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31-05-2015, 15:03
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#61
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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Dopo quasi 6 mesi di antidepressivo, sto notando chiaramente che il mio problema non è solo l'umore terribilmente a terra, ma anche i pensieri e le ansie. Ora che sono leggermente più motivata, rischio di tornare giù proprio a causa di quei problemi che mi paralizzano.
Ho un pessimo rapporto con i miei, mi sono isolata anche durante i pasti (quando li faccio) e meno ci parlo, meglio sto. Mi trascuro e sentire qualcuno che mi insulta o si arrabbia per questa mia condizione, mi fa star peggio. Non mi sento compresa, mi sento rifiutata e sminuita. Sto male psicologicamente e mi sono sentita dire dai miei che faccio la bella vita, mah. Non vedo spazio e rispetto per un dolore come quello psicologico da parte loro, mi dicono pure che mi comporto come una bambina capricciosa.
Non è la prima volta che cado e mi rialzo, ma di sicuro non devo ringraziare i miei.
Invece, tu mi sembri realmente disposta a comprendere tuo figlio.
Magari il mio caso può esserti di una qualche utilità...
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Originariamente inviata da cat
Anche io, vi voglio bene e fra un pochino di tempo incomincerò a proporvi campi di fotografie in Islanda, corsi di restauro di motociclette d'epoca, stage di danze sciamaniche, nidi di caretta caretta da curare, tour della birra….
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Quote:
Originariamente inviata da cat
Vieni cucciola, ti adotto. C'è un posticino favoloso dove fanno i dread, a Milano. Se ci vado da sola, alla mia età, mi prendono per pazza, ma se andiamo insieme, diciamo che lo faccio per te, per aiutarti a guarire, per farti stare bene!!!!
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Grazie di
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Originariamente inviata da pokorny
Io non sono intervenuto prima di tutto perché il post TS era "ad personam"; non essendo Blimunda o come si scrive, non avrei scritto niente nemmeno se avessi avuto qualcosa di interessante da dire
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Peccato.
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31-05-2015, 15:31
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#62
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,650
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Io non coinvolgerei i suoi amici, che si vedano quando vogliono, se la mamma si intromette lui potrebbe pensare che lo facciano per obbligo... Se ci sono questi amici e ogni tanto si vedono (non ho capito ogni quanto) è già molto.
Certe cose magari fatte in buona fede possono arrivare come una violenza...
Parlando del mio caso personale, quando mia madre torna a casa ed è di buon umore ed è dolce con me mi si toglie un peso dal cuore, anche se poi non faccio un cazzo comunque ma questo è un altro discorso : D però è vero, anche mia madre sa essere molto entusiasta in stile caretta caretta, magari per cose più banali però, cose tipo: adesso oggi puliamo e mettiamo in ordine tutta la tua stanza! : D oppure: dai che domenica andiamo a fare un giro in bici!
Poi magari c'è la fase sclero in cui lei è esausta e non ne può più di me e di mio padre, e si sfoga dicendo che sto in casa a non fare un cazzo, che lei ci serve e ci riverisce etc., allora poi io esplodo dicendo che loro mi hanno rovinato la vita etc. ...
Insomma la cosa peggiore è il senso di colpa e a volte l'impossibilità di avanzare pretese perché già è tanto che non ti buttano fuori di casa (questo non me lo hanno detto ma è quello che penso io e che condiziona ogni mia azione), in generale ho notato che a contatto con i miei (specialmente con mio padre) mi rimbambisco, divento isterica, capricciosa, nevrotica, insopportabile etc. etc., perché si vive nella contraddizione di voler essere indipendenti, autonomi, e nel dramma di non riuscire o di non potere diventarlo nei fatti...
Io non desidero la morte, quindi c'è una parte della questione che non comprendo e che non vivo, però non voglio lavorare, non riesco a reggere i rapporti con gli altri, non voglio mostrarmi etc. etc., se penso a quello che desidero è chiudermi in casa a guardare film serie tv e cartoni animati, il passo successivo sarebbe riuscire a studiare cose e disegnare da autodidatt., ma già sarebbe oro rispetto a quello che faccio di solito.
Al di là della scarsità di opportunità che offre oggi il panorama, non mi sento molto in sintonia con i valori che muovono il mondo, con l'imperativo della fatica, del sudore sulla fronte, del farsi il culo perché nessuno ti regala niente, della forza di volontà, del volere è potere, dell'avidità, della competizione, dell'arrivismo etc., e al di là di quello che non mi va giù, nemmeno saprei sopravvivere in un ambiente lavorativo.
