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Vecchio 27-05-2015, 13:33   #1
cat
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Innanzitutto grazie Blimunda. Grazie per aver scritto quel che provavi e del tuo processo di guarigione.
Io non ho mai avuto problemi di fobia sociale. Ho avuto molti molti altri problemi, anche molto gravi, ma sono sempre andata avanti nella vita come una guerriera, con la spada sguainata, felice e positiva anche nel dolore, grata di tutto anche quando era niente... Insomma, io funziono così.
Qui sono un'infiltrata. Sono nel dolore più atroce, perché uno dei miei figli si è isolato dal mondo e vive nella disperazione e nell'evitamento di... tutto. Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di Blimunda e di tutti voi, perché fino a poco prima di leggere i vostri messaggi, io mi stavo convincendo che mio figlio fosse un alieno. Dovete capirmi. Non sono stupida, né poco empatica, né insensibile e conosco bene la sofferenza. Ma per una come me che, se ha un problema va a cercare ogni soluzione nel mondo esterno, nella maggiore socializzazione, nelle nuove attività, avere un figlio che invece si chiude e si isola era semplicemente inconcepibile.... e magari riuscirò a trovare il modo per comunicare con lui senza ferirlo.
Ora vi descrivo meglio la situazione. Ho 45 anni, faccio l'avvocato, sono sposata da vent'anni e ho tre figli (due gemelli di venti anni e una bimba di otto) che adoro. La nostra è una famiglia molto unita. Uno dei miei gemelli ha una vera e propria fobia sociale. E' depresso. E' completamente chiuso in casa, da otto mesi. Tutto è cominciato per una delusione d'amore. Anche se, devo dirvi la verità, c'erano problemi preesistenti, una sua angoscia profonda, dovuta al fatto che il suo gemello ha una gravissima disabilità motoria e lui vive con sensi di colpa da una vita. Nonostante il nostro (mio e di mio marito) carattere tendenzialmente ottimista e non stereotipato)...
Ora, per colpa di una delusione forte, per una storia d'amore andata male con una ragazza (per me) insensibile e distruttiva, ha lasciato l'università e… tutto il resto. Ha paura di tutto. Di uscire ed incontrarla. Di uscire e di essere visto come uno che soffre. Di non riuscire a superare gli esami universitari. Di non trovare la sua strada.... Non so più come fare per aiutarlo. E' in terapia con una psicologa ed è seguito da uno psichiatra…. Noi non sappiamo più cosa fare, né cosa non fare. Come vi dicevo, io non riesco a capirlo veramente. Abbiamo sempre parlato tanto e abbiamo un bellissimo rapporto, ma io questa sua situazione attuale non la conosco! Non ce la faccio, io non mi sono mai sentita così. Ho avuto tanti gravi problemi nella mia vita, ma non mi sono mai isolata. Sono sempre stata molto attiva ed estroversa. Vederlo così solo, isolato, disperato, senza speranza, mi angoscia tantissimo. E temo di sbagliare. Temo di avere già sbagliato tanto, tutte le volte in cui, in questi otto mesi, ho tentato di forzarlo a fare cose che non voleva fare oppure quando ho ridicolizzato le sue esperienze…. Quando ho letto i vostri messaggi, mi si è aperto il cuore. Cosa hanno fatto i vostri genitori, per aiutarvi? Secondo voi, proporre, ad esempio, a uno che sta così male di andare in Islanda a fare uno stage di fotografia, è così sbagliato? Visto che ha paura di incontrarla (la sua amata che non lo ama-e non sa quel che si perde) qui, non potrebbe andare un po' lontano, a fare esperienze nuove? Secondo voi, lo potrei convincere o forzare o è meglio lasciarlo in pace, annichilito su quel divano, aspettando che risorga? E se non risorgesse?
Ringraziamenti da
_Diana_ (27-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 13:52   #2
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Innanzitutto grazie Blimunda. Grazie per aver scritto quel che provavi e del tuo processo di guarigione.
Io non ho mai avuto problemi di fobia sociale. Ho avuto molti molti altri problemi, anche molto gravi, ma sono sempre andata avanti nella vita come una guerriera, con la spada sguainata, felice e positiva anche nel dolore, grata di tutto anche quando era niente... Insomma, io funziono così.
