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08-03-2016, 20:32
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#1
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,539
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08-03-2016, 20:40
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 5,040
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Io ho la tendenza a svalutare le persone, ma non in modo grave per fortuna, riguardante alle relazione non mi esprimo in quanto l'esperienza non c'è
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08-03-2016, 20:50
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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"La svalutazione è un meccanismo di difesa che porta una persona ad attribuire caratteristiche esageratamente negative a se stesso o agli altri."
Nel dubbio vada per entrambe
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08-03-2016, 22:25
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Fanculo l'ubicazione. Piuttosto, gentilmente, nn datemi consigli se nn ve li chiedo. Pensate x voi.
Messaggi: 1,798
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C'è tanto da dire. Ho previsto il finale sull'essere infantili prima ancora di arrivarci. -_-;
Sti gran geni almeno scegliessero delle metafore sensate. Una persona normale a cui tirano addosso i mattoni muore, non ci costruisce una casa (quello è superman).
E' contraddittorio inserirsi in un problema altrui, prendendo una posizione fattiva (cioé facendo o dicendo qualcosa che si presuppone ottenere un effetto), che però consiste nel rigirare il problema stesso addosso all'individuo come una sua mancanza (se non di averlo causato, comunque di non riuscire a risolverlo), perché equivale ad una responsabilizzazione di per sé è irresponsabile.
Facciamo un esempio. Prendiamo due persone con un problema di questo tipo, svalutazione di sé. A tutte e due viene spiegato questo bel discorso. La prima si "risveglia", capisce e si da da fare per cambiare. E risolve. Allora il metodo è giusto, e chi lo ha cacciato fuori ha detto una sacrosanta verità. (Oltre che avere automaticamente acquisito il merito di non avere lo stesso problema, in quanto messa in questi termini, solo di questione di merito si tratta).
La seconda persona invece non risolve una mazza. (Anzi, magari si sente doppiamente in colpa, in quanto responsabile unica della propria vita e dei propri problemi, che magari son più grandi di lei.) Ma dato che stava a lei capire e cambiare, allora è lei ad aver fallito?
Il metodo in sé il fallimento non lo prevede nemmeno. Se fai così, risolvi. Quindi se non hai risolto, non hai fatto quel che dovevi. E' un fallimento tuo. Sei immaturo.
Mi spiace non mi fido di chi vuol mettere bocca nelle rogne altrui con sofismi autorisolutivi pieni di frasi ad effetto.
Se dipende da me mettere apposto i problemi della mia vita, allora gli altri non devono esprimersi a riguardo. Per coerenza con questo stesso principio, si facciano gli affari loro. Continuo a dire che così è troppo comodo.
Mi si potrà contestare che la mia risposta è a sua volta una forma di chiusura o di autodifesa. Potrei rigirare l'osservazione, dicendo che risolvere ogni mia reazione a riguardo rivoltandomela contro come parte del problema, equivale ad aver creato un punto di vista che non accetta critiche al metodo.
Chi si esprime così ha sempre ragione nel dar la colpa (o comunque tutta la responsabilità) a chi ha il problema. Piuttosto che strumentalizzare le rogne altrui trasformandole in comodo viatico di saggezza, abbia almeno la compiacenza di lasciare in pace chi non sta bene.
Inoltre ciò che una persona può fare per sé dipende dagli strumenti che ha a disposizione, che a sua volta dipendono da ciò che a questa persona è stato dato o negato fin da prima che quella persona iniziasse a rendersi conto di essere in vita. Pensare che le conseguenze risolvano le cause è una cosa che non ha senso, dipende dalle cause e dalle conseguenze. Altrimenti è come dire che ognuno di noi può rivoltare sé stesso in qualsiasi momento della propria vita e diventare un'altra cosa. Significa che tutto ciò che mi è stato dato non serve a nulla, tanto me lo posso inventare quando mi pare.
E' bello, ma è utopistico e tutt'altro che logico. A volte funziona, a volte no.
Ognuno di noi è il frutto della propria esperienza di vita, anche nella capacità di elaborare, sentire e reagire. E semplicemente non è possibile trascendere i propri limiti.
Direi che la Sig.ra A.Miller citata alla fine (come chi ha scritto l'articolo), dalla sua vita ha ricevuto quel tanto di strumenti che le bastavano per riuscire a risolvere i problemi che le si son parati davanti. E vedendo che era così per sé e per le persone che fanno il suo piccolo/grande mondo, ha erroneamente dedotto che debba essere così sempre e per chiunque. Si chiama generalizzazione indebita, è una fallacia di ragionamento.
L'unica cosa che conta sono i risultati, non i bei discorsi. Se e quando mi si darà dimostrazione che con questa logica si risolve il problema sempre allora sarò d'accordo. Se questa dimostrazione non arriva, allora quello è solo un punto di vista. Lo rispetto, ma non sono d'accordo. Dove funziona bene, per il resto è una comoda stupidata.
