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24-12-2013, 14:50
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#61
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
[..]
Hegel diceva che la filosofia si deve occupare del noto, e cioè di quelle cose che si danno per scontate e invece nascondono dei segnali, delle chiavi di lettura che non vengono considerate.
[...]
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Ma no, dai.
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24-12-2013, 15:16
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#62
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Avrai fatto il liceo, mica tutti lo hanno fatto.
Iniziare a riflettere sulle cose scontate che fai, che vengono quasi meccaniche, è una cosa ben poco naturale e per certi versi anche impossibile.
Il tessuto sociale cambia il funzionamento del cervello.
Il nostro cervello si adatta agli stimoli esterni e viene influenzato di conseguenza.
Oggi per esempio la gente è abituata a fare più cose in una volta, a pensare velocemente, ma non in profondità, poco precise e con cali di concentrazione notevoli.
Soprattutto non c'è più tempo di digerire i cambiamenti che avvengono, pertanto la mente e il cervello si abituano semplicemente a non interrogarsi più sul senso e le conseguenze future.
Si sta spostando il tempo del pensiero nel presente, e il cervello da riflessivo, sta diventando reattivo algi stimoli.
Così come pare cosa negativa fossilizzarsi su riferimenti e identità certe, queste devono essere abiti da dismettere facilmente.
Quanto mai è opportuno interrogarsi su ciò che diamo per scontato.
E' difficile perchè devi attraversare epoche diverse per verificare che il tuo tempo non è un tempo assoluto, e il tuo pensiero è frutto esclusivamente di questo tempo, delle relazioni di senso e ritmo spazio-temporale che lo attrraversano e non un percorso originale e libero.
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24-12-2013, 15:24
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#63
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Avrai fatto il liceo [...]
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Ma quale Liceo.
Comunque, a prescindere dalla condivisibilità o meno di quel che dici, non vedo qui lo straccio di un concetto hegeliano.
Ma era giusto così eh, "tanto per".
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24-12-2013, 17:09
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#64
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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L'unico filosofo che mi piace è Cioran, un non filosofo.
Ogni filosofo parla del suo tempo, quindi non è che puoi comprendere veramente Hegel o la sua evoluzione diabolica che è Marx ai giorni nostri.
Sono pietre miliari, come anche Kant e Niezcthe di cui non condivido quasi nulla, ma pur sempre pietre miliari.
Non c'è dubbio che oggi siano più vicini allo spirito dei tempi gli esistenzialisti, ma ancora per poco probabilmente.
Rimane che Hegel in quella frase (la filosofia si occupa del noto, cioè dell'analisi critica del proprio tempo, speciamente di quello che è scontato e considerato naturale quando è pur sempre qualcosa di artificiale) dice una verità assoluta, così come la sua analisi del rapporto schiavo/padrone nelle fenomenologia delo spirito è semplicemnte mostruosa e inizia a non essere più vera solo in un ipotetico mondo ipertecnologico dove lo schiavo semplicemnte scompare dall'equazione.
Sono così vere alcune intuzioni della filosofia da assomigliare a leggi matematiche o fisiche.
Ma siccome il mondo cambia, a differenza di queste, non valgono certo per sempre.
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24-12-2013, 17:31
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#65
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 2,958
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Quote:
Originariamente inviata da LesPaul
Rallgrati se ti dicono le cose in faccia, davvero. Se una/uno mi dicesse qualcosa in faccia io rimarrei sorpreso e si potrebbe discuterne, il problema è quando sono tutti sorridenti e non ti dicono niente, però poi capisce come ti giudicano.
Anche il peggiore dei giudizi, se espresso comunque contempla un certo rispetto nei tuoi confronti.
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Questo è sicuramente vero
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25-12-2013, 12:00
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#66
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
L'unico filosofo che mi piace è Cioran, un non filosofo.
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Nonché un mediocre.
Vabbè dai, la filosofia insomma la butti un po' così a caso per sentito dire
Auguri, comunque.
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25-12-2013, 13:41
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#67
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Buon natale.