Qui sono un'infiltrata. Sono nel dolore più atroce, perché uno dei miei figli si è isolato dal mondo e vive nella disperazione e nell'evitamento di... tutto. Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di Blimunda e di tutti voi, perché fino a poco prima di leggere i vostri messaggi, io mi stavo convincendo che mio figlio fosse un alieno. Dovete capirmi. Non sono stupida, né poco empatica, né insensibile e conosco bene la sofferenza. Ma per una come me che, se ha un problema va a cercare ogni soluzione nel mondo esterno, nella maggiore socializzazione, nelle nuove attività, avere un figlio che invece si chiude e si isola era semplicemente inconcepibile.... e magari riuscirò a trovare il modo per comunicare con lui senza ferirlo.
Ora vi descrivo meglio la situazione. Ho 45 anni, faccio l'avvocato, sono sposata da vent'anni e ho tre figli (due gemelli di venti anni e una bimba di otto) che adoro. La nostra è una famiglia molto unita. Uno dei miei gemelli ha una vera e propria fobia sociale. E' depresso. E' completamente chiuso in casa, da otto mesi. Tutto è cominciato per una delusione d'amore. Anche se, devo dirvi la verità, c'erano problemi preesistenti, una sua angoscia profonda, dovuta al fatto che il suo gemello ha una gravissima disabilità motoria e lui vive con sensi di colpa da una vita. Nonostante il nostro (mio e di mio marito) carattere tendenzialmente ottimista e non stereotipato)...
Ora, per colpa di una delusione forte, per una storia d'amore andata male con una ragazza (per me) insensibile e distruttiva, ha lasciato l'università e… tutto il resto. Ha paura di tutto. Di uscire ed incontrarla. Di uscire e di essere visto come uno che soffre. Di non riuscire a superare gli esami universitari. Di non trovare la sua strada.... Non so più come fare per aiutarlo. E' in terapia con una psicologa ed è seguito da uno psichiatra…. Noi non sappiamo più cosa fare, né cosa non fare. Come vi dicevo, io non riesco a capirlo veramente. Abbiamo sempre parlato tanto e abbiamo un bellissimo rapporto, ma io questa sua situazione attuale non la conosco! Non ce la faccio, io non mi sono mai sentita così. Ho avuto tanti gravi problemi nella mia vita, ma non mi sono mai isolata. Sono sempre stata molto attiva ed estroversa. Vederlo così solo, isolato, disperato, senza speranza, mi angoscia tantissimo. E temo di sbagliare. Temo di avere già sbagliato tanto, tutte le volte in cui, in questi otto mesi, ho tentato di forzarlo a fare cose che non voleva fare oppure quando ho ridicolizzato le sue esperienze…. Quando ho letto i vostri messaggi, mi si è aperto il cuore. Cosa hanno fatto i vostri genitori, per aiutarvi? Secondo voi, proporre, ad esempio, a uno che sta così male di andare in Islanda a fare uno stage di fotografia, è così sbagliato? Visto che ha paura di incontrarla (la sua amata che non lo ama-e non sa quel che si perde) qui, non potrebbe andare un po' lontano, a fare esperienze nuove? Secondo voi, lo potrei convincere o forzare o è meglio lasciarlo in pace, annichilito su quel divano, aspettando che risorga? E se non risorgesse?
Forse è questo.
La fretta che abbiamo, tutti.
Di stare meglio e di vedere i figli stare bene.
È comprensibile, specie se tu,come saggiamente ammetti, sei una persona dinamica e attiva.
Vedere tuo figlio così ti fa soffrire perché tu non riesci ad accettare il suo dolore, la sua battuta d'arresto.Certe cose hanno bisogno di tempo per guarire, e certi dolori vanno accettati.
Non ho figli, non ho niente da insegnarti e non ti giudico; probabilmente vorresti sostituiti a lui per affrontare tu quel dolore al posto suo, tu che sapresti come fare.Ma lui è lui, ha i suoi tempi, le sue risorse e la sua sofferenza.Anche il dolore, le battute d'arresto, i mesi e gli anni neri fanno parte della vita.Non di tutte le vite, di alcune.
Se sta facendo un percorso terapeutico,ed ha dei genitori che lo supportano,è già sulla strada del miglioramento.
Probabilmente non si accetta nemmeno lui per com'è ora, la parte peggiore della FS è il non accettarsi.L'unico consiglio che mi permetto, è di tentare di accettarlo tu.Non vuol dire abbandonarlo al suo destino e lasciarlo lí così.Ma aiutarlo senza farlo sentire sbagliato.Immagino sia molto difficile...
Auguri a lui e alla vostra famiglia.

