avuto una cotta per me o che si siano avvicinate per conoscermi. Non conosco ragazze nella mia situazione, neanche le obese. Ero in sovrappeso, ho perso dieci chili e se ne è andato completamente il seno. Un’altra botta alla mia autostima.
Atteggiamento di controllo… c’era un periodo in cui andavo spesso a trovare una mia amica a lavoro, mi ritrovavo spesso i miei a venire a spiarmi perché sospettavano (erroneamente) che mi fossi fidanzata. Domande a tappeto ai miei conoscenti e cose del genere… ovviamente non lo ero, figuriamoci, ma questo atteggiamento mi mise ansia. Ovviamente mi veniva sempre ripetuto — magari se qualche conoscente usciva incinta o cose del genere — che non si fa sesso prima del matrimonio, che queste sono cose che succedono alle poco di buono, che i ragazzi usano solamente le ragazze.
Mi rendo conto che sono cose infantili, ma il punto è questo. Io ho la parte sociale e sessuale della mia personalità a zero, totalmente non sviluppata, se qualcuno prova ad approcciare con me anche via chat mi metto a piangere per l’ansia.
Ogni volta che devo fare qualcosa sento la voce dei miei in testa tipo grillo parlante, mi sento annullata, come se non esistessi. All’esterno ho una personalità forte, per molti invidiabile, e io so di valere, so che potrei essere tanto nella mia vita, ma sento come se quello che io decido non valesse assolutamente niente agli occhi degli altri, di non avere “campo di azione” e di essere solamente uno spettatore.
Per di più non mi piace prendere parte alla finzione detta “rapporti sociali”, non so fingere e posso pertanto stare solo con persone più deboli di me che si facciano sottomettere dal mio carattere e a cui non pesi la mia (quasi) assenza di apparente emotività. Io non so esprimere le emozioni. Non ci riesco. Non sorrido mai (anche perché penso di avere un bruttissimo sorriso), non riesco a dire ad una persona che le voglio bene neanche se mi sforzo, lo percepisco falso.
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19-11-2021, 13:17
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#5
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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[Ringrazio chi ha risposto, risponderò a mia volta alla fine del racconto.]
In poche parole… penso di avere tutti i sintomi di un disturbo della sfera sessuale, perché provo ansia al solo pensiero del rapporto sessuale o di aprirmi con qualcuno. Pensavo fosse un problema legato al mio corpo, forse lo è in parte, ma è solo una piccola parte di un problema più complesso, in cui ci sono tante componenti psicologiche e anche — in parte — la paura di restare incinta, come ho detto mi è sempre stato fatto terrorismo psicologico su questo.
Mi sento sorvegliata, controllata, guardata a vista, sento di non poter avere una mia vita. Se espongo questo disagio con loro, sono esagerata e mi invento cose che non sono vere.
Le costanti paranoie che mi hanno messo in testa mi hanno portata ad avere paura persino di stare in mezzo alla strada. Scannerizzo le facce di chi vedo e se hanno qualcosa che non va cambio completamente strada. Quando cammino infatti sembra che sto facendo lo slalom e andando a zig zag, devo sembrare veramente strana alle altre persone.
Sono paranoie che invento io? No. Perché mio fratello piccolo si è ammalato da due anni di Disturbo Ossessivo Compulsivo, cosa che ha portato tutti in cura da uno psichiatra, tranne me. Mamma soffre di una depressione post-partum, a papà sono stati diagnosticati disturbi dell’umore. Entrambi vengono da contesti familiari a carattere ossessivo e replicano su di noi (in peggio) i comportamenti che hanno avuto i loro genitori. Mio padre mi dice sempre che io mi lamento, ma che se avessi vissuto la sua situazione non sarei durata un giorno. Intanto noi ci ammaliamo, prendiamo le frustrazioni di altri.
Da quando mio fratello si è ammalato, la situazione è peggiorata moltissimo. L’unica volta che ho provato ad andarmene di casa è finita con mio padre che chiamava la polizia… ho venti anni, la gente normale a venti anni vita mezza Italia, io se dico che voglio prendere un treno per andare a giocare al bowling al paese vicino casa devo farlo di nascosto perché non sia mai che in treno mi stuprano.
Anche mio fratello, come me, è al limite della totale impotenza sessuale. Sia a me che a lui, quando eravamo piccoli, davanti alle ovvie curiosità è stato detto che il sesso “lo fanno le persone cattive”. Anche quando poi ci è stato detto che è normale, nella età dello sviluppo, quell’idea non è mai più andata via. Lui ha disturbi comportamentali più gravi dei miei, prende psicofarmaci alla candida età di quindici anni.