Se si vuol fare l'intellettuale, bisognerebbe motivare le cose che si sostengono.
E' troppo facile argomentare in questo tuo modo, ma soprattutto è quasi impossibile capire che cosa di preciso non ti convince e non approvi.
Il dialogo con le persone è fatto di una fase in cui si comprende il pensiero e la visione degli altri, altrimenti vincoliamo l'analisi ad uno schema che non è quasi mai corretto.
Ci sono correnti di pensiero e interpretazioni sia delle stoira che del pensiero umano così diverse da apparire strade opposte talvolta e seguono anche queste mode e derive, sono come il vento che cambia.
Al mondo c'è gente che scrive, compone, inventa cose, e un marea di persone che interpretano queste cose in maniera diversamente creativa, poichè riconducono un atto che è in buona parte di follia e irrazionalità, in un canovaccio intelleggibile e consumabile nel tessuto sociale.
Personalmente ho fatto le mie sintesi e le mie considerazioni, è un lavoro totalmente arbitrario, creativo, non è matematica e non lo deve essere.
Cioran mi piace per esempio per lo stile della scrittura (gli è riconosciuta la miglior prosa mai vista) e l'uso dei paradossi e l'aforisma pungente.
E trovo interessante che dopo aver passato una vita a leggere intere biblioteche tumulato in casa, se ne venga fuori con un pessimismo cronico senza speranza che fa impallidire qualcunque esistenzialista sulla terra, in epoca di relativa fiducia nelle forze sociali porgressiste e tutto sommato del futuro.
Trovo interessante perchè non è ipocrita e perchè dell'uomo non c'è molto da salvare.
A ritirare i premi non ci andava, nei salottti, nei posti che contano, in televisione, salvo rare eccezioni, e non aveva una ricetta per salvare il mondo.
Cioran è un depresso, un insonne, uno di noi, una persona che ha scritto per una esigenza interiore, perchè non gli scoppiasse la testa, perchè era terapeutico, tutto sommato non aveva nulla da dire e non ha mai detto nulla infatti.
Come ho sempre ipotizzato il malato non fa danno nella società, è il sano che compie disastri come si muove, poichè ha l'ambizione di estendere il proprio pensiero e il proprio mondo interiore agli altri, influenzando e indirizzando i cambiamenti sociali.
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25-12-2013, 14:45
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#68
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Ma Cioran, in realtà, è evidente quanto amasse la vita; sotto tutta la sua opera risuona, per chi ha orecchie, un costante leimotiv di stupore dinanzi la gratuità dell'esistenza e non fa che mostrare come tutto il pessimismo e gli esercizi di livore rivolti contro di essa non possano scalfire minimamente il fatto originario di essere qui e ora, in questa vita che procede oltre di me.
In ciò si colloca invero un gradino sotto l'esistenzialismo più maturo e piuttosto che presentarsi come la sua alternativa formata nella scepsi, gli è propedeutico.
Poi per il fatto della "miglior prosa mai vista", non saprei. Lo hai letto in lingua originale, immagino.
Ma son gusti, a me non impressiona, poi capisco che è uno che era destinato al successo editoriale e che si presta molto alla citazione (ma non al détournement, ovviamente, essendo tanto debole la sua parola gettata nella Storia).
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Ultima modifica di Daniele89; 25-12-2013 a 14:50.
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25-12-2013, 15:19
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#69
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
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Miglior prosa lo hanno definito gli altri, non saprei, personalmente non sono un intelletuale.
Ho un mio gusto, non credo si debba essere intelletuali per averlo, ma per affermare che oggettivamente ha una grande prosa (ovviamente le avranno lette in francese e in rumeno), qualcuno con le dovute competenze per affermarlo avrà trovato motivi concreti, specialmente considerando che è un intelletuale abbastanza socnosciuto nel panorama filosofico e un pochettino appartato e dubito gli venga riconosciuta una grande prosa per meriti politici e da appartenenza a questa o quella parrocchia.