Ultima modifica di claire; 27-05-2015 a 13:57.
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Blue Sky (27-05-2015), cat (29-05-2015), Danny 2.0 (27-05-2015), luky (27-05-2015), morgana (27-05-2015), Vargtar90 (28-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 14:26   #3
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L'avatar di Ansiaboy
 

ciao cat


io sono un figlio coetaneo del tuo che ha sofferto di disagio, ansia sociale, frustazione, malinconia, rabbia, apatia etc.
e non posso non far presente che la grossa causa di ciò è dovuta a mio padre, mio genitore
che mi ha fatto crescere sminuendomi, ridicolizzandomi, ricattandomi, minacciandomi, imponendomi le sue visioni etc. etc. e ciliegina sulla torta.... se la tirava alla grande
sempre a parlar di se glorificandosi, criticando gli altri etc. etc.


magari è lo stesso per tuo figlio. e nei tuoi confronti può sviluppare, oltre ad amore ed affetto, anche rabbia, odio etc. etc.

consiglio sempre di farsi un esame di coscienza e di usar sempre del tatto.

io consiglierei di cercargli un lavoro....


vorrei farti presente che statistiche dicono che le cause di malumori forti, ansia, disagio, fobiasociale, apatia, depressioni etc. etc.
son principalmente a causa di genitori severi, rigidi, che sminuiscono i figli, soffocanti etc. etc.
insomma che impediscono o ostacolano lo sviluppo di una personalità sana

Ultima modifica di Ansiaboy; 27-05-2015 a 14:30.
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cat (29-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 17:52   #4
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Innanzitutto grazie Blimunda. Grazie per aver scritto quel che provavi e del tuo processo di guarigione.
Io non ho mai avuto problemi di fobia sociale. Ho avuto molti molti altri problemi, anche molto gravi, ma sono sempre andata avanti nella vita come una guerriera, con la spada sguainata, felice e positiva anche nel dolore, grata di tutto anche quando era niente... Insomma, io funziono così.
Qui sono un'infiltrata. Sono nel dolore più atroce, perché uno dei miei figli si è isolato dal mondo e vive nella disperazione e nell'evitamento di... tutto. Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di Blimunda e di tutti voi, perché fino a poco prima di leggere i vostri messaggi, io mi stavo convincendo che mio figlio fosse un alieno. Dovete capirmi. Non sono stupida, né poco empatica, né insensibile e conosco bene la sofferenza. Ma per una come me che, se ha un problema va a cercare ogni soluzione nel mondo esterno, nella maggiore socializzazione, nelle nuove attività, avere un figlio che invece si chiude e si isola era semplicemente inconcepibile.... e magari riuscirò a trovare il modo per comunicare con lui senza ferirlo.
Ora vi descrivo meglio la situazione. Ho 45 anni, faccio l'avvocato, sono sposata da vent'anni e ho tre figli (due gemelli di venti anni e una bimba di otto) che adoro. La nostra è una famiglia molto unita. Uno dei miei gemelli ha una vera e propria fobia sociale. E' depresso. E' completamente chiuso in casa, da otto mesi. Tutto è cominciato per una delusione d'amore. Anche se, devo dirvi la verità, c'erano problemi preesistenti, una sua angoscia profonda, dovuta al fatto che il suo gemello ha una gravissima disabilità motoria e lui vive con sensi di colpa da una vita. Nonostante il nostro (mio e di mio marito) carattere tendenzialmente ottimista e non stereotipato)...
Ora, per colpa di una delusione forte, per una storia d'amore andata male con una ragazza (per me) insensibile e distruttiva, ha lasciato l'università e… tutto il resto. Ha paura di tutto. Di uscire ed incontrarla. Di uscire e di essere visto come uno che soffre. Di non riuscire a superare gli esami universitari. Di non trovare la sua strada.... Non so più come fare per aiutarlo. E' in terapia con una psicologa ed è seguito da uno psichiatra…. Noi non sappiamo più cosa fare, né cosa non fare. Come vi dicevo, io non riesco a capirlo veramente. Abbiamo sempre parlato tanto e abbiamo un bellissimo rapporto, ma io questa sua situazione attuale non la conosco! Non ce la faccio, io non mi sono mai sentita così. Ho avuto tanti gravi problemi nella mia vita, ma non mi sono mai isolata. Sono sempre stata molto attiva ed estroversa. Vederlo così solo, isolato, disperato, senza speranza, mi angoscia tantissimo. E temo di sbagliare. Temo di avere già sbagliato tanto, tutte le volte in cui, in questi otto mesi, ho tentato di forzarlo a fare cose che non voleva fare oppure quando ho ridicolizzato le sue esperienze…. Quando ho letto i vostri messaggi, mi si è aperto il cuore. Cosa hanno fatto i vostri genitori, per aiutarvi? Secondo voi, proporre, ad esempio, a uno che sta così male di andare in Islanda a fare uno stage di fotografia, è così sbagliato? Visto che ha paura di incontrarla (la sua amata che non lo ama-e non sa quel che si perde) qui, non potrebbe andare un po' lontano, a fare esperienze nuove? Secondo voi, lo potrei convincere o forzare o è meglio lasciarlo in pace, annichilito su quel divano, aspettando che risorga? E se non risorgesse?
Io ho avuto una famiglia che non mi ha mai capito fino in fondo, che invece di infondermi sentimenti positivi me ne infondeva di negativi, per loro ero, sono sbagliata. Credo che questo abbia peggiorato la mia situazione, avrei voluto una famiglia più comprensiva. Secondo me un grosso sbaglio sarebbe quello di dirgli come deve essere e cose deve fare, non deve percepire da parte tua questo disaggio nei confronti della situazione che sta attraversando. Dagli tempo, è probabile che sia solo un momento, credo che lasciargli il suo spazio sia la cosa migliore da fare, sempre facendogli percepire la tua presenza ed il tuo appoggio. "Devi uscire", "devi farti degli amici", "devi farti una nuova ragazza", "non puoi stare chiuso in casa" questo è quello che devi assolutamente evitare di fare a mio avviso, farlo sentire sotto pressione.