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Ultima modifica di ~~~; 31-05-2015 a 15:54.
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01-06-2015, 07:20
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#63
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Principiante
Qui dal: May 2015
Messaggi: 60
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Originariamente inviata da morgana
Ho letto il tuo ultimo post e siccome parli di volonta' volevo solo dire che purtroppo non basta
Purtroppo chi non prova certe cose non riesce a capirle, non x mancanza di empatia o di intelligenza ..lo vedo anche in chi mi vuole bene,, anzi neanch' io lo capivo anni fa.
'
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Ora l'ho capito, razionalmente, anche se dentro di me c'è ancora un profondo dolore che urla le sue ragioni! Vedere un figlio che potrebbe fare tutto ciò che desidera e sta così male è terribile; leggere le storie di quanti, tra voi, ce la stanno piano piano facendo mi calma e mi consola… e mi aiuta a pormi nel modo giusto, anche se la soluzione non dipenderà solo dal mio pormi in modo giusto!
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Originariamente inviata da milton erickson
Ecco questo è un punto importante..mi viene da pensare che nella tua famiglia la presenza di una situazione di difficoltà così "forte" impedisca a volte anche di pensare ai propri momenti di fragilità, al bisogno di rifiatare e pensare a sè senza sentirsi egoisti..
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Hai proprio ragione, questo è un punto molto importante. Abbiamo sempre dovuto essere forti e positivi, non abbiamo mai potuto permetterci fragilità e anche le vacanze non sono mai state un momento in cui rifiatare veramente, da venti anni a questa parte….
Ora, la crisi del gemello "forte", se dapprima ha innescato i consueti meccanismi di incredulità, rabbia e dolore, forse ora potrebbe indurci tutti a darci più tempo per rifiatare e magari migliorare la nostra situazione complessiva, spingendoci a soluzioni migliori. Alla fine sarà stata una risorsa in più.
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Originariamente inviata da milton erickson
ed è anche difficile pensare, immagino, per un figlio, di lasciare il nido (ovvero laurearsi, sposarsi, andarsene da casa) lasciando una madre da sola a reggere la situazione..e questo può portare ad un blocco, al di là della situazione contingente di essere abbandonato dalla fidanzata..
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Forse questo non era ancora nei suoi pensieri, ma immagino di sì, che anche per lui sia difficile pensare di lasciare suo fratello, che adora. Ogni tanto vorrei aver avuto sette figli, invece che solo tre, almeno il senso diresponsabilità sarebbe stato diviso, ma questo è, e non posso farci nulla. Mio figlio ovviamente sa che, se vorrà, sarà libero di andare anche in Australia a lavorare… ma non credo che lui per primo desideri allontanarsi, perché per lui i legami familiari e amicali sono molto importanti.
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Originariamente inviata da marcoonizuka
Sono certo che con una madre come te lui riuscirà a stare meglio. Credimi, il supporto di un genitore che si informa sul problema e che lo comprende è quello che tutti noi vorremmo.
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Ma grazie!!! Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!
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Originariamente inviata da ilPaul
Ma è logico che ora non voglia. Lui non vuole fare niente, vedere nessuno, provare nessun sentimento...
Perchè ha paura del finale negativo. Se ci pensi è anche quello che stai facendo tu: non vuoi farlo perchè lo tradiresti. Renditi conto che il non fare cose relativamente normali perchè si ha paura del rifiuto o dell'apparire in un certo modo rimanendo quindi fermi per poi dilaniarsi nei pensieri negativi e nella desolazione è il dramma esistenziale di alcuni di noi qui, me compreso.
Io non credo che lo staresti tradendo, ma fai come ritieni sia più giusto secondo te.
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Io so che se coinvolgessi i suoi amici raccontando loro cosa sta passando mio figlio, molto probabilmente loro cercherebbero di aiutarlo di più… non ho paura di un finale negativo, ho paura di fare un torto a mio figlio, raccontando ciò che lui non vuole raccontare. Forse potrei limitarmi a dire che è davvero molto triste e che dovrebbero aiutarlo a organizzare qualcosa di bello quest'estate, per le vacanze…
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Originariamente inviata da _Diana_
Dopo quasi 6 mesi di antidepressivo, sto notando chiaramente che il mio problema non è solo l'umore terribilmente a terra, ma anche i pensieri e le ansie.