A me piace, come mi piace Neiztche (come scrive, non i concetti), come mi piacciono le cose scorrette (e non coerenti tutto sommato), i paradossi, le frasi ad effetto.
Un altro che mi piace è Baudrillard.
E' una cosa di gusto, estetica.
Il linguaggio poetico mi affascina, artistico, personale, poichè rimane in larga parte indecriptabile e ironizza sul propri senso esattamente come è ironico un quadro di Dalì (il quale secondo me si faceva gioco e scherno di tutte le intrepretazioni che poteva suscitare).
E' il non senso che mi affascina, il contrasto tra il nostro tentativo di ricondurre l'intuizione alla logica, le contaminazioni che il nostro universo interiore e il nostro vissuto miscelano alle astrazioni.
Preferisco Shakespeare a tanta roba moderna, perchè un suo monologo oggi sarebbe improponibile da chiunque nel reale e nel quotidiano, nessuno mai ragionerebbe in quei termini e con quel lunguaggio, è un mondo immaginario dove le parole acquisiscono un significato che si pone in netto contrasto con la visione quotidiana e i codici commerciali e pratici.
E' un modo per porsi oltre al proprio tempo, poichè in effetti non te ne occupi veramente, ciò di cui ti occupi è quel che abbiamo dentro di noi, immutabile tutto sommato ed esteticamente rappresentabile in miliardi di modi diversi.
Sul fatto che Cioran amasse vivere non c'è dubbio, non ne ha dato una ricetta, credo sia una visione greca dell'esistenza e non occidentale, la vita non ha uno scopo preciso, va stoicamente sopportato l'inevitabile dolore, l'inevitabile conseguenza della morte, il fato, il destino, con onore e godendo dei frutti e delle cose belle che la vita offre.
Il futuro, lo scopo arriva dopo, con il Cristianesimo.
Persino oggi che Dio è morto, l'uomo è Dio.
Non siamo greci, non ce ne voglia Nieztche.
Niente di nuovo tutto sommato.
Ad ogni modo, secondo me Storia e Utopia, La tentazione di esistere e l'inconveniente di essere nati hanno anche un valore filosofico apprezzabile oltre che estetico, proprio perchè diffidano della corrente di pensiero allora in voga, non se ne occupano, e sappiamo tutti che ne è stato della cultura borghese di sinistra dei salotti radical chic.
Un bluff, l'ennesima pagliacciata umana.
A Cioran va il merito di aver visto giustamente il nulla anche in questa elucubrazione umana.
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Ultima modifica di ANTIMATERIA; 25-12-2013 a 15:22.
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25-12-2013, 17:16
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#70
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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Tralasciando tutta la confusione, la quale mi pare che tenti di autogiustificarsi dietro una paventata "creatività" di interpretazione*, darò solo una notizia che spero non turbi troppo: la Grecia è Occidente.
*Questa argomentazioni che pongono la libertà dell'interpretazione come l'orizzonte di un animo artistico che s'è divincolato dalla pedanteria del concetto non sono che l'ultima trincea dell'opinione da Bar, ci si giustifica dietro la propria creatività (9 volte su 10 è giusto narcisismo e inesperienza della materia) come dietro lo stato di ubriachezza, con tutta la boria intrinseca di qualcosa urlato dal fondo di un'osteria.
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25-12-2013, 18:28
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#71
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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"L'esasperazione, la stanchezza, il male di vivere, spesso, portano a vedere negli altri, in coloro che ci stanno vicini, la causa di tutte le nostre difficoltà, dei nostri mali." (Romano Battaglia)
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25-12-2013, 19:15
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#72
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,275
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Il soggetto del thread è degenerato. Forse i mod dovrebbero intervenire....
In genere la filosofia non dice una mazza oppure è tutto a libera interpretazione, quindi ognuno ci vede cosa ci vuol vedere. Fra l'altro preferisco filosofi antichi/classici, li trovo più concreti di quelli dell'800/900.
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25-12-2013, 19:31
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#73
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Esperto
Qui dal: May 2012
Messaggi: 530
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E allora diamoci tutti ai balli carabici, che ti devo dire.