Ultima modifica di cancellato16177; 27-05-2015 a 18:00.
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cat (29-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 22:41   #5
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Forse è questo.
La fretta che abbiamo, tutti.
Di stare meglio e di vedere i figli stare bene.
È comprensibile, specie se tu,come saggiamente ammetti, sei una persona dinamica e attiva.
Vedere tuo figlio così ti fa soffrire perché tu non riesci ad accettare il suo dolore, la sua battuta d'arresto.Certe cose hanno bisogno di tempo per guarire, e certi dolori vanno accettati.
Non ho figli, non ho niente da insegnarti e non ti giudico; probabilmente vorresti sostituiti a lui per affrontare tu quel dolore al posto suo, tu che sapresti come fare.Ma lui è lui, ha i suoi tempi, le sue risorse e la sua sofferenza.Anche il dolore, le battute d'arresto, i mesi e gli anni neri fanno parte della vita.Non di tutte le vite, di alcune.
Se sta facendo un percorso terapeutico,ed ha dei genitori che lo supportano,è già sulla strada del miglioramento.
Probabilmente non si accetta nemmeno lui per com'è ora, la parte peggiore della FS è il non accettarsi.L'unico consiglio che mi permetto, è di tentare di accettarlo tu.Non vuol dire abbandonarlo al suo destino e lasciarlo lí così.Ma aiutarlo senza farlo sentire sbagliato.Immagino sia molto difficile...
Auguri a lui e alla vostra famiglia.
Hai ragione. Certe cose hanno bisogno di tempo per guarire e certi dolori vanno accettati. Hai ragione, vorrei sostituirmi a lui, e quanto! come quando lo aiutavo a colorare quella sterminata quantità di disegni che doveva finire a casa alle elementari! Ora sto imparando che lui ha i suoi tempi, diversi dai miei e che lui ha il suo modo di reagire… ma otto mesi chiuso in casa non saranno un po' troppini? Anche voi siete rimasti così tanto chiusi in casa? Ho paura che poi non riesca più a stare fuori, come i carcerati…
Vecchio 27-05-2015, 22:48   #6
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ciao cat


io sono un figlio coetaneo del tuo che ha sofferto di disagio, ansia sociale, frustazione, malinconia, rabbia, apatia etc.
e non posso non far presente che la grossa causa di ciò è dovuta a mio padre, mio genitore
che mi ha fatto crescere sminuendomi, ridicolizzandomi, ricattandomi, minacciandomi, imponendomi le sue visioni etc. etc. e ciliegina sulla torta.... se la tirava alla grande
sempre a parlar di se glorificandosi, criticando gli altri etc. etc.


magari è lo stesso per tuo figlio. e nei tuoi confronti può sviluppare, oltre ad amore ed affetto, anche rabbia, odio etc. etc.

consiglio sempre di farsi un esame di coscienza e di usar sempre del tatto.

io consiglierei di cercargli un lavoro....


vorrei farti presente che statistiche dicono che le cause di malumori forti, ansia, disagio, fobiasociale, apatia, depressioni etc. etc.
son principalmente a causa di genitori severi, rigidi, che sminuiscono i figli, soffocanti etc. etc.
insomma che impediscono o ostacolano lo sviluppo di una personalità sana
Ecco, io ho avuto un genitore simile al tuo e sono venuta fuori sempre positiva, ottimista, bravissima a scuola, sempre allegra da fare paura, anche quando ho sofferto ho saputo trovare il positivo etc etc
Non ho mai sminuito mio figlio, anzi! A causa della mia esperienza, l'ho sempre incoraggiato, stimato, rinforzato positivamente. E odio le persone che criticano gli altri…
Avrò sicuramente sbagliato tante altre cose, non so bene quali. Forse non gli ho insegnato a picchiare gli altri.
Comunque solo adesso, quando è caduto in depressione per la delusione d'amore, l'ho un po' preso in giro… mi sembrava così assurdo che ci stesse così male! ora ho smesso.
scusa se te lo chiedo, ma vorrei capire: anche tu stai chiuso in casa?
Vecchio 27-05-2015, 22:53   #7
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Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio