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Ultima modifica di y; 08-03-2016 a 22:27.
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08-03-2016, 22:53
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Non mi convince tanto questo discorso. Non credo che una persona non è felice perché poteva essere subito e facilmente felice e adesso non lo è perché non si è data il permesso di esser tale.
Facciamo un esempio piuttosto semplice. Non è che io non sono ricco sfondato perché ho rifiutato assegni gratis di milioni di euro, mi sembrano discorsi un po' superficiali questi. Basta non rifiutarsi di esser ricchi e lo si diventa? Ma chi è che ha avuto tutte queste opportunità a portata di mano e continua ad averle costantemente?
E' vero che c'è un meccanismo di prevenzione dal rifiuto, ma c'è questo meccanismo anche perché le probabilità di esser rifiutati davvero non sono tanto inconsistenti. Si può portare alla luce tutta la fame di carezze che si vuole e desidera, ma gli altri non esistono mica solo per sfamare qualsiasi tipo di bisogno di qualsiasi tipo di persona (noi stessi non lo faremmo). Credere che le cose stiano così, che il mondo sia aperto e accogliente e si sta male solo perché non si concede al mondo di manifestare questa accoglienza infinita, risulta ingenuo per me.
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Ultima modifica di XL; 09-03-2016 a 00:57.
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08-03-2016, 23:45
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Mi interessa questo argomento.
Da ragazzina svalutavo prima, come dice l'articolo, adesso svaluto dopo un po', a relazione avviata, o meglio dovrei dire fino all'ultima storia, ma sempre per l'assurdo concetto di abbandonare prima di venire abbandonata.
La mia psico, dice che quelle avute fin'ora erano non-relazioni, non le considera nemmeno tali.
Praticamente, mi ritrovo ora, come se non avessi mai interagito con una persona di sesso opposto, so di essere diversa da prima, ma diversa come? Adesso che accadrebbe?
Il dubbio non mi è mai piaciuto.
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09-03-2016, 00:49
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#7
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
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Che dire...parlando della mia esperienza, mi trovo d'accordo.
Non che oggi abbia ottenuto chissà quali successi, anzi...però ho un po' cambiato prospettiva e atteggiamento e mi ritrovo in molte cose scritte come " se non si merita di ricevere qualcosa, non si crea nemmeno l'aspettativa" e anche " se l'altro è indegno di meritare la propria confidenza...si è esentati dal doversi aprire e farsi conoscere in profondità": è' esattamente quello che pensavo anni fa, col tempo sono riuscito a scacciare questi pensieri dalla mia mente e la qualità della mia vita è migliorata.
Quote:
Originariamente inviata da Rage
- Chi sono io per meritarmi di essere amato?
- Come posso essere amato da un estraneo, se neanche mia madre o mio padre mi hanno desiderato?
- Come posso fidarmi e lasciarmi andare, se mai nessuno mi ha
voluto veramente bene?
- Sono un peso, sono di troppo e so solo dare fastidio.
- La mia presenza è solo fonte di malessere per gli altri.
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In adolescenza queste erano tutte vere per me (sui miei genitori, non dubitavo che mi volessero bene, ma li ritenevo responsabili della mia introversione) oggi lo è ancora la 3, causa inesperienza sentimentale e poche amicizie vere. Ma anche la 4 e la 5 ogni tanto riemergono, se l'altra persona dà segnali (magari senza neanche rendersene conto) che io posso interpretare in quel senso...
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Ultima modifica di feaanor; 09-03-2016 a 00:53.
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09-03-2016, 03:02
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#8
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Bellissimo
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09-03-2016, 05:11
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#9
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Intermedio
Qui dal: Feb 2016
Ubicazione: Luna
Messaggi: 98
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Quote:
Originariamente inviata da y
C'è tanto da dire. Ho previsto il finale sull'essere infantili prima ancora di arrivarci. -_-;
Sti gran geni almeno scegliessero delle metafore sensate. Una persona normale a cui tirano addosso i mattoni muore, non ci costruisce una casa (quello è superman).
E' contraddittorio inserirsi in un problema altrui, prendendo una posizione fattiva (cioé facendo o dicendo qualcosa che si presuppone ottenere un effetto), che però consiste nel rigirare il problema stesso addosso all'individuo come una sua mancanza (se non di averlo causato, comunque di non riuscire a risolverlo), perché equivale ad una responsabilizzazione di per sé è irresponsabile.