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25-12-2013, 19:38
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#74
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Esperto
Qui dal: Nov 2013
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 1,302
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Quote:
Originariamente inviata da Daniele89
Tralasciando tutta la confusione, la quale mi pare che tenti di autogiustificarsi dietro una paventata "creatività" di interpretazione*, darò solo una notizia che spero non turbi troppo: la Grecia è Occidente.
*Questa argomentazioni che pongono la libertà dell'interpretazione come l'orizzonte di un animo artistico che s'è divincolato dalla pedanteria del concetto non sono che l'ultima trincea dell'opinione da Bar, ci si giustifica dietro la propria creatività (9 volte su 10 è giusto narcisismo e inesperienza della materia) come dietro lo stato di ubriachezza, con tutta la boria intrinseca di qualcosa urlato dal fondo di un'osteria.
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La Grecia c'entra nulla con l'occidente almeno per una corrente di pensiero, un'altra la vede invece contigua e naturale evoluzione, io sono per la prima visione (illustrata da Galimberti in numerosi saggi), Galimberti l'avrà appresa al Bar immagino, e lo sono per convenzione, perchè mi piace scegliere questa strada.
Scegliamo le letture che ci rappresentano e la visione che ci è più congeniale, perchè più leggi e più dubiti esista una verità e non una interpretazione, se non addirittura pregiudizio che asseconda il proprio sentire e il proprio percorso culturale con una qualche visione di insieme.
Soprattutto c'è sempre una enorme influenza nel sentire il proprio tempo secondo paradigmi in voga in quel momento e una difficoiltà quasi insormontabile di percepire i tempi passati e la storia come realmente percepita a suo tempo (forse solo gli antropologhi riescono vagamente a comprendere la storia in maniera credibile).
E' un errore dare troppo peso a quello che è il nostro sentire, un tuo percorso è valido per te, non è detto sia valido per me.
Certo che è creativo istruirsi, un lavoro che non significa niente fuoiri da te stesso.
I circoli culturali di sinistra degli anni 70/80, quando il potere fotteva e corrompeva e invece di comprenderne la straordinaria praticità si parlava di sartre o di lacan, o di marx o di hengels, sono bar, è bar anche quello, spocchiose e inutili disquisizioni.
E tutti i non allienati a questa parrocchia, sono stati allontanati come appestati ed emarginati esattamente come capita all'asilo nido al diverso.
Il popolo era altra roba e per conoscerlo bisognava sporcarsi le mani con lui e parlare di calcio e di donne, perchè questa è la filosofia che comprende.
Sono solo Bar diversi, circoli dove il pensiero e l'aria si fa pesante e monotematica.
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25-12-2013, 19:59
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#75
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Nella mia testa
Messaggi: 4,353
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Quote:
@Antimateria e Daniele89: tornate in topic, per favore. Se volete continuare la vostra discussione, fatelo per vie private o aprite un thread sull'argomento. Buone feste.
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---Moderazione---
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26-12-2013, 18:34
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#76
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Devi essere in minoranza, poi lo verifichi, finchè c'è una struttura sostanzialmente maschile si allineano a questa, o se competono in un terreno maschile, sono costrette, ma con certo scarso convincimento e una intima ambizione di rivoltarla a modo loro, cosa che un giorno accadrà, poi mi saprai dire.
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In sostanza, se le donne si comportano secondo stereotipo, allora lo stereotipo è la verità, lunga vita allo stereotipo.
Se invece si comportano diversamente dallo stereotipo, lo fanno solo perché si uniformano alla "struttura maschile" (?), ma sotto la superficie pulsa ancora lo stereotipo, long live to stereotypes. La teoria dello stereotipo riesce persino a scoprire quanto scarso sia il convincimento di quelle donne e quali sono le loro intime ambizioni, mizzega....
In pratica: come sostenere che una teoria sia vera anche quando i fatti le danno torto.
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Non è un problema di emotività, gli emotivi sono gli uomini altrimenti non userebbero tanto la ragione
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Vabbè, allora mi sa che bisogna dare una definizione precisa di emotività...
