a 9/10 anni circa, ormai è una visione che mi passa costantemente per la testa giorno per giorno che faccio fatica a credere che possa mai scomparire.
A quell' età ricordo che alle elementari, gli insegnanti e la preside vollero segnalarmi al servizio di neuropsichiatria infantile del servizio sanitario regionale, perché il mio rendimento scolastico, rispetto a quello che potevo "offrire" era decisamente basso, distrazioni e inattenzione erano all'ordine del giorno, e poi c'era anche l'aggravante che disturbavo gli altri dalla lezione.
Passai gli ultimi anni delle elementari tra visite psicologiche dove la psicologa mi faceva giocare con i Lego, (che bello quando ci andavo! I miei non potevano permettersi di comprarmeli, e a quei tempi ne andavo matto, ogni volta che andavo a casa di qualche amichetto che aveva dei Lego passavo ore a giocarci. Ci farei un sacco di cose anche a 26 anni suonati se me li potessi permettere tutt'ora
) e visite dal neuropsichiatra dell' infanzia dove mi faceva fare dei disegni. (ero appassionato di disegno fin dalle elementari e ricordo che ad una visita gli disegnai un bel panorama di un promontorio che si affacciava sul mare, al tramonto, con una panchina in mezzo alla pagina e due alberi ai lati, rimase molto affascinato dal mio disegno e disse ai miei genitori che stavo vivendo un profondo stato di solitudine).
A 11 anni mi trasferii in un altro paese poco lontano da dove abitavo prima, fu una vera disperazione perché avrei dovuto conoscere gente nuova, e il posto non mi piaceva per niente (mi trasferii da un ambiente marittimo, abbastanza esteso ad un paesino in collina senza né arte né parte), iniziai a manifestare vari disagi a scuola, primo fra tutti il rendimento e secondo l' irrequietezza che metteva tanto a disagio professori e altri alunni).
Così in seconda media, con il consenso dei miei genitori, il servizio sociale decise di affiancarmi una professoressa di sostegno. (Ed anche una cura psicofarmacologica)
Quello fu il periodo più traumatico, ancor prima che iniziasse il secondo anno, alcuni studenti sapevano che avrei dovuto avere il sostegno ad inizio anno scolastico ed iniziai a venir preso di mira da prese in giro e bullismo vario, oltre che ad essere escluso e stigmatizzato.
Alle medie nel frattempo feci amicizia con un gruppo di persone che mi prendevano in giro e mi "betizzavano", per necessità comunque continuai ad uscire con loro perché altrimenti l'alternativa era rimanere solo a casa, come successe poi due anni a quella parte per un po' di tempo. Mi sa che ho scritto troppo, cerco di finirla in breve, alle superiori scelsi di fare il liceo artistico e di non ricevere nessun aiuto magico, (fui bocciato tre volte) alla fine mi misi d'impegno e riuscii ad arrivare alla maturità senza intoppi. In quella scuola conobbi alcuni amici. Nel frattempo la cura farmacologica mi fece prendere un sacco di chilogrammi, e non ero ben visto da tutti, se dovessi descrivermi ora come penso avessero potuto vedermi gli altri a scuola, direi uno sfigato ciccione, super timido (forse un po' ritardato) e con la fissa per i videogiochi e i fumetti, davvero un bel tipo nerd e weird! Gli amici conosciuti alle superiori sono gli unici con cui tutt' oggi ancora esco, e di cui devo decifrare qualche loro atteggiamento verso i miei confronti che mi fanno un po' storcere il naso, mi piacerebbe fare nuove amicizie. Ma questa è un' altra storia e spero di poterla raccontare in seguito. Tuttavia vorrei precisare che già all' epoca dell' asilo ricordo che la mia voglia di socializzazione era praticamente prossima allo zero, non vedevo l' ora che mamma tornasse a prendermi e stavo in un angolino a piangere da solo, nonostante le maestre mi incitassero a giocare con gli altri perché sapevo già leggere e avrei potuto vincere in molti giochi. Quindi, a conti fatti, può essere il mio caso, una predestinazione? Può essere tutto calcolato in base agli algoritmi della vita che mi hanno accompagnato fin dalla nascita?