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Vecchio 27-06-2015, 19:26   #1
Esperto
 

Premetto che è un po' che non scrivo sul forum e non sapevo che titolo dare al topic.....

Ultimamente mi è capitato spesso di pensare che la mia (nostra?) condizione sia causata soprattutto dal rifiuto di quello che siamo, il non stare bene in mezzo agli altri io l' ho dalla nascita, ma negli anni dell' adolescenza impegnandomi (forse) un po' ero riuscito ad arginare la cosa facendomi una cerchia ristretta di persone che frequentavo abitualmente, che però pian piano col tempo vedo con meno frequenza...

Vi dico questo perché.....non vi capita di pensare che sotto sotto tutti vorremmo rompere quel ''vetro'' che ci separa dagli altri, ma proprio perché non ci riusciamo molte volte ci chiudiamo in noi stessi completamente, anche andando a vanificare i magari non importantissimi risultati che avevamo ottenuto?

Esempio musicistico per spiegarmi meglio....iniziamo a suonare la chitarra, ci accorgiamo che non possiamo diventare come Eric Clapton, mandiamo tutto a cagare e rinunciamo anche all' imparare a suonare decentemente...

Capita anche a voi di pensarlo? Come dite si possa trovare l' entusiasmo per vivere una vita sotto sotto mediocre ma pur sempre migliore di quella che conduciamo?

Ciao, grazie a tutti
Vecchio 27-06-2015, 19:48   #2
Principiante
L'avatar di PathFinder83
 

franz90, la penso come te.
L'accettazione totale di noi stessi ci trasformerebbe al punto da trascendere i nostri difetti.
Quello che allontana gli altri non è il nostro essere ma la nostra non-accettazione di esso.
Vecchio 27-06-2015, 19:57   #3
Esperto
 

Certo.
Vecchio 27-06-2015, 21:41   #4
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

La metafora della chitarra è la storia della mia vita.
Vecchio 27-06-2015, 21:52   #5
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Quote:
Originariamente inviata da franz90 Visualizza il messaggio
Ultimamente mi è capitato spesso di pensare che la mia (nostra?) condizione sia causata soprattutto dal rifiuto di quello che siamo, il non stare bene in mezzo agli altri io l' ho dalla nascita, ma negli anni dell' adolescenza impegnandomi (forse) un po' ero riuscito ad arginare la cosa facendomi una cerchia ristretta di persone che frequentavo abitualmente, che però pian piano col tempo vedo con meno frequenza...

Il discorso di impegnarsi è relativo. Nel senso che è una cosa automatica...più socializzi più vedi che ci riesci più ti viene da socializzare, più autostima più voglia di socializzare...finchè diventa QUASI un'abitudine.
L'impegnarsi non serve a nulla. Se i problemi si mettono in mezzo non c'è santo che ti faccia riuscire. Ovvio che se umoralmente stai bene, hai la fortuna di avere una cerchia, anche ristretta, di amici che apprezzi/che ti apprezzano e coi quali ti leghi in modo continuo e magari indissolubile puoi riuscire a venirne fuori.
Penso che quello che ti è successo e che succede a molti su questo forum, me compreso, è che a noi ci basta la presenza di 2/3 amici e siamo soddisfatti proprio perchè siamo consapevoli dei nostri limiti/problemi e non ci và di rischiare di più, ci và bene anche così tutto sommato.
Il rovescio della medaglia è che i nostri ristretti amici non hanno il tarlo della fobia sociale e giustamente non si accontentano di poco, vogliono più amici, più compagnia più vita. E quindi succede che abbandonano le compagnie solitarie e si uniscono a quelle più socialone, ergo li perdiamo e ci ritroviamo da soli.
Vecchio 27-06-2015, 22:27   #6
Banned
 

Non puoi suonare come Clapton se prima non impari a suonare decentemente..
Non è che forse pretendiamo l'impossibile, e cioè di raggiungere il traguardo senza voler percorrere il percorso completo?
Ciò sarebbe con molta probabilità fonte di grande frustrazione..
Vecchio 28-06-2015, 00:23   #7
Esperto
L'avatar di IO&EVELYN
 

non potrei mai accettare il folle che sono io, e poi non mi aiuterebbe a star bene e a esser felice.
Vecchio 28-06-2015, 11:56   #8
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da superunknown Visualizza il messaggio
Non puoi suonare come Clapton se prima non impari a suonare decentemente..
Non è che forse pretendiamo l'impossibile, e cioè di raggiungere il traguardo senza voler percorrere il percorso completo?
Ciò sarebbe con molta probabilità fonte di grande frustrazione..

Grazie a tutti delle risposte, per quanto riguarda il discorso che fai sul traguardo....io parlando per me vedo che su certe cose il traguardo, salvo miracoli, non lo potrò mai raggiungere, e ciò a volte mi fa proprio evitare anche il solo migliorarmi su certe cose...

Non parlo di accettare ''globalmente'' il proprio essere per come siamo, credo che una delle poche cose che possiamo fare per essere persone più felici di se stesse sia migliorare, anche di poco, gli aspetti che ci interessano della nostra vita....il problema è che a volte non ci vogliamo (o almeno parlo per me) sforzare di cambiare le cose in quanto sappiamo già che avremo risultati mediocri e non ''eccellenti'' come sotto sotto speriamo....della serie ''il gioco non vale la candela''........
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