Ho un pessimo rapporto con i miei, mi sono isolata anche durante i pasti (quando li faccio) e meno ci parlo, meglio sto. Mi trascuro e sentire qualcuno che mi insulta o si arrabbia per questa mia condizione, mi fa star peggio. Non mi sento compresa, mi sento rifiutata e sminuita. Sto male psicologicamente e mi sono sentita dire dai miei che faccio la bella vita, mah. Non vedo spazio e rispetto per un dolore come quello psicologico da parte loro, mi dicono pure che mi comporto come una bambina capricciosa.
Non è la prima volta che cado e mi rialzo, ma di sicuro non devo ringraziare i miei.
Invece, tu mi sembri realmente disposta a comprendere tuo figlio.
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Tu mi sei stata utile , e molto, perché parlare di ciò che provi mi ha consentito di vedere quel che mio figlio stava cercando di dirmi, senza riuscirci.
Forse posso esserti utile anche io. Un genitore che vede il figlio adorato o la figlia adorata distrutto da un dolore così forte, paralizzato dall'ansia, recluso senza colpe, come prima cosa si sente impazzire! Ma come! è lì, bella, forte, intelligente, ha tutto il mondo da scoprire e si isola dalla realtà? E dunque cerca di scuotere. Anche mio marito, all'inizio, gli diceva cose terribili! Tu non hai voglia di fare un ca**o, vai a lavorare, troppo comodo così, etc etc. Il problema è che non serve, perché non dipende dalla volontà. Perché è come un meccanismo che si è rotto e si deve riparare. Vedendo che mio marito si stava dirigendo verso la strada sbagliata e vedendo l'acuirsi del dolore di mio figlio, ho chiesto un incontro con lo psichiatra, per capire cosa potevamo fare noi, come dovevamo comportarci noi. Lo specialista non ci ha dato molte indicazioni; ci ha detto comunque di dargli tempo e di non pressarlo, ma la vera lampadina è scattata quando ha parlato di fobia sociale. Non mi servivano tanto quei consigli sul comportamento migliore, quanto quella diagnosi, quel dare un nome a una cosa sconosciuta. Ho cominciato a cercare informazioni sull'argomento e sono approdata qui, dove ho letto come vi sentite voi, da una prospettiva interna e non esterna come è anche quella dello specialista. Qui ho capito cosa intendesse dire lo psichiatra e perché. Prima non l'avevo capito! Qui ho visto cosa stava vivendo mio figlio e ho anche considerato eroico il suo tacere temendo di farci preoccupare ancora di più. Ma tacere non va bene!
Io sono sicura che i tuoi, se fanno così con te, non abbiano ancora capito cosa ti sta succedendo. Se non riesci a parlarne con loro, falli leggere. Lascia una pagina stampata sulla fobia sociale, informali! Magari potrebbero cominciare a mettersi in discussione. Ci vorrebbe un gruppo di auto aiuto per i genitori, ci vorrebbe un forum a parte o un sotto forum.
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Originariamente inviata da ~~~
Io non coinvolgerei i suoi amici, che si vedano quando vogliono, se la mamma si intromette lui potrebbe pensare che lo facciano per obbligo... Se ci sono questi amici e ogni tanto si vedono (non ho capito ogni quanto) è già molto.
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Stanno arrivando sempre meno. All'inizio, ogni tanto piombavano in casa, anche perché mio figlio non rispondeva più ai messaggi… poi, lentamente, hanno cominciato a diradare le visite e le proposte…
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Originariamente inviata da ~~~
sa essere molto entusiasta in stile caretta caretta,
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Yeah!!!
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Originariamente inviata da ~~~
Al di là della scarsità di opportunità che offre oggi il panorama, non mi sento molto in sintonia con i valori che muovono il mondo, con l'imperativo della fatica, del sudore sulla fronte, del farsi il culo perché nessuno ti regala niente, della forza di volontà, del volere è potere, dell'avidità, della competizione, dell'arrivismo etc., e al di là di quello che non mi va giù, nemmeno saprei sopravvivere in un ambiente lavorativo.
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Forse potresti davvero anche tu informare i tuoi genitori: non limitarti a raccontare quel che provi, però, passa loro le info scientifiche sulla fobia sociale. Per me è stato illuminante vedere che il comportamento e il pensiero di mio figlio si rispecchiava in quello di praticamente tutti voi, naturalmente con le variabili individuali. Come si fa a parlare di volontà!