Il problema è che è tutto quanto un dramma psicologico, sulle parole, perché fisicamente non succede molto, anzi, solo una serie di atteggiamenti castranti che ci rendono completamente in balia degli altri.
Un altro esempio? Recentemente ho cominciato ad andare in palestra. Mi piace tanto, vorrei diventare brava sul serio. Non dico una professionista, ma mi piacerebbe fare qualche gara amatoriale, anche se non ho il coraggio di dirlo (perché la palestra fatta bene è per le persone di basso livello). La palestra la pago coi soldi del mio lavoro. Ho fatto l’errore di parlare a casa della possibilità di cominciare ad andare quattro volte a settimana invece che tre… il giorno dopo mi trovo mio padre che parla con l’istruttore (facendomi fare una clamorosa figura di merda causa età, immaginate che deve aver pensato la gente) vietandogli di prendermi quattro volte a settimana. Infatti il giorno dopo sono andata in palestra e mi è stato riferito davanti a tutti… sarò una piagnona, ma mi sono sentita umiliata tantissimo e ho trattenuto le lacrime per tutta l’ora. Non è il gesto in se’, è tutto quello che ci sta dietro.
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19-11-2021, 13:31
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#6
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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A venti anni loro non riescono neanche a lasciarmi sola a casa se vanno in vacanza. Venti anni. E c’è gente che resta sola molto prima. Sono costretta a seguirli, a passare giorni di merda a causa dei loro caratteri che si esasperano in situazioni di stress. “Grazie” al loro modo di fare vedo ogni singola cosa come uno stress enorme! E lo stesso vale per mio fratello, quindi non-sono-pazza-io, non lo sono assolutamente.
Quando ero piccola — cosa che nessun bambino dovrebbe sperimentare — la notte non riuscivo a dormire e sentivo problemi ansiosi di respirazione perché avevo paura che in uno scatto di ira mi avrebbero uccisa. Era una paura totalmente irreale, ci tengo a dirlo, ma immaginate come una bambina, per pensare che suo padre potrebbe ucciderla deve star inconsciamente soffrendo.
Ho fatto Giurisprudenza per due anni. Ho fatto la primina, quindi mi trovo. Ma la stavo facendo non perché piacesse a me, ma perché mi era stata imposta. Io ho sempre amato le materie umanistiche, uno dei miei sogni nel cassetto era quello di studiare Archeologia.
Adesso studio Lettere Moderne, ho visto che non seguire le aspirazioni mi faceva male e ne sono uscita. Con disprezzo, mi è stato detto che “farò la maestra dell’asilo” in un momento di rabbia. A me l’idea di insegnare piace molto, anche se vorrei in realtà stare nel campo della ricerca, che è quello che mi affascina di più. Il problema è che ciò che domina mio padre, e che è stato trasmesso anche a me, è l’ossessione per il denaro e per il mostrare.
Da un lato è un bene, perché mi sto già assicurando un futuro economico, ma io non sono una persona così tanto materialista. Ho bisogno di quello, ma anche di altro. A me è sempre piaciuta più l’idea della validazione, per intenderci, mi ha sempre fatto male avere così in vicinanza idee tanto materialiste. Un’altra cosa che ha un po’ ammazzato lo sviluppo del mio carattere: tendo a svalutare subito una persona normale che fa un mestiere normale, proprio automaticamente. Non voglio, ma è il modo in cui sono abituata a pensare, come se fossi stata programmata a distanza.
Adesso sono in un periodo della mia vita in cui tutte queste cose stanno riemergendo prepotentemente. L’idea è quella di provare ad andarmene, a cambiare casa e fare finalmente quello che voglio, provare a ridettare la mia vita sociale. Ma qualcosa mi blocca. Non riesco a studiare, a lavorare, mi sento completamente inetta, passo le giornate tra una fissazione e l’altra.
Recentemente tutti i miei problemi sono diventati una fissazione ossessiva sul mio corpo, forse perché è la cosa che sento più controllabile. Cambiamenti estetici, cose che anni fa non mi avrebbero mai lasciato fare, forse perché spero di essere più apprezzata per quello che si può immediatamente vedere. Sono diventata l’antitesi della ragazza sciatta che ero da adolescente, a tal punto da farmi ridere dietro o farmi prendere per un’oca (la gente è così superficiale, certo) perché sono sempre in tacchi e vestiti carini anche quando non ne è affatto il momento. Sto cominciando a prendere un’ossessione per la chirurgia plastica, passo la giornata a guardare modifiche e a sognare di essere più carina.