Facciamo un esempio. Prendiamo due persone con un problema di questo tipo, svalutazione di sé. A tutte e due viene spiegato questo bel discorso. La prima si "risveglia", capisce e si da da fare per cambiare. E risolve. Allora il metodo è giusto, e chi lo ha cacciato fuori ha detto una sacrosanta verità. (Oltre che avere automaticamente acquisito il merito di non avere lo stesso problema, in quanto messa in questi termini, solo di questione di merito si tratta).
La seconda persona invece non risolve una mazza. (Anzi, magari si sente doppiamente in colpa, in quanto responsabile unica della propria vita e dei propri problemi, che magari son più grandi di lei.) Ma dato che stava a lei capire e cambiare, allora è lei ad aver fallito?
Il metodo in sé il fallimento non lo prevede nemmeno. Se fai così, risolvi. Quindi se non hai risolto, non hai fatto quel che dovevi. E' un fallimento tuo. Sei immaturo.
Mi spiace non mi fido di chi vuol mettere bocca nelle rogne altrui con sofismi autorisolutivi pieni di frasi ad effetto.
Se dipende da me mettere apposto i problemi della mia vita, allora gli altri non devono esprimersi a riguardo. Per coerenza con questo stesso principio, si facciano gli affari loro. Continuo a dire che così è troppo comodo.
Mi si potrà contestare che la mia risposta è a sua volta una forma di chiusura o di autodifesa. Potrei rigirare l'osservazione, dicendo che risolvere ogni mia reazione a riguardo rivoltandomela contro come parte del problema, equivale ad aver creato un punto di vista che non accetta critiche al metodo.
Chi si esprime così ha sempre ragione nel dar la colpa (o comunque tutta la responsabilità) a chi ha il problema. Piuttosto che strumentalizzare le rogne altrui trasformandole in comodo viatico di saggezza, abbia almeno la compiacenza di lasciare in pace chi non sta bene.
Inoltre ciò che una persona può fare per sé dipende dagli strumenti che ha a disposizione, che a sua volta dipendono da ciò che a questa persona è stato dato o negato fin da prima che quella persona iniziasse a rendersi conto di essere in vita. Pensare che le conseguenze risolvano le cause è una cosa che non ha senso, dipende dalle cause e dalle conseguenze. Altrimenti è come dire che ognuno di noi può rivoltare sé stesso in qualsiasi momento della propria vita e diventare un'altra cosa. Significa che tutto ciò che mi è stato dato non serve a nulla, tanto me lo posso inventare quando mi pare.
E' bello, ma è utopistico e tutt'altro che logico. A volte funziona, a volte no.
Ognuno di noi è il frutto della propria esperienza di vita, anche nella capacità di elaborare, sentire e reagire. E semplicemente non è possibile trascendere i propri limiti.
Direi che la Sig.ra A.Miller citata alla fine (come chi ha scritto l'articolo), dalla sua vita ha ricevuto quel tanto di strumenti che le bastavano per riuscire a risolvere i problemi che le si son parati davanti. E vedendo che era così per sé e per le persone che fanno il suo piccolo/grande mondo, ha erroneamente dedotto che debba essere così sempre e per chiunque. Si chiama generalizzazione indebita, è una fallacia di ragionamento.
L'unica cosa che conta sono i risultati, non i bei discorsi. Se e quando mi si darà dimostrazione che con questa logica si risolve il problema sempre allora sarò d'accordo. Se questa dimostrazione non arriva, allora quello è solo un punto di vista. Lo rispetto, ma non sono d'accordo. Dove funziona bene, per il resto è una comoda stupidata.
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La penso esattamente così!
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09-03-2016, 22:33
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#10
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 5,106
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Ultimamente svaluto gli altri piú che me stessa, quando hanno atteggiamenti fuori dal mondo o dicono assurdità, la mia pazienza sta finendo, e devo dire che mi sento molto meglio, ora.
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09-03-2016, 22:36
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#11
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: Provincia di Roma
Messaggi: 585
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Ora che ci penso, mi sto rendendo conto che il meccanismo della svalutazione mi ha portato, al liceo, a rifiutare le attenzioni di una ragazza. Nonostante lei avesse fatto alcuni passi chiari per avvicinarsi a me, io non ci provai perchè mi dicevo "non è bella, non è simpatica, è troppo estro" quindi concludevo "inutile provarci, non è quella adatta ecc. ecc." quando in realtà queste erano solo SCUSE basate su PREGIUDIZI (cioè io giudicavo la tipa senza essermi dato occasione di conoscerla più a fondo) che io mi davo per non provarci.
Difatti poi al liceo non riuscì mai a provarci con nessuna, neanche con quelle che mi piacevano, appunto perchè il problema ero io...mamma mia
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17-03-2016, 18:30
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 924
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Interessante.