Anche io non mi sento in sintonia con i valori che muovono il mondo, soprattutto con quelli da te elencati. Ma stare reclusi, senza prospettive per il futuro, rappresenta una resa incondizionata proprio a quei valori, equivale ad alzare bandiera bianca, è come darla vinta agli arrivisti superficiali qualunquisti che popolano il mondo e si riproducono pure. Io ho capito che, nella mia vita, potevo far trionfare i miei valori. Ho scelto di avere accanto persone come me, le ho trovate e sto bene.
E faccio trionfare i miei valori persino nel mio lavoro, quando posso e per quanto io possa. Aiutare una donna violentata ad avere giustizia, aiutare un perseguitato politico togolese o un omosessuale pachistano con la schiena piena di cicatrici per le frustate ad ottenere lo status di rifugiato, aiutare una lavoratrice mobbizzata ad avere il giusto risarcimento…
Il resto del mondo continui pure a cazzeggiare con il lusso, il gossip, la corruzione, l'arrivismo; nel mio mondo si sta bene e si vive nella collaborazione, nel rispetto, nell'empatia, nell'amore per gli altri, nella fede in Qualcosa di più grande. Ti abbraccio. Forza, forza, un giorno ce la farai e sarai felice.
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01-06-2015, 07:58
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#64
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Banned
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 1,542
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Quote:
Originariamente inviata da ~~~
allora poi io esplodo dicendo che loro mi hanno rovinato la vita etc. ...
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E questo e che no va....ho letto anche delle cose su internet l'altra volta, e mi pare si parlava i fs, dicevano appunto che molti si crogiolano su sta cosa, incolpando i genitori....lo stesso faccio io eh, non parlo solo per te.....e una cosa antiproducente, forse e vero ci crogioliamo troppo su sta cosa.
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01-06-2015, 10:53
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#65
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 280
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Tanti auguri per tutto a tuo figlio e congratulazioni a te.
Vedrai che riuscirà a superare questo momento
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01-06-2015, 21:33
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#66
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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Quote:
Originariamente inviata da cat
Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!
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Questo è saggio, sì, solo che personalmente non riesco a fidarmi di loro...
Trovo che sia molto importante che ci sia serenità in casa, comprensione e accoglimento dei problemi e delle fragilità dei componenti della famiglia. Io non le ho avute e non credo di avere molte speranze in tal proposito. La prima volta che mi ero isolata abbandonando tutto e tutti con un taglio netto, avevo quasi vent'anni: mi son rivista molto in tuo figlio e solamente ora posso dire, col senno di poi, che a quei tempi era l'ansia ad avermi dato il colpo di grazia. Dopo un lustro ci sono ricaduta, stavolta però mi son tenuta stretta un paio di persone importanti che sanno e che vedo una volta ogni tanto quando le energie me lo permettono, perché mi fanno stare bene. Insomma, qualcosa è cambiato ed ho imparato la lezione; tutto sommato questo per me è un percorso formativo importante, anche se impregnato di ombre e sofferenza. Forse anche tuo figlio dovrà capire da solo e col tempo tutte queste cose, potrebbe essere pure confuso o non riuscire ad accettare questa sua sofferenza interiore, non ne rimarrei stupita, se fosse così, proprio perché l'ho provato. Da fuori quindi potrebbe essere ancora più difficile aiutare una persona in una condizione simile ed è comprensibile che tu ti senta spaventata ed impotente...
Comunque a pelle mi piace molto leggerti.
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01-06-2015, 22:27
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#67
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
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Quote:
Originariamente inviata da cat
Ma grazie!!! Però c'è un modo per aiutare i vostri genitori a comprendere: so che è difficile parlare fino in fondo di quel che provate e di come vi sentite, ma fino a che non lo farete, loro non potranno comprendere… e soprattutto, fate loro leggere qualcosa sulla fobia sociale. Se non si informano, informateli!
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Non gli ho detto il nome specifico, ma ho provato tante volte a spiegargli come mi sento, che ho determinate paure, che sono più fragile, ma niente da fare. Per loro bisogna soltanto andare avanti, punto e basta. E' come se non accettassero che loro figlio possa avere questi problemi e non tengono in considerazione quello che dico. Poi aggiungiamo il fatto che sono abbastanza ignoranti, e quindi sento che le mie parole alle loro orecchie risultano soltanto ridicole. Non possono capire. Non so se capirebbero neanche se glielo facessi leggere su internet. Se solo fossero più all'avanguardia... davvero, io un po' invidio tuo figlio per avere una madre come te. Piacerebbe anche a me.
