"Alla luce del destino mortale, appare l'inutilità. Nessuna morale, nessuno sforzo sono giustificabili a priori davanti alla sanguinante matematica che regola la nostra condizione."
Albert Camus, Il mito di Sisifo
"Soltanto gli ottimisti si suicidano, gli ottimisti che non possono più esserlo. Gli altri, non avendo alcuna ragione per vivere, perché dovrebbero averne una per morire?
Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952"
(Si anch'io non ho né ragioni serie per vivere né per morire, eppure la speranza dell'amore mi dice: "Aspetta e ti ricrederai")
Premessa:
1-Di fronte alla vanità e all'inutilità della vita, a rigor di logica, avere o non avere, aver fatto o non aver fatto, non cambia nulla, non giova a nessuno. Prima o poi giacerai calmino nella tua tomba. Inoltre, come affermavano sia Eraclito che Spinoza, ogni giorno l'uomo diventa un altro uomo e questo cambiamento rappresenta la morte dell'individuo che c'era prima. (Non solo è vano l'oggetto del piacere ma anche e soprattutto il soggetto)
"Nam quodcunque suis mutatum finibus exit, Continuo hoc mors est illius, quod fuit ante (Di fatto, quando qualcosa si trasforma ed esce dalla propria natura, questa è di per sé
morte di ciò che era prima), Lucrezio, De Rerum Natura"
2-Non so cosa significa davvero "amore", sono un essere insensibile e non ho mai avuto una relazione. Anche se non lo sono mi sento quasi un misogino, non conosco le donne e per me a volte sono qualcosa di alieno. Peró dentro di me c'è una dimensione di sognatore, a volte mi chiedo "E se..." e se l'amore rivoluzionasse la mia vita tanto da diventare il senso di essa? Ma subito la ragione risponde: "oppure no, tanto che te ne fai di una ragazza? se vuoi solo scopare vai da una puttana che è meglio, ti fa guadagnare, hai meno problemi cosi".
E anche se trovassi "l'amore" chi può dire che non è una cosa "tutta dovere e niente piacere". Chi mi può dire che una relazione da meno problemi di quanti ne risolve? Chi mi può dire se sarò felice? Se fossi così sicuro sarei in giro in cerca della mia dolce metà, invece sono qui a scrivere un trattato di filosofia.
Cioè, se cercare una ragazza significa solo scegliermi il carnefice allora meglio non farlo neanche. Al contrario se cercare una ragazza significa solo scegliermi la vittima allora meglio non farlo neanche.
Detto questo vi pongo la domanda stupida e che mai si porrà nel mondo reale: Meglio single o fidanzati?. (Sicuramente il buon Socrate mi direbbe non ti stai ponendo la domanda giusta, ma qual è allora?)
Approfondimento:
Nel simposio di Platone, Socrate dice che l'Io razionale non può disporre di amore, non ha potere su amore, è amore che dispone di noi, disordinando la parte razionale. Socrate dice che l'amore fa da interprete tra la volontà degli uomini e quella degli dei.
Fuori dall'ambito mitologico, amore traduce il linguaggio della nostra parte "folle" alla nostra parte "razionale" mettendole in comunicazione.
Perchè diremmo altrimenti frasi del tipo: "Mi fai impazzire". Quello tra l'amore e la follia è un collegamento diretto, "cosa non si farebbe per amore?" ed è pure a mio parere una follia ampiamente accettata dall'essere razionale che è l'uomo.
La riprova è il fatto che esiste chi non si lascia trascinare dal cibo, esiste chi non si lascia trascinare dalla droga, esiste chi non si lascia trascinare dagli amici, MA ESISTE QUALCUNO CHE NON SI LASCIA TRASCINARE DALL'AMORE O DAL SESSO?
https://youtu.be/WcklHC9FUcw9
Il miele della follia è ciò che rende piacevole la vita, la follia è l'unica cosa che permette all'uomo di divergere profondamente.
Come la pensava Pascal, divertirsi è divergere, l'intera vita è un divergere, una fuga mentale dalla morte, una fuga dalla "sanguinante matematica che regola la nostra condizione".
"348. Distrazione. Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno risolto, per viver felici, di non pensarci.
349. Condizione dell'uomo: incostanza, noia, inquietudine.
350. La nostra natura è nel movimento; il riposo assoluto è la morte.
351. Nonostante tutte queste miserie, l'uomo vuol essere felice, e vuole soltanto esser felice, e non può non voler esser tale. Ma come fare? per riuscirci, dovrebbe rendersi immortale; siccome non lo può, ha risolto di astenersi dal pensare alla morte."
La decisione è impossibile:
"Sposati, te ne pentirai; non sposarti, te ne pentirai anche; sposati o non sposarti, ti pentirai d’entrambe le cose; o che ti sposi, o che non ti sposi, ti penti d’entrambe le cose. Ridi delle follie del mondo, te ne pentirai; piangi su di esse, te ne pentirai anche; ridi delle follie del mondo o piangi su di esse, ti pentirai d’entrambe le cose; o che tu rida delle follie del mondo o che pianga su di esse, ti penti d’entrambe le cose. Credi a una fanciulla, te ne pentirai; non crederle, te ne pentirai anche; credi a una fanciulla o non crederle, ti pentirai d’entrambe le cose; o che tu creda a una fanciulla o che non le creda, ti pentirai d’entrambe le cose. Impiccati, te ne pentirai; non impiccarti, te ne pentirai anche; impiccati o non impiccarti, ti pentirai d’entrambe le cose; o che t’impicchi o che non t’impicchi, ti pentirai d’entrambe le cose…"
Enten Eller,Søren Kierkegaard