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Ultima modifica di Mela~; 19-11-2021 a 13:42.
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19-11-2021, 13:41
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#7
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Siccome *c'è il lavoro* la mia personalità non esiste! Sono tutte stronzate, a detta sua. La mia passione per la palestra? Stronzate. Sto male per qualcosa? Stronzate. Non ho neanche un amico “normale” e la gente mi prende in giro da morire? Stronzate. C’è una passione che vorrei realizzare? Stronzate, non esiste, non fa guadagnare soldi.
Tutto quello che non è connesso al denaro non esiste! Tutto quello che non è nel modus operandi di una presunta classe sociale non esiste! Importa solo che vado al liceo classico con le Hogan, per giunta senza affermare nessuno status perché son pure brutte e il massimo che ho ottenuto è farmi ridere dietro.
L’amore? Non esiste, se il tuo uomo ti fa le corna è colpa tua, gli uomini sono inclini a tradire quindi te le tieni e l’importante è che torna a casa. Ora, io penso che questa cosa sia vera, perché sono davvero cinica e percepisco l’amore come falso, non credo che possa esistere se non in rarissimi casi (e tra persone della stessa appartenenza sociale, altrimenti è solo una follia momentanea). Il problema è che, se vuoi far vivere bene una figlia, non devi dirle queste dannate cose quando è una adolescente che ha avuto zero esperienze!
Avrei preferito ottomila delusioni, ma almeno avrei vissuto! Non mi sarei sentita un guscio vuoto incapace di esistere e di avere una personalità lontana dal nido. Sono stanca di avere paura di tutto, io sono una persona coraggiosa a cui vengono iniettate in continuazione ansia e paure non potrei. Sono una persona che si impegna, che lavora sodo, che non ha paura di niente e sono convinta che con un’educazione diversa probabilmente riuscirei a concentrare meglio il mio potenziale, invece passo la giornata a rimuginare su cose che non riesco a fare.
Ho dei periodi in cui sto meglio, mi sento fortunata perché, a parte questi disagi, non ho una vita cattiva, anzi… ho amiche, un futuro assicurato, ma non riesco ad essere felice, non ci riesco e non ce la faccio più a non esserlo. So che devo rimboccarmi le maniche e cercare di andare via, ma so anche che non me lo lasceranno fare anche se a parole dicono di sì!
Troveranno un modo per non farmene andare e controllarmi, come hanno già cominciato a fare…
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19-11-2021, 13:52
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#8
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Sono effettivamente una persona critica e con interessi strani… guardo, ascolto e leggo cose che piacciono solo a me, non mi interessa il mainstream — tranne poche cose — e tendo a dissociarmi da tutto.
Guardo senza desiderio amicizie e coppie… a volte sogno di avere una mentalità normie e di essere come tutti quanti, perché sono sicura che starei meglio. Mi sembra tutto falso, brutto, artificioso, come se tutti fingessero. Non mi arrabbio con nessuno, non considero mai male nessuno fino in fondo perché penso che sia tutta una recita perenne, in cui ci convinciamo di cose… sento le emozioni, persino le mie, come finte e autoindotte.
Forse mi verrà chiesto… parli di amore, in venti anni neanche un flirt o una cotta? Assolutamente niente, solo una quasi-relazione virtuale con una persona dall’altra parte di Italia… ma anche in quel caso, pur sentendo che potesse piacermi davvero, mi sentivo come se stessi recitando un ruolo e provavo ansia all’idea di una relazione, di incontrarci. L’idea di una relazione mi terrorizza, mi sembra una gabbia… e odio anche l’idea del sesso occasionale, forse riuscirei a fare quello solo se non “fossi io”, se avessi un’altra identità, morirei se mi chiamassero per nome durante.
Ho avuto così tanta ansia che sono dovuta sparire per un periodo. Temevo mi mentisse, pensavo che scherzasse e mi dicesse belle cose solo perché ero la ragazza più caruccia e con la migliore situazione economica che potesse permettersi. Ultimamente mi ci sento ancora, ma non so che cosa provare, l’infatuazione è così falsa, mi sembra assurdo che ci si possa “amare” tra persone così imperfette. Tutti sogniamo altre persone rispetto a quelle che abbiamo intorno, che siano fidanzati o amici, è terribile ma è così.