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
è un problema di utilizzo dellla logica matematica nei ragionamenti, di capacità di controllare il proprio ego rispetto al pensiero astratto e generale nei ragionamenti.
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Cose che le donne sono sideralmente meno portate a utilizzare degli uomini?
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Se parliamo di efficienza come capacità di allinearsi al reale, oggi è più efficiente il pensiero femminile, non c'è dubbio che si integri meglio in questo tipo di società.
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Ma in base a cosa si definisce un "pensiero femminile" e uno "maschile"? Sai che non ho idea di cosa tu stia parlando? Potresti spiegarti meglio, possibilmente con parole semplici e citando delle prove concrete di quanto affermi?
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Anche se devo dire che secondo me entrambi i modi di ragionare sono validi, e la stessa natura è su quei livelli di maschile e femminile.
Il problema è che non si cerca alcuna sintesi, il tuo essere maschile è sbagliato in toto, te lo insegnao fin da piccolo.
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Esempi?
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Stiamo perdendo tanto a togliere il maschile dalla società, tutto ciò che puoi guadagnare nel mettere il femminile, lo perdi togliendo il maschile, specialmente perchè non c'è altra strada che l'emarginazione per motivi naturali e bilogici, non ti puoi ricilare e non è prevista alcuna discussione in merito, io personalmente mi riclerei anche, ma non è previsto il riciclo, vogliono tutto semplicemente, di te non gli frega nulla, se sei bello ti useranno per sesso o altro, in caso contrario andrai tra i barboni o in galera.
Questo entro 100 anni da oggi.
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Ma chi vuole tutto? Boh.
Qui siamo a metà tra Casaleggio e Nostradamus.
Posso permettermi di invitarti a una maggiore concretezza e a una citazione puntuale di fatti che confermino le tue teorie o il tuo discorso consiste essenzialmente di voli pindarici, profezie similfantascientifiche e analisi apocalittiche?
Quote:
Originariamente inviata da ANTIMATERIA
Entrambi i pensieri devono esserci e siccome sono diversi, non è affatto utile che ci si pesti i piedi e, a maggior ragione, che si invertano coercitivamente le qualità naturali, pertanto tu devi fare tutto il possbile per simularti una pessima imitazione della donna, e loro una pessima imitazione del l'uomo, con centianaia di soldi pubblilici per questo (quali esempio miliardi per iscriverle in massa alla facoltà scientifiche dove sono negate, non avete idea dei milioni di dollari che spendono per mandare delle negate dove voi avete talento naturale).
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Questa me la sono persa: hai qualche link in proposito?
Ah, e non hai idea degli uomini che conosco senza il minimo "talento naturale", né per le materie scientifiche né per quelle umanistiche, a differenza di tante donne...
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26-12-2013, 18:52
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#77
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Antimatè, per fortuna che hai accusato me di buttarla troppo sulla filosofia.
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26-12-2013, 18:58
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#78
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Antimateria e Orto d'osso parlavano della violenza del mondo attuale nascosta dietro ai rapporti di forza economici...mi pare che viviamo in un mondo solo, sempre più simile e con meno differenze rispetto a una volta.
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Ciò non implica affatto che i vissuti personali siano tutti uguali, o che qualunque eventuale condizionamento negativo esterno sia lo stesso per tutti.
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26-12-2013, 19:13
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#79
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Nella mia testa
Messaggi: 4,353
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Quote:
Ve lo ripeto: tornate TUTTI in topic. Aprite un thread per discutere dell'argomento e non continuate qui, grazie. Se gli off topic dovessero andare avanti, sarò costretta a chiudere.
@Antimateria: i tuoi post sono spesso al limite del regolamento e per questo ci tengo a farti presente che le discriminazioni sessuali e la misoginia strisciante (così come la misandria, prima che qualcuno intervenga per puntualizzare ) non sono tollerate in questo sito. Per qualsiasi chiarimento, scrivimi un mp.
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---Moderazione---
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