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Originariamente inviata da franz90
Ultimamente mi è capitato spesso di pensare che la mia (nostra?) condizione sia causata soprattutto dal rifiuto di quello che siamo, il non stare bene in mezzo agli altri io l' ho dalla nascita, ma negli anni dell' adolescenza impegnandomi (forse) un po' ero riuscito ad arginare la cosa facendomi una cerchia ristretta di persone che frequentavo abitualmente, che però pian piano col tempo vedo con meno frequenza...
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Il discorso di impegnarsi è relativo. Nel senso che è una cosa automatica...più socializzi più vedi che ci riesci più ti viene da socializzare, più autostima più voglia di socializzare...finchè diventa QUASI un'abitudine.
L'impegnarsi non serve a nulla. Se i problemi si mettono in mezzo non c'è santo che ti faccia riuscire. Ovvio che se umoralmente stai bene, hai la fortuna di avere una cerchia, anche ristretta, di amici che apprezzi/che ti apprezzano e coi quali ti leghi in modo continuo e magari indissolubile puoi riuscire a venirne fuori.
Penso che quello che ti è successo e che succede a molti su questo forum, me compreso, è che a noi ci basta la presenza di 2/3 amici e siamo soddisfatti proprio perchè siamo consapevoli dei nostri limiti/problemi e non ci và di rischiare di più, ci và bene anche così tutto sommato.
Il rovescio della medaglia è che i nostri ristretti amici non hanno il tarlo della fobia sociale e giustamente non si accontentano di poco, vogliono più amici, più compagnia più vita. E quindi succede che abbandonano le compagnie solitarie e si uniscono a quelle più socialone, ergo li perdiamo e ci ritroviamo da soli.