Marco Russo

E vi sentite fortunati o sfortunati?

Non dico adesso la mia perché non voglio condizionare le risposte.

Ravanello

Sì, è lei che non crede in me.





A parte gli scherzi, ti dico solo che mi sono sentita dire un'infinità di volte: "ma un viaggetto a Lourdes?"

troll

sono dell'idea che la "fortuna" sia un concetto relativo, quasi come la intendeva Machiavelli. relativo nel senso che in confronto a persone che soffrono la povertà o gravi malattie sì, possiamo definirci fortunati.
vedete diciamo che credo abbastanza nel destino, però è altrettanto sbagliato abbandonarsi ad esso, anche se spesso se ne ha la forte tentazione.
trovo saggio il famoso adagio latino "faber fortunae suae".

IfearEverything

Credo solo nella sfiga

Winston_Smith

Credo al caso.

James86

Credo nella sfiga..anche se non nel vero senso superstizioso della cosa...anche perche ....mi son capitate cose..e mi capitano cose...veramente storte alla fantozzi stile

rainbow

C'è un detto che fa "se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo!"

Diciamo che però di solito penso che più che sfortuna la stragrande maggioranza delle volte siamo noi a non muoverci nelle direzioni giuste.. o a non fare belle scelte..

è tr facile x chi dice che raggiunge i propri obiettivi con il proprio lavoro e se poi qlcs gli va male è la sfortuna.. secondo me il destino non esiste... nonono..

Lokopoil

Io sono convinto sia una cosa soggettiva, del tipo: se oggi sono positivo e probabile mi senta poi anche fortunato per qualcosa che accade. Se invece parto negativo non do importanza al fatto in se, e di conseguenza mi sento più sfortunato.

unmalatodicuore

Non so, io ci credo perchè spesso mi sono capitate situazioni in cui mi poteva andare male e invece mi è andata bene...cmq sempre in riferimento a singoli eventi...
Poi forse la fortuna va cercata, va annusata...un pò come il concetto del carpe diem...

Sampei80

Quando farò 6 al superenalotto dirò si

Sotterranea

Se dovessi appellarmi a qualche elemento esterno come al responsabile delle mie disavventure, preferirei farlo con Dio.

Credo nel fatto che alcune persone godono di condizioni più vantaggiose di altre per ottenere quello che vogliono dalla vita. Ma credo anche nella possibilità per tutti gli altri di autodeterminarsi, cambiare e risollevare le loro sorti.

Se la sfortuna ci perseguita, tanto vale sedersi e aspettare che la tempesta passi. Ma la bufera di una notte o un mese non può diventare una scusa per fermarsi definitivamente.
Le condizioni climatiche interne ed esterne cambiano costantemente e la sfortuna è il non saper apprendere da queste per volgere ciascuna a proprio vantaggio.

Sampei80

Spesso ho sentito dire...nella sfortuna hanno avuto fortuna

dentromeashita

mi sento orgogliosamente sfigato

amarlena

Da "buona " napoletana non sono superstiziosa!!
Dirò che da buddista il concetto di fortuna e sfortuna non esiste è tutto legato al proprio karma e al peso delle proprie azioni, pensieri nel presente ma anche nelle vite passate.

E come già qualcuno ha detto, certe cose sono neutre, siamo noi che gli assegniamo un valore, dipende da che punto di vista le guardiamo.
Ostacolo/ opportunità
L' ideogramma cinese che rappresenta il concetto di crisi può avere due significati: crisi oppure opportunità.
Il problema è che noi non riusciamo a relativizzare crediamo nell' assolutezza delle nostre convinzioni, guardiamo tutto dal nostro angolino infinitamente piccolo ma se solo ci spostassimo di un centimetro....
Vi ricordate di quando Robbin Williams sale sulla cattedra ?

Sampei80

Capitano...oh mio capitano!

Rasko

credo in una via di mezzo, la vita è soggetta ad un che di imponderabile (uno attraversa le striscie e viene centrato in pieno da un auto, cinque secondi dopo si sarebbe salvato etc...) ma da qualche tempo penso anche che ognuno di noi sia circondato da un "campo di forze" che è in grado di modificare la realtà circostante, in negativo e in positivo, a patto di avere in quest'ultimo caso una gran forza di volontà, determinazione, autostima. Ammetto di essere stato influenzato dal buon Gadda:

La lunga attesa dell’aggressione a domicilio, pensò Ingravallo, era divenuta coazione: non tanto a lei e a’ suoi atti e pensieri, di vittima già ipotecata, quanto coazione al destino, al «campo di forze» del destino. La prefigurazione d’ ’o fattacce s’era dovuta evolvere a predisposizione storica: aveva agito: non pure sulla psiche della derubanda-iugulanda-sevizianda, quando anche sul «campo» ambiente, sul campo delle tensioni psichiche esterne. Perché Ingravallo, similmente a certi nostri filosofi, attribuiva un’anima, anzi un’animaccia porca, a quel sistema di forze e di probabilità che circonda ogni creatura umana, e che si suol chiamare destino. In parole povere, la gran paura le aveva portato scarogna, alla Menegazzi.

Ishtar

Tutte e due le cose.....

lauretum

diciamo... perseguitati

avoidantDuck

A volte mi chiedo quali atrocità devo aver combinato nelle vite passate per meritarmi la mia vita presente

Scherzi a parte, penso che siamo come barche nell'oceano. Possiamo abbandonarci alla deriva o cercare di decidere noi la nostra destinazione, ma non possiamo sapere (o decidere o controllare) quando troveremo mare calmo e quando tempesta.

Fallitoperenne

si è allagato un laboratorio a un piano superiore a quello dove si trova il mio.l'acqua è colata giù e ha invaso il mio laboratorio e il mio tirocinio si è interrotto.

che vita di merda