Altra chicca… ho tantissimi nomi, non mi piace averne solo uno e rinchiudermi in un ruolo. Suonerà da schizzata, ma non mi faccio mai chiamare col vero nome tranne in occasioni lavorative, ho tantissimi pseudonimi con cui mi faccio chiamare. Solo in quel modo riesco, in parte, a liberarmi dalla voce della coscienza e dallo scanner degli altri che applico alle persone.
Non so, per ora penso di aver finito. Se mi verrà altro in mente lo scriverò. Grazie a chiunque ha risposto e condiviso con me la sua esperienza fino ad ora. Nella realtà non ho mai trovato altre persone nella mia situazione, mi sembra di essere l’unica. Ci tengo a dire che non sono asessuale, anche se posso sembrarlo. Purtroppo, a causa dell’educazione che ho ricevuto, mi vergogno anche se sento una battuta sessuale, figuriamoci il resto…
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19-11-2021, 13:59
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#9
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Esperto
Qui dal: Jan 2021
Messaggi: 2,745
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Da quello che hai scritto il problema non sei tu ma i tuoi genitori. Con i genitori che ti ritrovi ci credo che sei piena di paure ed insicurezze. Ti hanno praticamente intrappolato in una bolla da cui non ti permettono di uscire.
La cosa migliore che potresti fare è quella di allonatanarti da loro ma immagino che non ti permetterebbero mai di andare per esempio a studiare in un'altra città. Allontanrti secondo me sarebbe la tua salvezza. Sarebbe un modo per liberarti delle tue paure anche perchè tante sembrano essere più convinzioni sbagliate che vere e proprie paure. Devi provare a vivere la tua vita anche eventualmente mentendogli perchè mi pare che parlare con loro sia piuttosto inutile. Nonostante tutto mi sembri una ragazza forte e sono sicura che tu ce la possa fare quindi non abbatterti.
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19-11-2021, 14:05
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#10
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Trinacria
Da quello che hai scritto il problema non sei tu ma i tuoi genitori. Con i genitori che ti ritrovi ci credo che sei piena di paure ed insicurezze. Ti hanno praticamente intrappolato in una bolla da cui non ti permettono di uscire.
La cosa migliore che potresti fare è quella di allonatanarti da loro ma immagino che non ti permetterebbero mai di andare per esempio a studiare in un'altra città. Allontanrti secondo me sarebbe la tua salvezza. Sarebbe un modo per liberarti delle tue paure anche perchè tante sembrano essere più convinzioni sbagliate che vere e proprie paure. Devi provare a vivere la tua vita anche eventualmente mentendogli perchè mi pare che parlare con loro sia piuttosto inutile. Nonostante tutto mi sembri una ragazza forte e sono sicura che tu ce la possa fare quindi non abbatterti.
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Sai come fanno? Non è che loro dicono “non devi assolutamente andartene!”, ma assumono un atteggiamento di scoraggiamento. Mi spiego bene, giocano (non so se lo facciano a posta) con le mie paure indotte: “ma poi come farai completamente da sola, riuscirai a cucinare, fare questo, quello etc., hai idea di quanto sia stressante? Guarda che per una ragazza da sola è pericoloso… poi devi stare attenta a quando ti ritiri la sera” o anche “tu non sei autosufficiente [falsissimo, ndr.], ma dove vuoi andare? Poi ce la fai a sobbarcarti l’affitto, questo, quell’altro” o ancora “va bene, puoi andartene, ma devi trovare una compagna di stanza [se non conosci nessuno non è così semplice…] o, la cosa migliore:
“Sei una codarda, fuggi dai problemi di tuo fratello! Io a casa mia avevo una situazione davvero problematica e sono rimasto/a, tu sei una codarda che non sa affrontare le cose!”
O ancora, atteggiamento usato ogni volta che non vogliono lasciarmi fare una cosa:
“Ok, aspetta che adesso vediamo se tot amico ha ancora le case che fittano agli studenti…”
Non mi vogliono lasciare andare. Tempo fa valutavo di andare a studiare beni culturali a Napoli e mia madre si mise a piangere.
Per di più, sui terrori indotti, ti dico solo che fino ai quindici anni passavo notti insonni per paura che venissero a derubarci (perché mamma mi ripeteva sempre che “prima o poi capita a tutti”), facevo sempre l’incubo che un ladro entrasse dalla finestra della mia camera e mi puntasse una pistola addosso… o incubi simili ambientati in negozi o strade. Non so se siano cose comuni, ho passato un periodo della mia vita ad essere terrorizzata da questo o dall’eventualità che uno dei miei genitori mi uccidesse.