Accettare questo, ovvero la propria difficoltà a osservare il mondo interno degli altri (e anche il proprio) è già un modo per incominciare a osservare il proprio mondo interno e ad accettarlo.
non so, non credo di non essere introspettiva o di essere poco empatica… credo che la cosa più difficile sia accettare che mio figlio sia così tanto diverso da me… è difficile accettare un mondo interno così tanto diverso dal tuo. Soprattutto quando la sofferenza sembra senza fine.
ma otto mesi di reclusione in casa, senza colpa, sembrano tanti solo a me?
Vecchio 27-05-2015, 22:55   #8
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Originariamente inviata da DarkRose90 Visualizza il messaggio
Io "Devi uscire", "devi farti degli amici", "devi farti una nuova ragazza", "non puoi stare chiuso in casa" questo è quello che devi assolutamente evitare di fare a mio avviso, farlo sentire sotto pressione.
ecco è quello che ho fatto quasi ininterrottamente per otto mesi!
ora ho smesso, quasi.
Vecchio 27-05-2015, 23:08   #9
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Originariamente inviata da cat Visualizza il messaggio
Ecco, io ho avuto un genitore simile al tuo e sono venuta fuori sempre positiva, ottimista, bravissima a scuola, sempre allegra da fare paura, anche quando ho sofferto ho saputo trovare il positivo etc etc
Non ho mai sminuito mio figlio, anzi! A causa della mia esperienza, l'ho sempre incoraggiato, stimato, rinforzato positivamente. E odio le persone che criticano gli altri…
Avrò sicuramente sbagliato tante altre cose, non so bene quali. Forse non gli ho insegnato a picchiare gli altri.
Comunque solo adesso, quando è caduto in depressione per la delusione d'amore, l'ho un po' preso in giro… mi sembrava così assurdo che ci stesse così male! ora ho smesso.
scusa se te lo chiedo, ma vorrei capire: anche tu stai chiuso in casa?
io non sto chiuso in casa ma "c'ho lavorato" per arrivar ciò.



mi pare davvero strano quello che dici.. strano davvero.
poi dipende se avevi altri supporti positivi..
io non avevo nessuno di positivo.
o sarà sommata alla predisposizione genetica..
solo chi ha una forte predisposizione genetica + genitori rigidi sviluppa ansia sociale?
o magari sei un caso apparte e fai parte di una minoranza che si lascia poco condizionare..

prima hai detto che non lo prendevi mai in giro e poi si.. addirittura che poi hai smesso quindi l'hai preso in giro per più tempo..... dici che trovi assurdo che si reclude in casa... boh non mi pare molto empatico.
continuo a esser perplesso.

bisogna esser estremamente sinceri..

se te lo chiedo tendo a esser positivo e allegro quando socializzo.. (e sto a mio agio ma ormai cerco di circondarmi solo di gente che mi fa star a mio agio)

ma il disagio, ansia sociale l'ho avute...

poi dipende anche quanto tuo padre era come il mio..

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Originariamente inviata da cat Visualizza il messaggio
ecco è quello che ho fatto quasi ininterrottamente per otto mesi!
ora ho smesso, quasi.
ahia........

ribadisco si deve esser estremamente sinceri.....

anche mio padre ci diceva che era un genitore perfetto e che ci trattava coi guanti
qualcosa mi dice che uno negli errori ci sguazza..