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02-06-2015, 06:23
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#68
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Principiante
Qui dal: May 2015
Messaggi: 60
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[quote=Alex88;1525611 molti si crogiolano su sta cosa, incolpando i genitori..
[/QUOTE]
e se non si incolpano i genitori, chi si deve incolpare!?!
il fatto è che i genitori non sono onnipotenti, ma ci vuole tanto tempo per capirlo…
Quote:
Originariamente inviata da ilPaul
Tanti auguri per tutto a tuo figlio e congratulazioni a te.
Vedrai che riuscirà a superare questo momento
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grazie caro, speriamo….
Quote:
Originariamente inviata da _Diana_
Questo è saggio, sì, solo che personalmente non riesco a fidarmi di loro...
Trovo che sia molto importante che ci sia serenità in casa, comprensione e accoglimento dei problemi e delle fragilità dei componenti della famiglia. Io non le ho avute e non credo di avere molte speranze in tal proposito. La prima volta che mi ero isolata abbandonando tutto e tutti con un taglio netto, avevo quasi vent'anni: mi son rivista molto in tuo figlio e solamente ora posso dire, col senno di poi, che a quei tempi era l'ansia ad avermi dato il colpo di grazia. Dopo un lustro ci sono ricaduta, stavolta però mi son tenuta stretta un paio di persone importanti che sanno e che vedo una volta ogni tanto quando le energie me lo permettono, perché mi fanno stare bene. Insomma, qualcosa è cambiato ed ho imparato la lezione; tutto sommato questo per me è un percorso formativo importante, anche se impregnato di ombre e sofferenza. Forse anche tuo figlio dovrà capire da solo e col tempo tutte queste cose, potrebbe essere pure confuso o non riuscire ad accettare questa sua sofferenza interiore, non ne rimarrei stupita, se fosse così, proprio perché l'ho provato. Da fuori quindi potrebbe essere ancora più difficile aiutare una persona in una condizione simile ed è comprensibile che tu ti senta spaventata ed impotente...
Comunque a pelle mi piace molto leggerti.
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Diana, prova, non dico a fidarti… prendilo come un dovere civico: sto così, sono così e spiego a chi mi circonda come si chiama e cosa succede a me e a chi sta come me… devono capire che è una condizione che accomuna molte persone, piene di valore… se capiscono meglio, se non capiscono, sarà come prima tanto, peggio di così…
baci
Quote:
Originariamente inviata da marcoonizuka
Non gli ho detto il nome specifico, ma ho provato tante volte a spiegargli come mi sento, che ho determinate paure, che sono più fragile, ma niente da fare. Per loro bisogna soltanto andare avanti, punto e basta. E' come se non accettassero che loro figlio possa avere questi problemi e non tengono in considerazione quello che dico. Poi aggiungiamo il fatto che sono abbastanza ignoranti, e quindi sento che le mie parole alle loro orecchie risultano soltanto ridicole. Non possono capire. Non so se capirebbero neanche se glielo facessi leggere su internet. Se solo fossero più all'avanguardia... davvero, io un po' invidio tuo figlio per avere una madre come te. Piacerebbe anche a me.
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Stampa una pagina e lasciagliela sul divano. L'ignoranza si vince con l'informazione. Senti, sono laureata e ho sempre letto tanto, ma non avevo mai sentito parlare di fobia sociale… (sarà perché i fobici sociali si chiudono in casa? bisognerebbe fare un'associazione di fobici ed ex fobici e genitori di fobici)… all'inizio vedevo la depressione di mio figlio, la sua tristezza, e mi dicevo che dovevo dargli un pochino di tempo, poi, quando ho visto che la fase più acuta della depressione era passata, tutta questa sua paura di uscire di casa, io non la capivo proprio!!! mi sembrava assurdo, mi sembrava un alieno! ora che ho capito cosa sta passando, gli ho potuto dire che mi era tutto più chiaro, gli ho anche raccontato che vi ho letto, che mi avete aiutata a capire molte cose di lui e di quello che prova e, vi giuro, l'ho visto veramente sollevato… anche per me bisogna andare avanti e, a volte, per andare avanti, bisogna fare un passo indietro per prendere lo slancio… ti abbraccio forte
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