In famiglia mia c’è sempre questo continuo ossessivo pensare alla morte o ai pericoli che possono arrivare. Ti dico solo che qualsiasi discussione facciamo si arriva sempre che alla fine un giorno moriremo…
Infatti ho sviluppato anche una fortissima paura della morte, anche questa al punto da passare mezze notti sveglia. Ci sono sempre stati dei “riti” per scacciare o allontanare questa cosa, non mi meraviglio che mio fratello abbia sviluppato un disturbo ossessivo in tutta onestà…
Il “rito” più usato era imbottirci di integratori inutili pseudo-miracolosi. Io da piccola ho effettivamente rischiato la vita un paio di volte a causa dell’asma. Ma lo ha vissuto quasi solo mamma, papà non c’era. Lavorava.
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Ultima modifica di Mela~; 19-11-2021 a 14:09.
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20-11-2021, 11:01
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#11
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,433
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Quote:
Originariamente inviata da Mela~
Sai come fanno? Non è che loro dicono “non devi assolutamente andartene!”, ma assumono un atteggiamento di scoraggiamento. Mi spiego bene.
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Questi sono ricatti psicologici ai quali bisogna imparare a resistere.
Considera che hai vent'anni, sei maggiorenne, puoi costruirti la tua vita senza render conto di quello che fai a nessuno, tantomeno ai tuoi genitori.
Anche mia madre usava tattiche del genere per scoraggiare e indirizzare noi figli a fare o non fare determinare. A un certo punto, anche se magari è brutto a dirsi, bisogna un po' "indurirsi il cuore" e cominciare ad andare per la propria strada. L'alternativa è vivere una vita a metà e che rischia di trascinare chissà quanto sotto la cappa opprimente della famiglia d'origine.
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20-11-2021, 14:11
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#12
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Esperto
Qui dal: May 2021
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 602
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Cara Mela, mi dispiace per la situazione che hai vissuto e stai vivendo. Si vede che hai molto dentro di te che spinge fuori per trovare espressione e sfogo nella parola.
Quando dici che pensi di avere un disturbo della sfera sessuale è abbastanza comprensibile a cosa ti riferisci, in ciò è evidente il prepotente influsso che hanno esercitato su di te gli atteggiamenti restrittivi e coercitivi dei tuoi genitori. Non credo che tua abbia un disturbo sessuale anche in senso stretto, cioè ad esempio una mancanza o marcata riduzione del desiderio e/o dell’eccitamento sessuale. Questo sarebbe, diagnosticamente parlando, un disturbo della sfera sessuale, ma, piuttosto riferisci un insieme di insoddisfazioni, insicurezze e timori nell’approcciarti a un possibile rapporto relazionale. Sotto questo profilo le sottolineature che scrivi relative al tuo aspetto fisico rientrano fortemente in questo tipo di problema.
Alcuni pensieri che ci racconti (es. penso di non essere abbastanza carina, ti confronti con le altre ragazze etc.), sono pensieri normali e comuni, tuttavia, altri pensieri destano una quota di preoccupazione. E’ importante non arrivare al punto estremo di ossessionarsi su questi aspetti fisici (“Recentemente tutti i miei problemi sono diventati una fissazione ossessiva sul mio corpo”;” nessuno mi amerà mai davvero, semplicemente perché non sono abbastanza carina per essere amata”; “Sto cominciando a prendere un’ossessione per la chirurgia plastica, passo la giornata a guardare modifiche e a sognare di essere più carina”).
Specialmente avendo un’anamnesi positiva in famiglia per il disturbo ossessivo-compulsivo, è fondamentale che tua abbia chiara consapevolezza della linea di demarcazione che esiste fra cura e attenzione del proprio corpo e, dall’altro lato, preoccupazioni eccessive che consumano tempo ed energie psicologiche nel pensare a presunti difetti che vedi su di te, a modelli ideali di femminilità, nonché a comportamenti per colmare irrefrenabilmente questo gap.
Dunque, puoi sempre curare il tuo aspetto (è una bella cosa, piace a tutti), ma impara a guardare te stessa per come sei e per le qualità che ti contraddistinguono, senza pensare di essere qualcosa in meno o di insufficiente rispetto agli altri. Il che è tutto l’opposto di stare fermi a braccia conserte; significa valutare modi alternativi di percepire le cose, certo modalità non autosvalutative, non autocritiche, il cui contrario non fa altro che fomentare l’insicurezza e impedire che cresca la giusta fiducia da riporre in se stessi.