Ultima modifica di Ansiaboy; 27-05-2015 a 23:29.
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cat (29-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 23:09   #10
~~~
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Siccome non posso parlare da genitore parlo da figlia e dico che in un caso del genere io vorrei che la mia mamma fosse interessata a parlare con me e a capire cosa penso e chi sono, non per risolvere il problema ma per avvicinarsi a me. Vorrei che non contribuisse a farmi sentire in colpa per il suo dolore nel vedermi "immobile" e per il mancato soddisfacimento delle sue aspettative.
Che considerasse importante le cose a cui penso e non bollasse tutto come una fanfaronata fuori dalla realtà, come se tutto quello a cui penso fosse una perdita di tempo e che la vita vera è fatta di cose concrete, di fatica, di lavoro, di fatti, come se il mio pensiero non fosse concreto.
Vorrei che sospendesse il giudizio pur di comprendere chi sono e pur di avvicinarsi a me.

Può darsi però che si sia troppo diversi e si creda in cose diverse, in quel caso non so.

Spero che la terapia gli sia utile per snodare quel senso di colpa...
Ringraziamenti da
Blackrose (30-05-2015), Blutarski (28-05-2015), cancellato2713 (28-05-2015), Dedalus (28-05-2015), Ninfee (28-05-2015), Ramingo (29-05-2015)
Vecchio 27-05-2015, 23:17   #11
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Hai ragione. Certe cose hanno bisogno di tempo per guarire e certi dolori vanno accettati. Hai ragione, vorrei sostituirmi a lui, e quanto! come quando lo aiutavo a colorare quella sterminata quantità di disegni che doveva finire a casa alle elementari! Ora sto imparando che lui ha i suoi tempi, diversi dai miei e che lui ha il suo modo di reagire… ma otto mesi chiuso in casa non saranno un po' troppini? Anche voi siete rimasti così tanto chiusi in casa? Ho paura che poi non riesca più a stare fuori, come i carcerati…
Non uscire vuol dire che non ha una vita sociale e non frequenta più la scuola,o proprio che non mette la faccia fuori neanche per prendere il pane?
Io mi sono chiusa in casa(nel senso di "niente vita sociale ",il resto si) per diversi anni e ancora è abbastanza così, esco pochissimo per uscite "non obbligatorie".
Non riesco a perdonarmelo ma razionalmente so perché mi è andata così.
8mesi sono tanti e sono pochi.
Immagino non sia affatto facile aiutare un figlio che soffre dentro.
Se sbagli lo fai in buonafede, non ti colpevolizzare se ti sembra di aver fatto errori.Per tutti noi non c'è "un modo"per guarire dai mali dell'anima, e non c'è un solo modo giusto per aiutare.
Vecchio 27-05-2015, 23:31   #12
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Innanzitutto grazie Blimunda. Grazie per aver scritto quel che provavi e del tuo processo di guarigione.
Io non ho mai avuto problemi di fobia sociale. Ho avuto molti molti altri problemi, anche molto gravi, ma sono sempre andata avanti nella vita come una guerriera, con la spada sguainata, felice e positiva anche nel dolore, grata di tutto anche quando era niente... Insomma, io funziono così.
Qui sono un'infiltrata. Sono nel dolore più atroce, perché uno dei miei figli si è isolato dal mondo e vive nella disperazione e nell'evitamento di... tutto. Ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di capire. Ho bisogno di Blimunda e di tutti voi, perché fino a poco prima di leggere i vostri messaggi, io mi stavo convincendo che mio figlio fosse un alieno. Dovete capirmi. Non sono stupida, né poco empatica, né insensibile e conosco bene la sofferenza. Ma per una come me che, se ha un problema va a cercare ogni soluzione nel mondo esterno, nella maggiore socializzazione, nelle nuove attività, avere un figlio che invece si chiude e si isola era semplicemente inconcepibile.... e magari riuscirò a trovare il modo per comunicare con lui senza ferirlo.
Ora vi descrivo meglio la situazione. Ho 45 anni, faccio l'avvocato, sono sposata da vent'anni e ho tre figli (due gemelli di venti anni e una bimba di otto) che adoro. La nostra è una famiglia molto unita. Uno dei miei gemelli ha una vera e propria fobia sociale. E' depresso. E' completamente chiuso in casa, da otto mesi. Tutto è cominciato per una delusione d'amore. Anche se, devo dirvi la verità, c'erano problemi preesistenti, una sua angoscia profonda, dovuta al fatto che il suo gemello ha una gravissima disabilità motoria e lui vive con sensi di colpa da una vita. Nonostante il nostro (mio e di mio marito) carattere tendenzialmente ottimista e non stereotipato)...