Io mi svaluto continuamente, considero nulle le mie capacità in ogni ambito, ho continuamente pensieri negativi riguardo al mio aspetto fisico e alla possibilità di interessare all' altro sesso (mi è stato detto alcune volte di essere carino, ma la mia mente non riesce a percepirla come una cosa reale).
E' quasi come se in questi pensieri di autosvalutazione io trovi una specie di piacere inconscio, è come se l' autocommiserazione mi provochi una sorta di soddisfazione.
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17-03-2016, 19:06
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#13
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
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sto passando un momentaccio, è davvero dura convivere con una misantropia sempre più esasperata. Mi capita di schifare gli altri praticamente 24/24, li guardo e mi sembrano tutti assurdi, lecchini e inutili. Poi ovvio svaluto tantissimo anche me stessa, ma di brutto proprio. A volte mi immagino di dire a qualcuno e soprattutto al lavoro dai dillo che mi ritieni una merda, tagliamo la testa al toro. Misantropia che aumenta sempre di più
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18-03-2016, 00:42
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace
sto passando un momentaccio, è davvero dura convivere con una misantropia sempre più esasperata. Mi capita di schifare gli altri praticamente 24/24, li guardo e mi sembrano tutti assurdi, lecchini e inutili. Poi ovvio svaluto tantissimo anche me stessa, ma di brutto proprio. A volte mi immagino di dire a qualcuno e soprattutto al lavoro dai dillo che mi ritieni una merda, tagliamo la testa al toro. Misantropia che aumenta sempre di più
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È una cosa generica o succede anche quando riguarda il singolo caso specifico? Anche io ho sensazioni molto simili, ma poi mi rendo conto che quando mi rapporto con le persone in carne e ossa certi pensieri cessano praticamente del tutto come se alla fine fossero solo delle pippe mentali astratte.
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18-03-2016, 00:51
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#15
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
È una cosa generica o succede anche quando riguarda il singolo caso specifico? Anche io ho sensazioni molto simili, ma poi mi rendo conto che quando mi rapporto con le persone in carne e ossa certi pensieri cessano praticamente del tutto come se alla fine fossero solo delle pippe mentali astratte.
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Non succede con tutte le persone con cui parlo ma e' un sentimento che provo spesso quando ho a che fare con le persone. Penso sempre che ce l'abbiano con me o siano tutti d'accordo per prendermi in giro o farmi male. Mi immagino le cose, tipo che parlano un linguaggio segreto e io non capisco, sono esclusa, si guardano e si conoscono subito, a me non mi calcolano proprio. E piu a riguardo della misantropia sento le persone che parlano al telefono dei cavoli loro e mi irrito oppure odio a prescindere certa gente senza motivo. Mi irrita averli tutti intorno
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18-03-2016, 01:05
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace
si guardano e si conoscono subito, a me non mi calcolano proprio.
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Questo sentimento di frustrazione nel non riuscire a sintonizzarsi con gli altri mi sembra il contrario della misandria.
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18-03-2016, 01:24
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#17
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Banned
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Milano
Messaggi: 14,748
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Questo sentimento di frustrazione nel non riuscire a sintonizzarsi con gli altri mi sembra il contrario della misandria.
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forse la mia misandria viene dalla frustrazione che mi provocano gli altri, credo che per ognuno e' diverso. E forse gli altri non mi vogliono perche sentono la mia ostilita'.
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18-03-2016, 01:33
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace
forse la mia misandria viene dalla frustrazione che mi provocano gli altri, credo che per ognuno e' diverso. E forse gli altri non mi vogliono perche sentono la mia ostilita'.
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Intendo dire che per me non sei misandrica perchè da quello che scrivi sembra che tu voglia eccome avere rapporti con le altre persone, solo che hai difficoltà a instaurarli. Forse l'ostilità è la conseguenza della paura del rifiuto più che la causa.
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18-03-2016, 10:59
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#19
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Banned
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,327
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bene:
Quote:
Originariamente inviata da Hazel Grace
Non succede con tutte le persone con cui parlo ma e' un sentimento che provo spesso quando ho a che fare con le persone. Penso sempre che ce l'abbiano con me o siano tutti d'accordo per prendermi in giro o farmi male. Mi immagino le cose, tipo che parlano un linguaggio segreto e io non capisco, sono esclusa, si guardano e si conoscono subito, a me non mi calcolano proprio. E piu a riguardo della misantropia sento le persone che parlano al telefono dei cavoli loro e mi irrito oppure odio a prescindere certa gente senza motivo. Mi irrita averli tutti intorno
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08-06-2016, 20:48
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#20
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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io svaluto gli inferiori continuamente, è probabile che in effetti ci siano dinamiche mentali descritte nel link da te postato
però che cacchio, di inferiori ce ne sono a palate eh, è inutile che cercano di giustificare la cosa dando la colpa a me che li svaluto -__-
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