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20-11-2021, 18:29
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#13
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Leggo con interesse le vostre risposte e considerazioni. Grazie mille.
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21-11-2021, 00:06
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#14
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Esperto
Qui dal: May 2020
Messaggi: 4,322
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Ciao Mela, la tua storia mi ha profondamente colpito.
Sembra apparentemente che non ci sia via d'uscita da questa situazione.
Però il fatto che tu ti sia cercata un lavoro oltre a studiare all'università ti fa onore. Almeno hai occasione di assaporare un minimo di indipendenza.
Da quello che ho capito non c'è dialogo coi tuoi genitori, purtroppo se hanno questi disturbi e questa mentalità c'è poco da fare.
Vorrei davvero poterti aiutare.
Purtroppo se non si hanno relazioni sentimentali durante l'adolescenza è come se mancassero dei "tasselli" necessari per sviluppare una personalità "normale".
Te lo dico da kv a kv.
Spero che queste "ali di pietra" prima o poi possano diventare d'argento.
Ho una domanda: dato che hai dichiarato di avere difficoltà nelle relazioni sociali in generale, soprattutto coi maschi, come hai vissuto il lockdown?
Non hai rivalutato il bisogno di socializzare dopo questo isolamento forzato che abbiamo vissuto?
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21-11-2021, 12:30
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#15
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Norlit
Ciao Mela, la tua storia mi ha profondamente colpito.
Sembra apparentemente che non ci sia via d'uscita da questa situazione.
Però il fatto che tu ti sia cercata un lavoro oltre a studiare all'università ti fa onore. Almeno hai occasione di assaporare un minimo di indipendenza.
Da quello che ho capito non c'è dialogo coi tuoi genitori, purtroppo se hanno questi disturbi e questa mentalità c'è poco da fare.
Vorrei davvero poterti aiutare.
Purtroppo se non si hanno relazioni sentimentali durante l'adolescenza è come se mancassero dei "tasselli" necessari per sviluppare una personalità "normale".
Te lo dico da kv a kv.
Spero che queste "ali di pietra" prima o poi possano diventare d'argento.
Ho una domanda: dato che hai dichiarato di avere difficoltà nelle relazioni sociali in generale, soprattutto coi maschi, come hai vissuto il lockdown?
Non hai rivalutato il bisogno di socializzare dopo questo isolamento forzato che abbiamo vissuto?
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Concordo sui tasselli necessari per sviluppare una personalità nella norma, penso anche io che sia un grave deficit.
Ho rivalutato la socialità… in parte, più che altro ho rivalutato il come usare il mio tempo. Perché anche se rivalutassi la mia socialità, non avrei grandi occasioni per conoscere persone (l’università comunque mi permetterebbe di consocere solo gente di paesi e città vicini/e), quindi sarebbe solamente una sofferenza a cui non posso potrei rimedio, pertanto ci penso fino ad una certa. Una cosa devo dirla: da come mi sembra di approcciarmi agli altri, penso di essere piuttosto migliorata in questo… sicuramente il mio problema non è la timidezza, quanto più che risulto strana anche se a me sembra di non dire nulla di, appunto… strano.
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21-11-2021, 13:02
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#16
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Banned
Qui dal: Dec 2020
Messaggi: 1,428
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Quote:
Originariamente inviata da Mela~
Dai miei mi è sempre stato recriminato che non ho una “vita normale”, che sono reclusa sociale, che tutte le mie amiche sono delle sfigate (mi è stato detto più volte, anche se in momenti di rabbia) peggio di me… e in fondo - in parte, non parlerei di “sfigate” - è vero, non riesco a socializzare con persone cosiddette “normali”: sono sempre stata circondata da ragazze con chiari problemi familiari o mentali, orfane, ragazze che prendono psicofarmaci da età giovanissima.
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Mi è capitata la stessa cosa quando avevo la tua età, hai solo amici sfigati, tossici, senza un futuro, vuoi fare la loro fine... e tuttora accade soprattutto da parte di mia sorella, l'ultima volta che l'ho incontrata, la settimana scorsa, mi ha detto in tono dispregiativo se la mia ragazza l'ho conosciuta fuori da scuola. Solo perché ha 12 anni meno di me.