Ora, per colpa di una delusione forte, per una storia d'amore andata male con una ragazza (per me) insensibile e distruttiva, ha lasciato l'università e… tutto il resto. Ha paura di tutto. Di uscire ed incontrarla. Di uscire e di essere visto come uno che soffre. Di non riuscire a superare gli esami universitari. Di non trovare la sua strada.... Non so più come fare per aiutarlo. E' in terapia con una psicologa ed è seguito da uno psichiatra…. Noi non sappiamo più cosa fare, né cosa non fare. Come vi dicevo, io non riesco a capirlo veramente. Abbiamo sempre parlato tanto e abbiamo un bellissimo rapporto, ma io questa sua situazione attuale non la conosco! Non ce la faccio, io non mi sono mai sentita così. Ho avuto tanti gravi problemi nella mia vita, ma non mi sono mai isolata. Sono sempre stata molto attiva ed estroversa. Vederlo così solo, isolato, disperato, senza speranza, mi angoscia tantissimo. E temo di sbagliare. Temo di avere già sbagliato tanto, tutte le volte in cui, in questi otto mesi, ho tentato di forzarlo a fare cose che non voleva fare oppure quando ho ridicolizzato le sue esperienze…. Quando ho letto i vostri messaggi, mi si è aperto il cuore. Cosa hanno fatto i vostri genitori, per aiutarvi? Secondo voi, proporre, ad esempio, a uno che sta così male di andare in Islanda a fare uno stage di fotografia, è così sbagliato? Visto che ha paura di incontrarla (la sua amata che non lo ama-e non sa quel che si perde) qui, non potrebbe andare un po' lontano, a fare esperienze nuove? Secondo voi, lo potrei convincere o forzare o è meglio lasciarlo in pace, annichilito su quel divano, aspettando che risorga? E se non risorgesse?
Mi ricorda un po' il mio incontro con la depressione.
Ho 24 anni e ne ho sofferto per circa tre, fino all'anno scorso. Ho un padre buono e ottimista, una madre riservata (ma non con noi) e tanto empatica, voglio molto bene ai miei e non mi hanno mai fatto mancare amore, supporto e confronto.
Anch'io ho cominciato a sprofondare dopo una ragazza, anche se già prima non stavo bene. Avere a che fare con una persona che soffre di depressione non è semplice. Anzitutto, non banalizzare mai quello che dice o sente emotivamente, è importante sentirsi compresi. Non farlo sentire in colpa, non tenerlo sotto pressione, e ancor più non fargli proposte "entusiasmanti", per lui prive di interesse; più alla portata sua guardare un film o andare al cinema, ma passetti piccoli, da abituarsici, niente di grosso.
Io non stavo sempre chiuso dentro, uscivo un paio di volte la settimana, prevalentemente per strisciare su me stesso e guardare i tetti dei palazzi pensando a quanto sarebbe stato bello e dolce suicidarsi. Non farlo sentire sbagliato, dagli il tempo per tutto, amalo incondizionatamente (come mi pare peraltro già fai). Ovviamente questo è valso per me e non è detto che con tuo figlio possa andare allo stesso modo. Spero di averti scritto almeno una cosa utile.
Vecchio 27-05-2015, 23:44   #13
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Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
non ti colpevolizzare
qualcosa mi dice che non si è mai colpevolizzata..
Vecchio 27-05-2015, 23:45   #14
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Originariamente inviata da cat Visualizza il messaggio
non so, non credo di non essere introspettiva o di essere poco empatica… credo che la cosa più difficile sia accettare che mio figlio sia così tanto diverso da me… è difficile accettare un mondo interno così tanto diverso dal tuo. Soprattutto quando la sofferenza sembra senza fine.
ma otto mesi di reclusione in casa, senza colpa, sembrano tanti solo a me?
Quindi, da quanto scrivi, sembra che vorresti rivederti in tuo figlio o vorresti che tuo figlio rispondesse a delle tue aspettative che ti eri creata. E' una cosa molto comune, forse quasi naturale, ma bisogna capire che i figli sono individui a parte, che la loro persona va per conto proprio, non si possono 'incanalare' in un progetto, in un'idea genitoriale.
E' molto difficile per un figlio che si trova in certe condizioni comunicare i propri problemi ai propri genitori. Molti li tacciono praticamente per tutta la vita. Si rimane in silenzio un po' per vergogna, un po' perchè potrebbero non sentirsi capiti, per non vedere la delusione negli occhi dei genitori, e forse anche perchè dire che ci si sente dei falliti può suonare anche come un atto di accusa nei confronti dei genitori.
E' importante essere presenti, non essere pressanti ma qualche 'consiglio' ogni tanto non credo che faccia male, però poi bisogna sapersi fermare. Una cosa sicuramente giusta è dire che si è disponibili ad ascoltare eventuali preoccupazioni / turbamenti quando vorrà esprimerli e che non si starà a giudicare; per questo bisogna allenare e convincere prima se stessi.
Comunque se non vuole uscire avrà i suoi motivi e non si sente pronto a comunicarli (ammesso che ne sia completamente consapevole), per cui limitarsi a vedere il problema come 'devi uscire' non è consigliabile. Invece sul discorso che potrebbe andare fuori, a fare qualche esperienza, non a contatto con il contesto che lo turba, mi sembra una idea possibile. Magari puoi proporla, ma non troppe volte, se non se la sente.

Ultima modifica di alien boy; 27-05-2015 a 23:48.