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21-11-2021, 15:07
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#17
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Esperto
Qui dal: May 2020
Messaggi: 4,322
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Quote:
Originariamente inviata da Mela~
Quando ero alle medie, un ragazzo piuttosto cattivello (aveva problemi con tutte le ragazze più alte di lui, odiava una mia amica perché era 1.70) mi fece delle foto a tradimento di profilo e le pubblicò sul gruppo di classe scrivendo qualche cosa del tipo: “e fa così schifo solo di profilo, figuratevi il frontale”. Questo, e altri episodi, mi hanno spinto a credere di non essere abbastanza anche solo per risultare gradevole, anche se so di esserlo. Se ci mettiamo il mio carattere chiuso, gelido e sadico verso i maschi, ho avuto il colpo di grazia.
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Non hai mai avuto il coraggio di reagire per quello che ha fatto quel bulletto a te e alle tue amiche? Quel maledetto neanche si sarà reso conto di avere massacrato l'autostima a una persona..
Spero che nessuna donna gli si avvicini per il resto dei suoi giorni.
Non hai perlomeno provato a mandarlo dal preside?
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21-11-2021, 15:14
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#18
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da Norlit
Non hai mai avuto il coraggio di reagire per quello che ha fatto quel bulletto a te e alle tue amiche? Quel maledetto neanche si sarà reso conto di avere massacrato l'autostima a una persona..
Spero che nessuna donna gli si avvicini per il resto dei suoi giorni.
Non hai perlomeno provato a mandarlo dal preside?
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Certo che reagivo. Però mio padre quando lo venne a sapere peggiorò la situazione, ci andò a parlare autonomamente lui — senza che io potessi fare niente — e mi feci la nomea di “quella che non sa difendersi da sola” e di “persino tuo padre crede che sei così andicappata che non lo puoi fare”.
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21-11-2021, 15:42
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#19
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 724
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Seppure in misura assolutamente più lieve e meno grave, so qualcosa di famiglie disfunzionali, meccanismi che nell'infanzia ci sembrano normali e poi, crescendo e confrontandoli con quelli degli altri, appaiono in tutta la loro assurdità, in generale di influenze e ossessioni trasmesse (anche inconsciamente) dai genitori. Che sicuramente al 90% agiscono a fin di bene e perchè vittime loro stessi di contesti familiari a loro volta problematici, per carità, ma resta il fatto che i danni che portano sono spesso enormi, anche se non irreversibili.
E il primo passo è riconoscerli e reagire, come stai cercando di fare tu.
La tua esperienza mi ricorda molto anche quella di due mie amiche; la prima con padre severissimo (per fortuna c'era la madre a coprirla, il che le ha permesso di vivere una vita sociale pressochè normale, ma nemmeno sempre): per anni controllava anche come si vestiva, banditi smalto e simili, coprofuoco fino a 30 anni e in punizione in caso di sgarro (per esempio non poteva uscire per tot giorni, ripeto, a 30 anni), niente aerei manco in gita scolastica - e capisci bene che tutto ciò ti allontana dai coetanei e dalla loro vita normale. L'ansia di tenere la figlia sotto una campana di vetro ha creato una ragazza piena di complessi, timidissima e spesso fuori dal mondo per mancanza di esperienze diu vario tipo (amicizie, viaggi, ecc). Con i ragazzi sempre storie di dipendenze affettive, e forse la ricerca inconscia di una persona simile al padre, quasi sempre inadatte a lei...e alla fine si è sposata pur di scappare dalla vita familiare suddetta, portandosi dietro problemi e complessi mai risolti, destinata ad essere infelice a vita con questi presupposti.
L'altra forse anche peggio, a 30 anni autonoma se parliamo di viaggi e uscite, ma comunque sotto ricatto psicologico perenne. I suoi l'hanno di fatto obbligata a studiare quello che dicevano loro, quando è riuscita a ribellarsi gliel'hanno fatto pesare per anni, un controllo poi continuo su di lei mascherato da "protezione", il risultato è che vive ancora coi suoi senza aver mai lavorato né avuto un fidanzato e con grandi difficoltà legate anche alle amicizie: io la conosco bene e so che è una ragazza estremamente intelligente e valida, ma purtroppo chiusa nel suo mondo e incapace di reagire.
Ti ho raccontato queste due storie perchè sono più simili alla tua di quanto non sia la mia, ma ti ripeto che anche i miei genitori non sono proprio equilibratissimi, e guarda caso entrambe noi figlie manifestiamo disagi, seppur in maniere diverse.
Imperativo riconoscere i segnali prima che sia troppo tardi e reagire, anche consultando un professionista. Sono vicende da manuale, un grande classico che secondo me si può risolvere. E poi si, assolutamente cerca di allontanarti anche fisicamente da loro, devi dimostrare a te stessa e a loro che ce la fai da sola e che comunque anche se dovessi avere delle difficoltà sarebbe comunque meglio affrontare quelle che continuare a (soprav)vivere sotto il giogo dei tuoi. Sono i tuoi anni migliori e hai perso tanto tempo, ti vedo molto lucida sul problema e ti invito quindi ad agire di conseguenza. Ce la puoi fare.
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21-11-2021, 16:08
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#20
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Intermedio
Qui dal: Nov 2021
Messaggi: 136
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Quote:
Originariamente inviata da confusa86
Seppure in misura assolutamente più lieve e meno grave, so qualcosa di famiglie disfunzionali, meccanismi che nell'infanzia ci sembrano normali e poi, crescendo e confrontandoli con quelli degli altri, appaiono in tutta la loro assurdità, in generale di influenze e ossessioni trasmesse (anche inconsciamente) dai genitori. Che sicuramente al 90% agiscono a fin di bene e perchè vittime loro stessi di contesti familiari a loro volta problematici, per carità, ma resta il fatto che i danni che portano sono spesso enormi, anche se non irreversibili.
E il primo passo è riconoscerli e reagire, come stai cercando di fare tu.
La tua esperienza mi ricorda molto anche quella di due mie amiche; la prima con padre severissimo (per fortuna c'era la madre a coprirla, il che le ha permesso di vivere una vita sociale pressochè normale, ma nemmeno sempre): per anni controllava anche come si vestiva, banditi smalto e simili, coprofuoco fino a 30 anni e in punizione in caso di sgarro (per esempio non poteva uscire per tot giorni, ripeto, a 30 anni), niente aerei manco in gita scolastica - e capisci bene che tutto ciò ti allontana dai coetanei e dalla loro vita normale. L'ansia di tenere la figlia sotto una campana di vetro ha creato una ragazza piena di complessi, timidissima e spesso fuori dal mondo per mancanza di esperienze diu vario tipo (amicizie, viaggi, ecc). Con i ragazzi sempre storie di dipendenze affettive, e forse la ricerca inconscia di una persona simile al padre, quasi sempre inadatte a lei...e alla fine si è sposata pur di scappare dalla vita familiare suddetta, portandosi dietro problemi e complessi mai risolti, destinata ad essere infelice a vita con questi presupposti.
L'altra forse anche peggio, a 30 anni autonoma se parliamo di viaggi e uscite, ma comunque sotto ricatto psicologico perenne. I suoi l'hanno di fatto obbligata a studiare quello che dicevano loro, quando è riuscita a ribellarsi gliel'hanno fatto pesare per anni, un controllo poi continuo su di lei mascherato da "protezione", il risultato è che vive ancora coi suoi senza aver mai lavorato né avuto un fidanzato e con grandi difficoltà legate anche alle amicizie: io la conosco bene e so che è una ragazza estremamente intelligente e valida, ma purtroppo chiusa nel suo mondo e incapace di reagire.
Ti ho raccontato queste due storie perchè sono più simili alla tua di quanto non sia la mia, ma ti ripeto che anche i miei genitori non sono proprio equilibratissimi, e guarda caso entrambe noi figlie manifestiamo disagi, seppur in maniere diverse.
Imperativo riconoscere i segnali prima che sia troppo tardi e reagire, anche consultando un professionista. Sono vicende da manuale, un grande classico che secondo me si può risolvere. E poi si, assolutamente cerca di allontanarti anche fisicamente da loro, devi dimostrare a te stessa e a loro che ce la fai da sola e che comunque anche se dovessi avere delle difficoltà sarebbe comunque meglio affrontare quelle che continuare a (soprav)vivere sotto il giogo dei tuoi. Sono i tuoi anni migliori e hai perso tanto tempo, ti vedo molto lucida sul problema e ti invito quindi ad agire di conseguenza. Ce la puoi fare.
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Meglio essere consapevoli ora che mai… sto già lavorando per andare via di casa. E’ che a volte viene anche a me il dubbio che sono io ad esagerare, ammetto che dopo aver pubblicato questo post-sfogo ho persino pensato: “oddio, e se sono solo scemenze infantili e sto facendo la figura dell’idiota che finge problemi?”.
Ma vedo che (purtroppo o per fortuna) non mi sto inventando problemi che non ci sono… grazie
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