Vecchio 28-05-2015, 01:00   #15
Banned
 

Non e detto che tuo figlio abbia la fobia sociale, magari e un pò depresso per via della delusione....l'unica cosa che posso dire e che io ho del rancore nei confronti dei miei genitori per non aver fatto nulla, e dico nulla di nulla nel vedermi isolato...ho dovuto fare tutto da solo, anche decidere di andare da uno psicologo.....il fatto che sei qua a scrivere su questo forum e a preoccuparti di tuo figlio in questo modo significa che sei una buona madre, quindi continua cosi, a cercare di fare il possibile, e renderlo più sereno possibile, e parlare con
tuo figlio, senza infierire troppo, cercare di fargli capire le cose....se lo stai mandando da uno psicologo e un altra cosa che può aiutarlo....cmq e anche normale dopo una delusione starsene isolato per qualche mese, xrò se e stato sempre cosi allora il discorso cambia....
Vecchio 28-05-2015, 10:34   #16
Esperto
L'avatar di _Diana_
 

A tutti quelli che sono intervenuti (o che avrebbero voluto farlo), vi voglio bene.
Vecchio 28-05-2015, 11:02   #17
Principiante
L'avatar di gibbi
 

Io ti consiglierei di continuare ad essergli di supporto, magari evitando le frasi di cui sopra come il "Devi uscire" che risultano troppo brusche e a volte fanno anche arrabbiare.

Per il viaggio in Irlanda io lo proporrei, senza forzature e in modo blando, ossia comincerei poco per volta a proporre l'idea, magari spiegandoli con calma i motivi per cui pensi sia una buona idea.

Poi il proporre non è un'imposizione, comunque lasceresti la scelta finale a lui.
Vecchio 28-05-2015, 11:50   #18
Banned
 

Se e depresso credo che tu debba trovare un modo per ricordarli che ci sono molte cose piacevoli nella vita e non possono esserci solo una o due .
Mia madre ne ha provate di tutti i colori. Dalle urla . i pianti , i sensi di colpa gli ordini , i viaggi , le uscite , le conversazioni .
Ora sono meno depressa ( questo per via di piccoli problemi di salute e delle terre bruciate che mi sono creata intorno in tanti anni di fobia e depressione)
Non so cosa abbia influito di piu ( di meno sicuramente le prime 3 )
Forse un viaggio potrebbe stimolarlo ( a me fa sempre bene)
Non so come si stimola una altra persona a ricordare i luoghi e le cose belle della vita
Magari gli lho dici in forma di conversazione casual. Tipo lo sapevi che il presidente Roosvelt era un tipo forte ed allegro quando li hanno domandato quale fosse il segreto della sua vitalita. Lui rispose che prima di andare a dormire ricordava i prati verdi e i luoghi della sua infanzia. E un esempio. Io ricordo di solito i viaggi .
Questo ricordare non deve essere frequente a mio avviso perche piu ricordi una cosa e piu te la dimentichi ( cioe ti ricordi i ricordi piu che la vicenda)

Ultima modifica di cancellato13248; 28-05-2015 a 12:04.
Vecchio 28-05-2015, 16:14   #19
Esperto
L'avatar di dotrue
 

Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio

io consiglierei di cercargli un lavoro....
In queste condizioni? nn credo proprio sarebbe salutare...

Per il resto...che dire...unico consiglio che mi verrebbe da dare alla signora è informarsi su cosa sia la depressione e/o l'ansia sociale o qualsiasi altra cosa di cui soffre suo figlio. Questo per imparare soprattutto come ci si comporta con una persona che ne soffre. Ho letto che lei lo stimola incitandolo a fare cose che nn vuole, il che è normale per una persona "sana" pensarla in questo modo, purtroppo nn solo nn funziona ma è addirittura controproducente per un depresso. Ammesso che sia la depressione il suo problema più grosso (mi sembra) c'è una buona notizia: se ne può uscire. A volte con pieno successo, altre volte meno, ma tenga presente che nel 2020 (secondo l'OMS) sarà la 2a causa di disabilità al mondo...per cui eviti di considerarlo un "alieno" o un diverso. Il fatto che lei abbia sempre affrontato gravi eventi con determinazione è una cosa sua e una sua bravura, nn deve pretendere che il ragazzo debba diventare come lei. Potrebbe semplicemente essere molto emotivo, sensibile...ma questo nn fa di lui una persona inferiore. E' seguito da psicologo e psichiatra, bene...se sono bravi professionisti potrebbero anche aiutarla per migliorare la relazione con suo figlio in un momento così di difficoltà. Ultima cosa che mi sento di aggiungere è lodarla per il suo interesse nei suoi confronti: quando ho cominciato ad azzerare sempre più la mia vita sociale qua in casa nessuno si è mai posto il problema, ho sempre fatto da solo come credo molti altri utenti del forum
Vecchio 28-05-2015, 22:34   #20
Esperto
L'avatar di milton erickson
 

Una possibilità è quella di prendere in considerazione un percorso di terapia familiare..che permetta di fare chiarezza su alcuni meccanismi che non ti sono ben chiari.

Non è detto cioè che la terapia la debba fare solo chi sta male.

Un cambiameno è più facile se condiviso
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